La Rete

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Papa Francesco

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venerdì 30 ottobre 2015

Gioia e differenze

Solo Dio sa creare gioia nelle differenze.
Papa Francesco 
27 ottobre 2013




sinforosa castoro

N. B. Ho aggiornato il post F A N T A S I A 

martedì 27 ottobre 2015

Peggy va a Roma. 3° Parte

Dopo cena abbiamo camminato, camminato, camminato e abbiamo visto Roma di notte. Guardate un po' qua che meraviglia!






















Poi ero però così stanca, haaa... che mi sono addormentata... Haa-aa! Che sbadiglio. Scusate. 'Notte...



domenica 25 ottobre 2015

Fantasmi

A grandi passi si sta avvicinando la festa di Halloween e a scuola, oltre a canti e danze, si preparano semplici oggetti, i più realizzati con materiale di recupero.
Bicchierini usati
cartoncino nero di recupero da un vecchio calendario.
Punteruoli e feltri.
I bambini "grandi" punteggiano occhi e bocca dei fantasmini. Li incollano ai bicchierini ed ecco realizzati tanti fantasmini simpaticissimi da appendere alle finestre.







sinforosa castoro





http://inartesy.blogspot.it/2015/10/link-party-halloween-da-inartesy.html

sabato 24 ottobre 2015

F A N T A S I A

Oggi a tavola si parlava di fantasia e mi è stata rivolta questa domanda: che rumore fa la fantasia? Prima di dirvi a quale rumore-suono associo la parola fantasia voglio sentire le vostre risposte e aggiungerei anche: che colore ha la fantasia? Io ho già risposto a tutte e due le domande e voi, chi ha voglia di rispondere?

sinforosa castoro

Venerdì 30 ottobre 2015
È arrivato il momento di comunicarvi le mie risposte.
Il suono-rumore della Fantasia è come quando si apre una bottiglia di acqua gasatissima: frizza.
La Fantasia ha il colore dell'arcobaleno.
Grazie a tutti coloro che hanno risposto
sinforosa castoro

Mara L.
Ieri alle ore 22:17
 
Rispondi
è difficile rispondere a queste domande , per me molto dipende ai miei stati d'animo, ovvio per te, insegnante d'infanzia, è più facile associare un rumore e un colore preciso per la 'Signora Fantasia' , i bimbi sono più 'duttili' in questo gioco bello e reale....in questo momento , per me, 'fantasia' è il parlottio quieto tra amici da tempo lontani, e occhi blu speranza di una amicizia perduta e ritrovata...ciao +sinforosa c:)))
ps: il mio pc è ostico a rispondere nel tuo blog , forse ho bisogno di ripetizioni.........:))))



venerdì 23 ottobre 2015

Agnello

Agnello
Con l'offerta del figlio Isacco al Signore, Abramo donava a Dio la cosa più preziosa che aveva: suo figlio. A quei tempi si offrivano a Dio gli stessi figli, cioè la cosa più preziosa che si possedeva. Ma tutti noi sappiamo che Dio ferma la mano di Abramo e Isacco è salvo e da quel momento non ci saranno mai più sacrifici umani, solo di animali.
Gli Ebrei erano pastori e per loro le pecore erano preziose e importanti, per questo venivano sacrificati gli agnelli, per donare a Dio qualcosa di puro e prezioso. Nella Bibbia questi animali sono nominati tante volte. Oltre all'episodio citato, in Esodo troviamo l'episodio dell'uccisione dell'agnello per la Pasqua ebraica, in Isaia il profeta profetizza che verrà sulla terra un agnello speciale cioè Gesù Cristo che "come agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori, non aprì la sua bocca".
Nei Vangeli Giovanni Battista indica Gesù come "l'agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo". Gesù stesso utilizza questi docili animali per le sue parabole.
Gesù è quell'agnello che si sacrifica per l'intera umanità. D'ora in poi non vi saranno mai più sacrifici, né umani né di animali poiché Dio, Gesù dichiara, "vuole tributi di amore e non di morte". Gesù, che è venuto per mostrare il vero volere del Padre, è il vero e unico Agnello sacrificale.





sinforosa castoro
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giovedì 22 ottobre 2015

The Blues Brothers

Chi si ricorda di questo film?




