La Rete

LA RETE DIGITALE PUÒ ESSERE UN LUOGO RICCO DI UMANITÀ, NON UNA RETE DI FILI MA DI PERSONE UMANE.
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venerdì 28 febbraio 2014

Arlecchino in lettere

Completiamo il vestito di Arlecchino "scrivendo" in ogni spazio una letterina, con un colore diverso. 
Ed ecco a voi... il nostro ARLECCHINO.


Adesso, ogni bambino disegna un Arlecchino tutto suo.

 sinforosa castoro

giovedì 27 febbraio 2014

La maestra Sinforosa

In rete si fanno incontri, perché la rete, come la vita, è un luogo, seppur virtuale, dove dietro a ogni firma, a ogni parola, ogni proposta, ogni immagine c'è una persona vera, tutto un mondo, vero. La rete, quindi, è un mezzo - e non un fine - per comunicare, sorridere, magari piangere e, perché no, diventare amici. Amici di rete, appunto.
Patricia è un'amica di rete e proprio l'altro giorno ha dedicato ai miei bambini e alla loro maestra, la sottoscritta, una filastrocca bellissima che ho gradito infinitamente. Grazie mille Patricia.
Ve la propongo con i consueti meravigliosi disegni dei miei bambini che mi ritraggono in loro compagnia e vi rimando al blog di Patricia: http://hermioneat.blogspot.it

La maestra sinforosa
C'è una maestra allegra e briosa
che di nome fa Sinforosa
Al mattino dalla finestra
aspetta i suoi bimbi "Ciao maestra"
Lei li prende tutti per mano
in un girotondo che porta lontano
poi stanchi si gettan per terra
viva la pace abbasso la guerra
e tutti insieme cantano in coro
chi trova un amico trova un tesoro
Poi la pappa la nanna e il disegno
e un foglio bianco diventa un regno.
Con la fantasia fan case e bambini
lupi mansueti e bei gattini.
Disegnano il sole e tutte le stelle
così non pensano alle marachelle.
Ma dietro ad ogni storia c'è una morale
questo va bene e questo fa male
E alla fine della giornata
pure la maestra sorride beata.
I suoi bambini sono contenti
e hanno imparato il nome dei denti
i suoi bambini sono felici
han fatto il mare pieno di alici
I suoi bambini usano l'italiano con gusto
e danno ad ogni cosa il nome giusto
Sanno però che non si fa lo sgambetto
dopo aver litigato con l'amichetto
Sanno che le mani servono per le carezze
mangiare scrivere e sollevare le tazze
e non si usano per fare a botte
perché quelle son cose brutte.
Myrtilla



sinforosa castoro

martedì 25 febbraio 2014

La fatina Tina


Questa mattina è venuta a trovarci la Fatina Tina.
La Fatina Tina, vive in un ovetto piccino piccino.







Pian pianino lo abbiamo aperto ehhh... Eccola!
È proprio carina con quella sua gonnellina azzurra con i cuoricini lilla e verdi e la maglietta violetta, vero?


Prendila pure!

La Fatina Tina è così piccina che bisogna fare attenzione.
Adesso apri bene le tue mani eh... acchiappala! Eccola lì, come si diverte con noi bambini e noi con lei.                                                


A lei piace volare di spalla in spalla. Ma certo! La Fatina Tina ha due belle ali rosa, non le vedi? Noi stiamo tutti fermi e lei vola di spalla in spalla. Adesso è sulla mia spalla. 
E adesso è sulla mia!




Ora però la Fatina Tina è un po' stanca.
Ciao Fatina. 
La rimettiamo nel suo ovetto e noi incominciamo a manipolare il pongo. 
Adesso facciamo tante belle fatine come la Fatina Tina.


sinforosa castoro
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lunedì 24 febbraio 2014

La storia della Gazza Ladra

Dopo la visione del DVD della Gazza Ladra.
Dopo la drammatizzazione dell storia, una bambina di quattro anni racconta agli amici la sua versione, perdoniamole eventuali errori e apprezziamo la sua capacità linguistica ed espressiva. Ascoltiamola.

