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mercoledì 30 gennaio 2013

I pidocchi

Inizio giornata a scuola. Un "piccolo" è ritornato dopo due giorni di assenza.
«Ciao, sei tornato! Eri ammalato?».
«No, avevo i "pinocchi"».
«La mamma allora ti ha fatto lo sciampo per i pidocchi?».
«Sì».
Un "grandone", lì accanto, muove la schiena come se gli facesse prurito e replica: «Anch'io c'ho i pidocchi».
Un suo amico, che ha ascoltato e osservato la scena, gli risponde a tono: «No, quelli lì non sono i pidocchi, sono le pulci che vanno dappertutto».
Se non sono conversazioni straordinarie queste!

Dalla canzone: Il treno dell'anno... Febbraio mascherato...
sinforosa castoro

lunedì 28 gennaio 2013

La neve

Oggi è scesa la neve...
Lasciamo parlare le immagini.

"Tutta la neve" E. anni 3

"La mia mano nella neve, però di pittura" C anni 3

"Ho la sciarpa perché fa freddo" G. anni 5

"Tutta la neve che scende, è ghiacciata". V. anni 5

S. anni 5
sinforosa castoro

domenica 27 gennaio 2013

Il Giorno della Memoria

Oggi è il giorno della Memoria, a scuola avremmo fatto un minuto di silenzio in rispetto ai milioni di uomini, donne e bambini sterminati solo per il fatto di esistere.
Rispondere al perché dei bambini e bambine: «Maestra, perché dobbiamo stare zitti?» non è facile.
Come si può spiegare a dei bambini che vedono gli adulti come figure di riferimento e di protezione che proprio quegli adulti, di cui loro si fidano, si sono invece macchiati di orrendi e indescrivibili crimini?
L'unica risposta che so dare è questa: «Bambini, adesso, per un minuto, stiamo tutti in silenzio e proviamo a pensare a tutte quelle persone che tanti anni fa - lo studierete a scuola quando sarete più grandi - sono state uccise da uomini che avevano scelto di seguire la via del male».
Loro, i bambini e bambine, hanno un sesto senso, si zittiscono all'istante e qualunque sia il loro pensiero in quel minuto, ne sono sicura, va dritto dritto al cuore di Dio, per le vittime e per i carnefici.



sinforosa castoro

venerdì 25 gennaio 2013

Il pane

«Maestra, quando vado con mio papà a portare via il pane mi metto la cintura» e fa segno ai jeans « perché se no mi vengono giù».
«Dove lo portate il pane?»,
"Mio papà che fa il pane".
«All'osteria, ne porta tanto perché mangiano tutto il pane e salame. Mio papà si alza presto per fare il pane e fa anche le baguette e anche quello quadrato e quello lungo. Io mangio il pane con il prosciutto, però non al mattino, al mattino mia mamma mi fa le fette di pane con la marmellata, quella di fragola... no, quella arancione. Maestra, sai che fa anche i panini con la zucca e con dentro l'uva piccola e i pezzetti di noce? Son ben buoni! Io l'aiuto e poi andiamo in macchina con il cestone bianco e tutti i sacchetti, ma non solo quelli piccoli così, anche quelli grossi, grossi così. Mio papà è ben bravo a fare il pane e poi fa anche la focaccia e anche quella con le olive e anche la pizza coi peperoni, io la mangio, se la vuoi domani te la porto... ».

sinforosa castoro


mercoledì 23 gennaio 2013

La nebbia

«Bambini cosa c'è stamattina?».
«La nebbia», urlano in coro.
«E com'è?».
«Tutta grigia», risponde uno.
«No, è bianca», ribatte un altro.
«Non si vede niente e mio papà ha fatto l'incidente perché non "ci" vedeva un bel niente», interviene uno, mimando con le mani l'incidente.
«Bisogna accedere i fari, se no vai incontro agli altri» gli dice una bambina.
«Mia mamma c'aveva tutti i capelli bagnati, io no, perché avevo il cappello!», afferma serafica un'altra.
«Si deve mettere il cappello se non ti bagni tutto e poi prendi il raffreddore» suggerisce un bambino.
«Mio fratello ha la febbre e ha vomitato cinque volte».
«Anch'io quand'ero piccolo ho vomitato, nel lettone».
«Anch'io, poi mia mamma mi ha detto "adesso vai nel tuo lettino" e io non volevo».
«Io dormo nel mio lettino, poi, quando mi sveglio, vado nel lettone, anche mia sorella, lei sta vicino alla mamma  e io al papà».