Prendetevi una sera e guardatelo con tutta la famiglia e poi alzatevi dal divano e... ballate.

sinforosa castoro

martedì 20 ottobre 2015

La nipotina che non saluta la sua nonna

Lei arriva con due dei suoi nipotini, è una nonna energica e tuttofare, entra in aula e vede l'altra nipotina, quella che è già arrivata a scuola, e la chiama.
«Vai» le dico io, «vai a salutare la nonna». Lei fa no con la testa.
«Ma, non vedi che la nonna vuole salutarti? Salutala, no!». A quel punto lei fa un cenno, poco convincente, di ciao con la manina stando a debita distanza.
La nonna, mesta, è ancora sulla porta ad aspettare quell'abbraccio che non arriverà.
Io incito, di nuovo: «Perché non vai a salutare la nonna? Sei un po' monellina, eh!».
A quell'ennesimo rifiuto della nipote la nonna sbotta, delusa e arrabbiata: «No, lei non c'entra. È il papà e la mamma che non vogliono la nonna» e se ne va con le lacrime agli occhi senza voltarsi indietro.

Cari genitori, qualunque sia il motivo di divergenza con i vostri genitori, non lasciate che questo impedisca ai vostri figli di amarli. I nipoti devono avere la possibilità di amare nonne e nonni.
Parlatevi, chiaritevi, voi siete adulti, potete farlo, dovete farlo e poi cercate di amarvi e sarete tutti più felici.



sinforosa castoro

lunedì 19 ottobre 2015

NO NO e NOOO

A scuola i capricci sono all'ordine del giorno. Ma di anno in anno sembra che aumentino a vista d'occhio bambini e bambine che pare non abbiano mai sentito pronunciare la parolina NO. I genitori fanno sempre più fatica a dire un bel NO fermo, sicuro, senza ripensamenti. Certo è molto più facile dire dei sì. Sì al giocattolo nuovo quotidiano. Sì alla tele accesa per tutto il tempo in cui sei in casa. Sì a girovagare durante il pranzo o la cena. Sì al vestito che vuoi indossare tu. Sì a tutto quello che combini. Sì, sì, sì, e poi? E poi il bimbo entra in una comunità e si scontra con tanti altri bambini che come lui sono abituati solo e soltanto a dei sì, e allora scoppiano rissa, bisticci, pugni e schiaffi che volano, pianti isterici, in una parola capricci.
Quando scoppia un capriccio il bambino strilla, urla, sputa, si ribella, si butta a terra, tenta di strapparsi di dosso magliette o quant'altro (ricordo una bimba che si era graffiata tutta la faccia). Si può ben capire che per un genitore non è bello vedere il proprio bimbo comportarsi in quel modo, affrontare quella sofferenza e allora tenta di evitare ed evitargli  tutto questo accontentandolo, sempre. Niente di più sbagliato, perché facendo così si innesca un meccanismo per cui il bambino sa che se fa un capriccio ottiene ciò che vuole e poco dopo capirà che basterà solo accennare al capriccio per vedersi accontentato.
Come fare? Prima regola: non dare peso al capriccio. L'educatore (genitore, insegnante) deve solamente restare fermo sulle decisioni prese e non far caso al bimbo che in quel momento strilla, sputa, sferra calci e pugni, si dibatte, si rotola per terra. Nel giro di pochi minuti il bimbo si accorgerà che le sceneggiate messe in atto non producono l'effetto desiderato e cambierà strategia. È in quel momento che l'educatore, serenamente e senza accennare al capriccio, dovrà cercare di farlo ragionare e fargli capire che non ha bisogno di capricci per ottenere qualcosa, ma che non può ottenere sempre tutto ciò che vuole. Sereni, è più facile di quanto si pensi. Provare per credere e fatemi sapere.