C'erano dei re che facevano tutti la guerra, ma poi hanno detto: «Non facciamo più la guerra a noi, facciamola agli uccelli» e così uccidono tutti gli uccelli, con le frecce, poverini, cadono per terra con tutte le frecce e tutto il sangue, però non tutti, gli altri volano nel bosco. Allora la Gazza Ladra, anche lei c'aveva la freccia, ma non era morta, era un po' ferita, poverina, si stufa e dice: «Adesso BASTA!».
La Gazza Ladra fa tutti i dispetti ai re e ci porta via anche le corone tutte d'oro - così imparano - e loro ci corrono dietro, ma lei buca tutte le nuvole e piove tantissimo e poi i re non riescono a prenderla, vanno con le barche su e giù. Dopo vanno nei loro castelli perché la Gazza Ladra li ha spaventati e chiudono le finestre. E dopo arrivano tutti gli uccelli che erano scappati nei boschi, così i re un'altra volta imparano a uccidere tutti gli uccelli.



sinforosa castoro
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sabato 22 febbraio 2014

La maestra Laura mi scrive

Ho ricevuto un commento da una collega che si firma Maestra Laura. Mi pone domande interessanti, non solo per lei, penso, ma anche per altri lettori che magari si chiedono le stesse cose. Vorrei dare una risposta esauriente nella speranza che la Maestra Laura si rifaccia viva


Cara Sinforosa sono una maestra di scuola d'infanzia e sono rimasta un po' male nel vedere che nel tuo blog non proponi lavoretti o schede. Io visito spesso blog di insegnanti, per avere idee nuove, ma nel tuo blog non trovo tutto questo, come mai? Forse non trovi utile questo genere di materiale? Alcune canzoncine che hai postato le conosco anch'io... Maestra Laura su 
Anonimo
alle 16.52
Cara collega
anzitutto mi fa tanto piacere averti nel mio piccolo spazio.
Dunque, da come puoi leggere nel sottotitolo del blog, il mio non è un blog sulla scuola dell'infanzia e questo lo metto ben in chiaro cosicché una persona che si affaccia su SINFOROSA CASTORO sa già cosa può trovare. Lo dico a chiare lettere anche nel mio profilo, quando avviso i lettori che Sinforosa Castoro non è uno dei tanti, ma tanti, bellissimi blog sulla scuola dell'infanzia.
Detto questo, cara Laura, i lavoretti e le schede, che molti altri bellissimi blog propongono, è vero, da me, forse, non ne troverai molti, per non dire mai, non perché non apprezzi tale genere di attività, tutt'altro. I "lavoretti" e le cosiddette schede le utilizzo anch'io, ogni tanto, però.
Io preferisco di gran lunga far lavorare i bambini e le bambine con le loro stesse capacità, nel senso che le schede le "costruiscono" loro, i lavoretti, poi, sono piccoli doni magari sghembi ma fatti completamente da loro. Vedi, per Natale, Pasqua, la Festa del papà e della mamma, vedo colleghe affaccendarsi per creare lavoretti ad hoc, ma quello che realizzano i bimbi è davvero poco o niente.
No no, se un dono deve essere, molto meglio un semplicissimo e imperfetto lavoro fatto da mani di bambino che un dono bello e perfetto fatto dall'insegnante, almeno io la vedo così.
Ti prometto, però, che mostrerò un po' di più i lavoretti che realizzano i miei bambini.
Un'altra cosa vorrei farti presente, nella mia sezione mi occupo principalmente di attività linguistiche, creative e drammatiche, oltre che logiche, sicché abituo e "alleno" i bambini e bambine a ragionare, parlare, comunicare, considerare, riflettere, tutte cose, queste, che hanno poco a che fare con schede già precostituite, pur belle che siano.
Per i quatrenni e cinquenni, per esempio, utilizzo molto i dettati a carattere topologico-spaziale oltre che temporale e quindi via libera a racconti in sequenze temporali, a dettati sui concetti spaziali e logici: vicino-lontano, in alto, in basso, di lato, chiuso, aperto, sopra sotto e così via.
Spero di aver risposto esaurientemente alle tue domande e, mi raccomando, fatti sentire ancora e magari raccontami qualcosa di te, ne sarei felice.
Ciao















sinforosa castoro 

mercoledì 19 febbraio 2014

Da un foglio bianco

Come nasce e si sviluppa un disegno.
Osservate la bravura e la capacità di queste due bimbe di cinque anni nell'elaborare un disegno, che è un vero progetto creativo.
Badate ai particolari e all'accostamento di colori, bellissimi.