Tutte le macchine che vanno sulle strade .
«Adesso, però, bambini, andiamo avanti a parlare della nebbia... Chi di voi è capace di disegnare... ?».
sinforosa castoro


martedì 22 gennaio 2013

Che artista!



Vi invito a commentare questa pittura. 
Liberate la vostra fantasia e raccontate cosa vedete in questo disegno.


Tempera su carta di E. A. anni 3
sinforosa castoro

lunedì 21 gennaio 2013

Voglio la mamma

«Maestra, voglio la mamma». Dice Carlotta.
«Lo sai che poi la mamma viene. Le mamme adesso sono tutte al lavoro, quando hanno finito, vengono a prendere i loro bambini».
«Anche tu vuoi la mamma?».
«Eh, sì, anch'io voglio la mia mamma».
«Dov'è tua mamma?».
«Mia mamma è in cielo».
«Allora non "ci" parli».
«Sì invece che "ci" parla» interviene un'amica che stava ad ascoltare, «come fa Pippi Calzelunghe che parla con sua mamma che è in cielo; suo papà, invece, è partito, sulla nave».
«E tuo papà, dov'è?» riprende Carlotta.
«Anche lui in cielo».
«Allora "ci" parli con tutt'e due, ne maestra?».

La mamma va a spasso con la sua bambina. Disegno di W. anni 5.
«Sì, Carlotta, parlo con mia mamma e col mio papà, proprio come fa Pippi Calzelunghe».
sinforosa castoro


domenica 20 gennaio 2013

Non hanno più vino

Stamattina, ascoltando il brano di Vangelo che ci immette nel tempo ordinario (le nozze di Cana), mi sono detta "che forza Maria! Lei non sta tanto lì a soffermarsi sulle parole secche che il Figlio le rivolge, va oltre, e alla fine lui fa come vuole lei".
Abbiamo dalla nostra questa Madre che, come una mamma, appunto, anticipa i bisogni dei suoi figli, è attenta a ogni battito di ciglio dei suoi figli, non trascura nulla, ci tira fuori dai guai e, soprattutto, mette una parola buona per noi a Quel suo figlio che tutto può.


Con una mamma così, di cosa possiamo avere paura?

sinforosa castoro

sabato 19 gennaio 2013

Il pastore buono

"Gesù racconta una storia ai suoi amici e dice...
Una mattina, un pastore manda fuori dal recinto tutte le sue pecore, erano tante, cento (e fa segno con i palmi delle mani bene aperti).
Cammina tanto, fino a quando arriva in un prato e dice alle pecore:
«Adesso state qui e io vi guardo e voi potete mangiare l'erbetta verdolina». E le pecore mangiavano tutta l'erba e il pastore le guardava, poi mangia anche lui, perché è mezzogiorno, un po' di formaggio con il pane e il latte. Poi, al pomeriggio, le pecore si riposano un po', poi mangiano ancora l'erba, poi incomincia a venire un po' di buio e allora il pastore dice: «Andiamo a casa».
Tutte le pecore vanno. Quando arriva dove c'è il recinto le manda tutte dentro e le conta: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, venti, cinquanta, ottanta... e poi ne manca una. Chiude bene il recinto, se no vengono i ladri e loro (le pecore) scappano e va a cercare la pecora che non c'è più. C'era buio, perché non c'erano i lampioni, e fa tanta strada, cerca dappertutto, ma la pecora non c'è più.
Poi, sente fare: «Bééé... bééé... bééé... », era la pecora che era caduta nel cespuglio di spine e si era punta tutta.

Il pastore va nel cespuglio e si punge anche lui, perché deve prendere la pecora che era in mezzo a tutte le spine. Le spine "le" pungono tutte le mani, ma poi lui la prende e la prende in braccio, aveva tutta la lana rossa perché c'era su il sangue, e la porta a casa e la cura. Ci mette su il disinfettante e il cerotto e le dà da mangiare l'erba verdolina e poi la pecora guarisce.
E poi Gesù dice: «Il pastore è stato bravo o cattivo?».
E i suoi amici "ci" dicono: «Bravo».
E Gesù, allora, dice: «Anche Dio Padre è bravo come il pastore»."

