TRA CASA E SCUOLA: APPUNTI DI VITA, PENSIERI, PAROLE, RACCONTI, MUSICA, FILASTROCCHE, IMMAGINI E... MOLTO ALTRO ANCORA.
La Rete
LA RETE DIGITALE PUÒ ESSERE UN LUOGO RICCO DI UMANITÀ, NON UNA RETE DI FILI MA DI PERSONE UMANE.
Papa Francesco
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venerdì 31 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
La mamma è andata via
Arriva a scuola e si mette seduta su una panchettina, sola soletta, imbronciata e silenziosa.
«Vieni vicino a me».
Lei si alza e viene a sedersi accanto a me, fra le gambe tengo un piccolino che si dimena e strilla a squarciagola perché vuole scappare dall'aula.
«Hai visto com'è monello questa mattina». Lei annuisce e si mette il dito in bocca.
«Sei arrabbiata?». Mi fa no con la testa.
«Tira fuori il ditino da bocca, sei una grandona, ormai». Fa no con la testa e comincia a piangere.
«Ma che cos'hai? Hai litigato con la mamma? Non sei venuta con lei, vero?».
«La mamma è andata via».
«È andata a lavorare. Tutte le mamme vanno a lavorare».
«No. È andata via, lontano».
«E, ma poi tornerà, vedrai». Lei fa no con la testa e continua a piangere. Ci vuole un po' perché si riprenda e nei giorni successivi è anche peggio. La mamma se n'è andata, davvero, lasciandola con un conoscente, e il papà? Il papà di fatto è come se non ci fosse.
sinforosa castoro
«Vieni vicino a me».
Lei si alza e viene a sedersi accanto a me, fra le gambe tengo un piccolino che si dimena e strilla a squarciagola perché vuole scappare dall'aula.
«Hai visto com'è monello questa mattina». Lei annuisce e si mette il dito in bocca.
«Sei arrabbiata?». Mi fa no con la testa.
«Tira fuori il ditino da bocca, sei una grandona, ormai». Fa no con la testa e comincia a piangere.
«Ma che cos'hai? Hai litigato con la mamma? Non sei venuta con lei, vero?».
«La mamma è andata via».
«È andata a lavorare. Tutte le mamme vanno a lavorare».
«No. È andata via, lontano».
«E, ma poi tornerà, vedrai». Lei fa no con la testa e continua a piangere. Ci vuole un po' perché si riprenda e nei giorni successivi è anche peggio. La mamma se n'è andata, davvero, lasciandola con un conoscente, e il papà? Il papà di fatto è come se non ci fosse.
sinforosa castoro
domenica 26 ottobre 2014
giovedì 23 ottobre 2014
Il prepotente
Lui è un bambino intelligente e pieno di risorse e voglia di fare ma è molto, molto prepotente. Sì è brutto da dire di un bambino di soli quattro anni, ma è così. Cosa intendo con il termine prepotente? Intendo proprio il significato linguistico del termine e cioè: nell'uso com., detto di chi tende a imporsi a ogni costo sugli altri, a far prevalere il proprio punto di vista, la propria volontà, il proprio interesse, anche con atti di prevaricazione e di coercizione della volontà altrui (dal vocabolario). Come si comporta a scuola un bambino così? Be' è facile da indovinare. Vuole tutto e subito solo per sé: giocattoli, pastelli, fogli, pongo, libri, pitture... e se non lo ottiene con le buone fa ugualmente di tutto per ottenerlo, anche con le cattive. E così sono all'ordine del giorno pugni, spintoni, dispetti, morsi, calci, parolacce, minacce, anche all'insegnante nel momento in cui lo richiama alle regole basilari del vivere comune. È un bambino egoista, che vuole essere sempre il primo, in tutto. Un bambino che è convinto - perché glielo hanno fatto credere - che tutto ruota e deve ruotare attorno a lui. Un bambino che vuole sempre e solo essere elogiato. Che non ammette che altri lo infastidiscano altrimenti scatta in lui immediata la rabbia, gli strilli, le urla e le aggressioni, a chiunque si trovi a tiro. Certo, non è facile gestirlo - soprattutto quando ce ne sono altri 27 da ascoltare ed educare - oltretutto negli ultimi anni sono proliferati a dismisura, di tali bambini. Se anni fa ce n'era uno o due in tutta la scuola ora ce ne ritroviamo sette, otto, dieci non in tutta la scuola bensì per sezione. Ora se mi si chiedete: «... ma come mai?». Ebbene, mi spiace dirlo ma generalmente questi sono bambini che a casa loro ottengono sempre tutto ciò che vogliono. Bambini che con un capriccio, ben architettato, tengono in pugno i loro poveri genitori. Sono bambini a cui i genitori chiedono scusa solo perché non hanno esaudito l'ennesimo loro desiderio o perché col loro atteggiamento li hanno fatti piangere.
martedì 21 ottobre 2014
domenica 19 ottobre 2014
Date a Cesare quello che è di Cesare
"Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". Mt. 22,15-21
Due brevi e semplici riflessioni.
- Gesù fa la sua prima e unica proclamazione politica. Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, significa separare la religione dalla politica. Non più o la religione o la politica ma l'una e l'altra insieme anche se su due livelli differenti.