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sinforosa castoro

lunedì 17 febbraio 2014

... Sia il vostro parlare sì sì, no no...

Ieri il Vangelo ci ha offerto una bella lezione di morale.

Dal Vangelo secondo Matteo 5,21-37
"Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere, e chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale; ma io vi dico: Chiunque s’adira contro al suo fratello, sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto al suo fratello "raca", sarà sottoposto al Sinedrio; e chi gli avrà detto "pazzo", sarà condannato alla geenna del fuoco. Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la tua offerta dinanzi all’altare, e va’ prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrir la tua offerta. Fa’ presto amichevole accordo col tuo avversario mentre sei ancora per via con lui; che talora il tuo avversario non ti dia in man del giudice, e il giudice in man delle guardie, e tu sii cacciato in prigione. Io ti dico in verità che di là non uscirai, finché tu non abbia pagato l’ultimo quattrino.
Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterioma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudioma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.

Il Signore non è venuto ad abolire la Legge, è venuto a "tradurla" secondo il pensiero di Dio. Il Signore vuole che l'adesione alla sua Legge sia frutto del nostro libero arbitrio. Non confondiamo il libero arbitrio con la libertà. Non imputiamo al Signore le scelte che abbiamo fatto e che magari ci hanno portato all'infelicità.
Dinanzi a noi abbiamo il bene e il male, il buio e la luce. Il Signore non ci induce a scegliere il male, preferirebbe che scegliessimo il bene, perché la sua Legge dona all'uomo la vera libertà a cui tutti aneliamo.










sinforosa castoro

giovedì 13 febbraio 2014

Un libro di magia

 La Pergamenamagica

Scatenate la Fantasia e i bambini e bambine si divertiranno un mondo. 
A ciascuno il Libro Magico















sinforosa castoro

lunedì 10 febbraio 2014

La mia bambina ha paura di tutto

Qualche tempo fa una mamma mi ferma e mi chiede se può parlarmi. Dico di sì e lei incomincia a vuotare il sacco. La sua bambina, quattro anni e mezzo, a detta sua, ha paura di tutto: «Ha sempre il timore che la lasci  sola e poi ha paura del buio e non vuole neanche salutare le persone per strada e... ».
Insomma, mi ha elencato una serie di timori-paure che all'età di sua figlia sono del tutto normali.
Ora, cerchiamo di fare un po' di chiarezza.
La paura è un istinto comune a tutti gli esseri viventi, nell'uomo, purtroppo, è ancora più presente poiché l'uomo, a differenza degli altri esseri viventi, la razionalizza, cioè non la lascia solo a livello istintivo e così la paura, nell'uomo, si moltiplica e si amplifica.
La paura è un istinto indispensabile agli esseri viventi in quanto induce a evitare i pericoli; se non avessimo questo istinto finiremmo in un mare di guai e guai seri, altroché.
La paura è un sentimento come l'amore, la rabbia, la passione e quindi non va demonizzata bensì riconosciuta, accolta e semmai ricondotta.
I bambini molto piccoli hanno istintivamente paura dell'estraneo e dell'abbandono.
Intorno ai due tre anni cominciano ad aver paura del buio, dei mostri, delle ombre, di ciò che può nascondersi/celarsi dietro un'anta, una tenda. Sono questi gli anni in cui c'è la paura della separazione, mentre intorno ai sei anni affiora la paura della morte.
Tutti i bambini e bambine passano attraverso queste fasi, chi più chi meno, ma tutti prima o poi sperimentano questo genere di paure, che poi, se ben amministrate dagli adulti (genitori, insegnanti), pian piano sciamano.
Per questo, le paure dei bambini, non vanno né schernite né sottovalutate ma nemmeno drammatizzate.
Rispettiamo le paure dei nostri bambini. Aiutiamoli a riconoscerle, a parlarne e a esprimerle attraverso linguaggi verbali,  grafico-espressivi, drammatici. Molto utili a questo proposito sono le favole, il dialogo aperto, sincero e intelligente dell'adulto con il piccolo.
È probabile che in età adulta, in occasione di eventi particolari (lutto, separazione) la paura ritorni sottoforma di ansia e angoscia e anche in questo caso non si dovrebbe né sottovalutarla né demonizzarla. Guardiamola in faccia, accettiamo di poter aver paura ed escogitiamo pensieri positivi e, perché no, anche "ridicoli" per affrontarla. Trasformiamo la nostra paura rivestendola di ridicolo e così, com'è arrivata, piano piano se ne andrà.





sinforosa castoro

domenica 9 febbraio 2014

I libri antichi di Lele

Oggi Sinforosa mi ha portato a casa di mio cugino Lele, che bello! Ci siamo proprio divertiti.
Lele mi ha fatto vedere tante cose nuove e interessanti, cose che non avevo mai visto.