Dopo il racconto, la visione delle immagini e la drammatizzazione della parabola del Buon Pastore, Rachele (anni 5) racconta ad amici e amiche la sua versione.

sinforosa castoro

venerdì 18 gennaio 2013

Riciclare

«Bambini, perché abbiamo gettato le bucce dell'arancia nel contenitore dell'umido?».
« Perché poi si riciclano».
«Facciamo un applauso a Giovanni, si è ricordato di quello che ha detto la maestra prima di Natale».
«Io non ho sentito quello che ha detto», dice ad alta voce Luca.
«Giovanni ha detto che le bucce si riciclano».
«Ah!» ribatte Luca.
«Chi sa dirmi cosa vuol dire si riciclano?».
In coro: «Che si usano ancora».
«Giusto, anche se non si possono usare così, vero?».
Raccolta differenziata
In coro: «Nooo».
Salta su Clia: «Vanno nella fabbrica e poi diventano quello da buttare sulla terra per fare crescere bene le piante, così non mettono più i veleni».
«Bravissima Clia. Ma, bambini, solo le bucce dell'arancia si devono mettere nel contenitore dell'umido?».
«Nooo, anche la mela marcia... ».
«Anche la pera marcia... ».
«Anche la verdura che non si mangia... ».
«E chi si ricorda cosa si può riciclare?».
«Le bottiglie di vetro... ».
«E poi la finestra di vetro quando è rotta... ».
«Anche il bicchiere rotto e il vaso di nutella... ».
«E poi?», faccio io.

mercoledì 16 gennaio 2013

Ragno ragnolino

Per i più piccoli, una bella canzoncina per rendere graziosi e teneri persino i ragni.
Le dita delle mani si muovono come le zampette del ragno quando si arrampica sul filo della ragnatela.

Ragno, ragnolino
che sali sali su.
La pioggerellina
che scende scende giù.
E il solleone
che illumina da lassù.
Così ragnolino non si bagna più.
Così ragnolino non si bagna più.

Ragnolino si arrampica sul filo della sua ragnatela

sinforosa castoro

lunedì 14 gennaio 2013

Ciao mamma!

Nonostante siamo già a metà Gennaio, al mattino ci sono ancora bambini e bambine che al momento del distacco dalla mamma soffrono un po'.




Un consiglio: abituateli a un piccolo e semplice rituale da ripetersi ogni giorno, per esempio rassicurateli dicendo sempre che la mamma poi ritornerà e che la sera saranno di nuovo insieme. Inventate una piccola tiritera o una piccola storiella nella quale il vostro bambino o bambina possa ritrovare gli stessi sentimenti che sta vivendo, in questo modo  il distacco sarà meno duro e, soprattutto, consegnateli con serenità alle maestre.

sinforosa castoro

sabato 12 gennaio 2013

Cinciallegra trova casa

C'è una bella canzoncina sui giorni della settimana che finisce così:
"Sabato e domenica che cosa si fa
si sta con mamma e papà.
Sabato e Domenica che cosa si fa
si sta con mamma e papà".
E oggi è proprio Sabato e allora pensiamo ai bambini e bambine regalando loro una bella storia in immagini.

Cinciallegra vive felice in un bel bosco. Cip Cip Cip.

Un giorno, però, arrivano degli uomini e incominciano a tagliare tutti gli alberi. Cinciallegra se ne deve andare

Incomincia a volare intorno al mondo, finché...

giovedì 10 gennaio 2013

Maestra non ho più le labbra

Una gelida mattina di Gennaio, un bambino di tre anni arriva a scuola tutto infreddolito, dopo cinque minuti che è in salone mi batte sulle gambe e mi dice, allarmato: «Maestra non ho più le labbra».
«Ma come "non hai più le labbra?" Sì che ce le hai, senti» e gli passo il suo ditino sulle sue labbra.
Lui insiste: «No! Non ho più le labbra, qui e qui» e, mettendo le labbra a cuore, indica il burro di cacao, sparito, che la mamma gli aveva messo uscendo da casa.
sinforosa castoro

Disegno di D. anni 3: L'ho fatto per te

mercoledì 9 gennaio 2013

Il dono della pecorina

Dopo il racconto Il dono della pecorina 
da Michelino Fabbri ed.
un bambino di 5 anni: Davide, racconta la storia così:

" C'era una volta una bambina povera che non aveva niente da mettersi e aveva freddo perché era inverno, allora va dal gatto e gli dice: «Mi puoi dare un po' della tua pelliccia?».
«Ma sei matta... non posso perché io poi resto senza».
Allora, la bambina, va dal coniglio e gli dice: «Mi puoi dare un po' della tua pelliccia che ho freddo?».
«No», dice il coniglio.
Allora va dall'orso, che dormiva perché in inverno dorme tutto l'inverno, e gli dice: «Orso... Orsooo», grida, perché lui era nella caverna a dormire e non sentiva.
«Chi mi disturba?».
«Sono io, per favore mi dai un po' della tua pelliccia che ho freddo?».
«Vattene via che devo dormire e non disturbarmi più».
Allora la bambina comincia a piangere e si siede fuori dalla sua casa e poi passa una pecorina che dice:

lunedì 7 gennaio 2013

Ancora la Befana!