- Con queste parole Gesù rivela che il regno di Dio è sì in questo mondo - e difatti il cristiano è invitato a obbedire allo stato a meno che lo stato non vada contro Dio e contro alle sue leggi, poiché prima che agli uomini il cristiano obbedisce a Dio e alla sua coscienza -, ma non è di questo mondo.
sinforosa castoro
giovedì 16 ottobre 2014
martedì 14 ottobre 2014
lunedì 13 ottobre 2014
venerdì 10 ottobre 2014
giovedì 9 ottobre 2014
lunedì 6 ottobre 2014
Madonna del Rosario
Ieri la chiesa ha fatto memoria della Madonna del Santo Rosario. Questa festa fu istituita con il nome di Madonna della Vittoria dal papa Pio V a ricordo della battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 nella quale la flotta cristiana sconfisse quella dell'Impero Ottomano, più forte di numero e di armi.
Il successore di Pio V, papa Gregorio XIII, la trasformò in festa della Madonna del Rosario: i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. Il Rosario è una preghiera semplice e si può pregare in qualunque luogo ci si trovi e in ogni momento della giornata.
Il successore di Pio V, papa Gregorio XIII, la trasformò in festa della Madonna del Rosario: i cristiani attribuirono il merito della vittoria alla protezione di Maria, che avevano invocato recitando il Rosario prima della battaglia. Il Rosario è una preghiera semplice e si può pregare in qualunque luogo ci si trovi e in ogni momento della giornata.
venerdì 3 ottobre 2014
Un cero acceso
Come tutti saprete già, domenica prossima in Vaticano inizierà la la III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi indetta dal Santo Padre sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Per l'occasione, siamo tutti invitati a esporre, domani sera, sabato 4 Ottobre festa di San Francesco d'Assisi, un cero acceso, magari sul davanzale della finestra. Sarebbe davvero bello che domani notte tutta l'Italia brillasse di vivide fiammelle scintillanti.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
mercoledì 1 ottobre 2014
Primi giorni di scuola
Primo mese di scuola. Riporto alcune delle richieste fatte da mamme e papà di bambini di due anni e mezzo/tre a noi maestre. Faccio presente che in ogni sezione ci sono 28 bambini di età eterogenea.
«Maestra, il mio bambino non dovete farlo dormire perché poi di sera va a letto tardi».
«Maestra, il mio bambino è abituato a dormire tre ore».
«Maestra, il mio bambino vuole essere corteggiato per sentirsi a suo agio. Poi può diventare anche un po' prepotente, ma voi dovete trattarlo coi guanti altrimenti se la prende».
«Maestra, la mia bambina a casa mangia, perché qua no?».
«Maestra il mio bambino dovete imboccarlo perché è pigro e magari correrà dappertutto. A casa lo rincorriamo per farlo mangiare».
«Maestra, lui vuole sempre avere ragione, anche a casa fa tanti capricci quando vuole qualcosa».
«Maestra, ha portato a scuola questo, so che non può. Io non riesco a toglierglielo, fatelo voi».
«Maestra, adesso le tolgo il pigiamino, a casa non riesco, fa di quei capricci!».
«Maestra, ma come mai ha in bocca il ciuccio? Lo usa solo per dormire». (Il bimbo è sveglio da quindici minuti).
«Maestra, ho visto dalla finestra che un bambino gli ha tolto la palla da mano».
«Maestra non voglio che giochi con gli stranieri».
«Lo so che non può magiare la tortina qui, davanti agli altri, ma a casa non vuole fare colazione».
«Maestra, perché è sporco di sabbia?».
«Ma come mai ha fatto la pipì addosso?».
«Maestra, mi ha detto che un bambino l'ha picchiato, ma è vero?».
Cosa ne dite, cari lettori?
sinforosa castoro
«Maestra, il mio bambino non dovete farlo dormire perché poi di sera va a letto tardi».
«Maestra, il mio bambino è abituato a dormire tre ore».
«Maestra, il mio bambino vuole essere corteggiato per sentirsi a suo agio. Poi può diventare anche un po' prepotente, ma voi dovete trattarlo coi guanti altrimenti se la prende».
«Maestra, la mia bambina a casa mangia, perché qua no?».
«Maestra il mio bambino dovete imboccarlo perché è pigro e magari correrà dappertutto. A casa lo rincorriamo per farlo mangiare».
«Maestra, lui vuole sempre avere ragione, anche a casa fa tanti capricci quando vuole qualcosa».
«Maestra, ha portato a scuola questo, so che non può. Io non riesco a toglierglielo, fatelo voi».
«Maestra, adesso le tolgo il pigiamino, a casa non riesco, fa di quei capricci!».
«Maestra, ma come mai ha in bocca il ciuccio? Lo usa solo per dormire». (Il bimbo è sveglio da quindici minuti).
«Maestra, ho visto dalla finestra che un bambino gli ha tolto la palla da mano».
«Maestra non voglio che giochi con gli stranieri».
«Lo so che non può magiare la tortina qui, davanti agli altri, ma a casa non vuole fare colazione».
«Maestra, perché è sporco di sabbia?».
«Ma come mai ha fatto la pipì addosso?».
«Maestra, mi ha detto che un bambino l'ha picchiato, ma è vero?».
Cosa ne dite, cari lettori?
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