Avete visto che bello? Ci sono due cavalli, la casa e il cielo azzurro con le nuvolette bianche. Loro sono i cavalli di Lele, e la casa è proprio come quella di Lele, con il prato e il cielo azzurro con le nuvolette bianche.

Fuori, però, c'era un po' freddo e allora abbiamo giocato in casa.
Abbiamo giocato a nascondino, fra le piume e le piante.

 «Le-le, vieni a cercarmi!».
Poi Sinforosa ha chiesto a Lele di farmi vedere i suoi libri antichi. 
Sì, perché Lele ha tanti, tanti, tanti libri e alcuni sono proprio vecchi vecchi.
Questo, per esempio, è un vo... vo... Vocabolario della Lingua Italiana, ecco, sono riuscita a dirlo! 
Pensate, è del 1867, ha 147 anni; sono tanti, vero? Tantissimi... così! E l'hanno scritto per Niccolo Tommaseo, io non so chi è, ma Sinforosa ci ha detto un mucchio di cose su di lui. 

Lele, però, era un po' stufo e mi ha fatto vedere un altro libro  vecchio vecchio: Le Storie Allegre di Collodi. Sì, Collodi, quello che ha scritto Pinocchio. Questo libro ha la copertina dura e marroncina e l'hanno pubblicato nel 1894. Questo libro quest'anno compie 120 anni: auguri!




«Sinforosa. Sinforosa, adesso però possiamo guardare un po' i cartoni?».






«Va bene, però solo mezz'oretta, poi si fa merenda. Vi va una bella cioccolata calda?».
«Sììì... Sinforosa».
«Io voglio anche i biscotti».
«D'accordo Lele».

sinforosa castoro
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sabato 8 febbraio 2014

L'uccellino vagabondo

Dopo il racconto della storia L' Uccellino vagabondo. 
Dopo la drammatizzazione del racconto da parte dei bimbi "piccoli", i treenni, per intenderci.
Ascoltiamo (leggiamo) la storia dalle parole di un bambino di tre anni e mezzo, senza mai essere stato interrotto da me, l'insegnante.
Perdonategli alcuni errori grammaticali e apprezzate di lui la capacità verbale ed espressiva, non comune a questa età.
Il racconto, come succede spesso, mentre un bambino racconta, è accompagnato dai gesti spontanei che ne arricchiscono i contenuti.

C'era una volta un uccellino, giallo, che sua mamma gli aveva fatto il nido, ma un corvo cattivo gli dice:
«Vai via, è mio, il nido».
«Ma no! Non è il tuo, me l'ha fatto mia mamma».



Ma il corvo, era tutto nero, ma il becco no, però, c'aveva le zampe più grosse e si mette nel nido e butta fuori l'uccellino. Poi comincia a nevicare e l'uccellino ha freddo, ma la sua mamma gli aveva fatto la sciarpina tutta a righe e gli ha detto: «Metti la sciarpina» e lui la mette. Però c'ha freddo lo stesso, perché fa freddo. E vola, vola e arriva sul terrazzo del palazzo e il pupazzo di neve gli dice: «Hai freddo? Hai fame?».


E l'uccellino dice: «Ma chi è che parla?».
E il pupazzo di neve dice: «Sono io. Vieni a mangiare la mia carota» che dopo i bambini ne mettevano un'altra!
E l'uccellino va e mangia tutto il naso del pupazzo di neve e poi mangia anche i bottoni, che erano le zucchine e poi va via perché è notte, ma il pupazzo di neve dice: «Vieni nel mio cappello».
Il pupazzo di neve aveva il cappello e c'era dentro tutta la paglia, come il nido che  gli ha fatto sua mamma, ce l'avevano messa i bambini!
Allora l'uccellino è contento e sta lì, nel cappello, e diventa la sua casina. 

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