Bambini è arrivata la Befana?
Un coro di: «Sììììììììì... ».
«Io l'ho vista, a Parma, ha un dente solo, è un po' bruttina».
«Un dente solo?» domando, io, stupita.
«Sì, ma non è brutta è bella» risponde un altro.
«A Parma c'era anche la banda», riprende il primo, indifferente alle parole del compagno.
«Nooo! non ha un dente solo, ce li ha tutti qui», replica una bambina ch'era rimasta lì un po' a riflettere mentre indica con il dito i denti delle due arcate.
La Befana di K. G. anni 5
«Allora li ha persi tutti a Parma, perché ne aveva uno solo, di dente, qui» riprende il primo bambino, mostrando a tutti il suo incisivo superiore sinistro...
e la conversazione continua...
sinforosa castoro

domenica 6 gennaio 2013

Ogni giorno importante e determinante

Le feste sono finite, ma non per chi vede ogni giorno che inizia come estremamente importante e determinante e quindi… la festa continua; domani tutti a scuola.




sinforosa castoro

venerdì 4 gennaio 2013

La Befana

«La Befana è una strega».
   «No! Non è una strega».
«Sì, invece, è brutta e poi vola con la scopa».
   «Sì, ma non è una strega, è vecchia».
«Ma va con la scopa, anche le streghe».
   «Però lei non è una strega, le streghe sono cattive e invece la Befana è buona».
«Sì, è buona, mi porta le caramelle nella calza, quella gialla col pizzo».
   «A me, invece, porta i cioccolatini e poi mi porta una Befana piccola con la scopa, piccola. A mio fratello porta i giuggioloni, lui mangia sempre i giuggioloni, io no; a lui, però, non porta la Befana piccola».
«Voglio anch'io una Befana piccola».
   «Glielo dici e poi lei te la porta».

Dialogo registrato fra due bambine di 4 anni e mezzo, mentre giocano a travestirsi.


sinforosa castoro

giovedì 3 gennaio 2013

Il viaggio dei Re Magi

"
Più di duemila anni fa alcuni re, che studiavano i movimenti delle stelle del cielo,




videro brillare nella volta celeste una stella più luminosa di altre.
«Quello è il segno predetto che in Giudea un grande re è nato» dissero all'unisono.
«Seguiamola, ci condurrà da lui».
E si misero in viaggio.



Raccolsero provviste e, sistemate sui loro cammelli, incominciarono un viaggio che si annunciava lungo e imprevedibile. Attraversarono il gran deserto arabico e il Giordano, salirono a Gerusalemme, sicuri di trovarla in festa per la nascita del re tanto sospirato. Stupiti da tanta indifferenza che regnava nella captale d'Israele, chiesero alla gente, che s'affollava curiosa intorno ai loro cammelli: «Dov'è che è nato il re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in oriente, e siam venuti ad adorarlo». 
La notizia che dei capi di tribù della potente casta dei Magi eran venuti dall'oriente a venerare il Messia, passando in un baleno di bocca in bocca, mise in agitazione tutta Gerusalemme e specialmente la reggia.


Il sospettoso Erode, quando sentì che il re legittimo, sospirato da tutto Israele e già riconosciuto anche dagli stranieri, era nato, tremò per il suo trono.
Fatto audace dalla paura, propose di uccidere il nato re nella sua culla. Radunati gli Anziani del popolo,  i capi delle famiglie sacerdotali e i dottori della legge chiese loro in qual luogo dovesse nascere il Cristo. Tutti risposero «in Betlem di Giudea», citando il profeta Michea che, settecento anni prima, aveva scritto: «E tu Betlem Efrata, sei piccola per entrare fra le città delle migliaia di Giudea; ma da te nascerà Colui che dovrà essere il re d'Israele».
Avuta una risposta così unanime e dimostrata dalle Scritture, Erode ricevette di nascosto i Magi, che aveva fatto indirizzare al palazzo reale. Saputo quando fosse apparsa loro la stella, li mandò a Betlem, dicendo:

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