sinforosa castoro

domenica 18 ottobre 2015

Api, mosche e cani

Api e mosche.
Nel racconto di Sansone, che uccide un leone a mani nude, si narra che dopo qualche giorno ritorna a "vedere la carcassa dell'animale e trova che dentro le api avevano fatto un favo pieno di miele".
Naturalmente quelle che Sansone trovò non erano api (le api, così precise e pulite, non farebbero mai il nido in carne in putrefazione), bensì mosche del gruppo dei Sirfidi,  mosche molti simili alle api per via delle loro strisce gialle e nere e che con quell'aspetto tengono lontani uccelli predatori. Per le  mosche, infatti, quella carcassa era la loro casa e il loro ristorante. È in un ambiente simile che le mosche si nutrono e depongono le larve. E come mai Sansone vede del miele? Sansone, convinto di aver visto delle api, è convinto di vedere il miele, che in realtà non c'è.
Anche il grande poeta Virgilio si stupì per il prodigio della giovenca.
Una giovenca fu uccisa in sacrificio agli dei e lasciata lì a putrefare. Dopo qualche giorno si vide che dalla sua bocca usciva uno sciame di api, che api non erano.
È così che per i popoli antichi l'ape divenne il simbolo della vita che rinasce dalla morte e dalla decomposizione.
Cane
I popoli antichi lo immaginavano come l'animale della soglia. Nell'antica Grecia a guardia dell'Ade (il regno dei morti) ringhiava il cane a tre tesate Cerbero. In Egitto Anubis, il dio dalla testa di sciacallo, accompagnava i defunti negli inferi. Per gli ebrei il cane era un animale impuro poiché, come il maiale, cercava cibo anche nella spazzatura e spesso e volentieri mangiava persino il suo rigurgito.
Nel cane di oggi vive l'antico lupo affamato e nonostante i cani di allora fossero come quelli di oggi: affettuosi, giocherelloni, socievoli, nell'antichità la povertà era tale che nessuno li nutriva e così erano costretti a mangiare carogne e cadaveri. Agli uomini piace sopravvivere, ma non capivano che piace anche al cane e perciò lo giudicavano con disgusto.

















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mercoledì 14 ottobre 2015

Animali nel Medioevo

Anzitutto, che cos'è un bestiario? È un libro che descrive animali o bestie e che nel Medioevo aveva una funzione didattica, quella, cioè, di raccontare di animali, reali o fantastici (ma per l'uomo del Medioevo non c'erano queste distinzioni tra reale e fantastico, dobbiamo tenerlo a mente), per meglio comprendere la vita umana. 
Uno dei più significativi bestiari risale al II e III secolo d. C. in greco (ma in seguito tradotto in armeno, etiopico, siriano e latino) e chiamato Il Fisiologo. Questo testo cerca di descrivere il mondo della natura in chiave cristiana, attingendo  da filosofi greci e latini, tra cui Aristotele, di naturalisti quali Plinio il Vecchio e da autori minori, come il poeta Lucano.
Il Fisiologo spopolò così tanto che nel Duecento un'infinità di bestiari si diffusero nei vari idiomi volgari (Fonte Bestiario Medievale Frate Indovino)
In questa rubrica cercheremo di scoprire il significato di alcuni animali che possiamo incontrare leggendo l'Antico e il Nuovo Testamento o entrando in Chiese o in Basiliche.
Spero possa interessarvi.


















sinforosa castoro
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martedì 13 ottobre 2015

Tristezza

E' necessaria l'infelicità per capire la gioia,
il dubbio per capire la verità...
la morte per comprendere la vita. 
Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene. 
Madre Teresa di Calcutta



sinforosa castoro

domenica 11 ottobre 2015

Vendi quello che hai e seguimi

In quel tempo,  mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dello ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Pietro allora gli disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutta e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli c sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che  non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna". Mc. 10,17-30

Quello che mi ha sempre colpito in questo brano di Marco è la relazione fra Gesù e quel tale che si avvicina e lo interroga sulla vita eterna.
Gesù gli consiglia il da farsi, ma quel tale "...rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto". 
Gesù non gli offre né un comando né un precetto, bensì una relazione  "Allora Gesù, fissatolo, lo amò..." che resta, però, non ricambiata.
Il Signore ci offre continuamente il suo amore. Cerchiamo di riconoscerlo e di accoglierlo, per non essere afflitti, come quel tale.



sinforosa castoro

venerdì 9 ottobre 2015

giovedì 8 ottobre 2015

Saluto alle virtù

SALUTO ALLE VIRTÙ
[256] 1 Ave, regina sapienza,
il Signore ti salvi
con tua sorella, la santa e pura semplicità.
2 Signora santa povertà,
il Signore ti salvi
con tua sorella, la santa umiltà.
3 Signora santa carità,
il Signore ti salvi
con tua sorella, la santa obbedienza.
4 Santissime virtù,
voi tutte salvi il Signore
dal quale venite e procedete.
[257] 5 Non c'è assolutamente uomo nel mondo intero,
che possa avere una sola di voi,
se prima non muore [a se stesso].
6 Chi ne ha una e le altre non offende,
tutte le possiede,
7 e chi anche una sola ne offende
non ne possiede nessuna e le offende tutte (Cfr. Gc 2,10).
8 e ognuna confonde i vizi e i peccati.

[258] 9 La santa sapienza
confonde Satana e tutte le sue insidie.
10 La pura santa semplicità
confonde ogni sapienza (Cfr. 1Cor 2,6; 3,19) di questo mondo
e la sapienza della carne.
11 La santa povertà
confonde la cupidigia, I'avarizia
e le preoccupazioni del secolo presente (Cfr. Mt 13,22).
12 La santa umiltà
confonde la superbia
e tutti gli uomini che sono nel mondo
e similmente tutte le cose che sono nel mondo.
13 La santa carità
confonde tutte le diaboliche e carnali tentazioni
e tutti i timori carnali.
14 La santa obbedienza
confonde tutte le volontà corporali e carnali
e ogni volontà propria,
15 e tiene il suo corpo mortificato per l'obbedienza
allo spirito e per l'obbedienza al proprio fratello;
16 e allora l'uomo è suddito e sottomesso
a tutti gli uomini che sono nel mondo,
17 e non soltanto ai soli uomini,
ma anche a tutte le bestie e alle fiere,
18 così che possano fare di lui quello che vogliono
per quanto sarà loro concesso dall'alto del Signore (Cfr. Gv 19,11).

S. Francesco di Assisi


sinforosa castoro

mercoledì 7 ottobre 2015

Con il Rosario

Oggi si fa memoria della Madonna del Santo Rosario, a ricordo della vittoria di Lepanto (1571), che fermò l'espansione dell'impero ottomano.
San Pio V attribuì quello storico evento alla preghiera che il popolo cristiano aveva elevato a Maria con il Rosario. Ma dobbiamo fare un passo indietro.
Nel 1212 san Domenico di Guzman, a Tolosa, vide la Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, per combattere l'eresia albigese. Fu così che il Rosario divenne la preghiera più diffusa per contrastare le eresie e vincere i musulmani. A Lepanto, mentre si moriva per Cristo, per la Chiesa e per la Patria, si recitava il Santo Rosario; i prigionieri remavano ritmando il tempo con le decine dei misteri. La vittoria, 23 giorni dopo, fu attribuita alla Madonna. I musulmani tagliavano le teste, come oggi.
 San Grignon de Montfort diceva: «Nel Cielo, come ricompensa alla profonda umiltà di Maria, Dio le ha dato il potere e l'incarico di riempire di santi i troni lasciati vuoti dalla superbia degli angeli ribelli».
Le grazie passano per Maria, "Aiuto dei Cristiani".
I forzati ai remi nella flotta furono liberati; sbarcarono a Porto Recanati e salirono alla Santa Casa di Loreto, per offrire le loro catene alla Madonna e farne cancellate agli altari delle cappelle. Lo stendardo fu donato alla chiesa di Maria a Gaeta.
Non dimentichiamo che con il Rosario si invoca la Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di lei, associata in modo speciale all'incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio.


Da un Giornalino Parrocchiale

lunedì 5 ottobre 2015

Quo vadis

Ieri riflettevo un po' sull'agire del Signore nella vita di ciascuno, che si creda o no.
"Le sue vie non sono le vostre vie".
"I suoi pensieri non sono i vostri pensieri".
"Uno semina e l'altro raccoglie".
"Ti porterò dove non vuoi andare".
Lo so, non è mai bello estrapolare frasi dal contesto, ma coloro che conoscono un po' la Scrittura sanno di cosa sto parlando.
Ebbene, mio caro Signore, io spesso dimentico queste parole e ho aspettative, o meglio speranze, sulle vie che dovrò percorrere a venire, facendomi un sacco di pensieri sui pro e contro, sperando di vedere un poco i frutti del mio seminare e invece...
E invece Tu mi stai mostrando altre vie, altre novità inaspettate delle quali non mi sono ancora potuta fare nessun pensiero e/o aspettativa, sconvolgendo così tutte quei pensieri-speranze-aspettative che mi ero, per benino, "programmata".
Sì, ancora una volta devo riconoscerlo, sei Tu il Signore della storia, e non solo quella con la s maiuscola, anche della mia, di quella di ciascuno.
Fai in modo che ognuno se ne renda conto e per questo si lasci andare fra le tue braccia, che portano, certamente, a un porto sicuro, anche se per un po' ci si può sentire disorientati.
In fondo, Signore, è questo il gusto bello e sempre nuovo della vita: percorrere le Tue vie.



sinforosa castoro

sabato 3 ottobre 2015

Parafrasi del Padre Nostro

PARAFRASI DEL PADRE NOSTRO
[266] 1 O santissimo Padre nostro (Mt 6,9): creatore, redentore, consolatore e salvatore nostro.
[267] 2 Che sei nei cieli (Mt 6,9): negli angeli e nei santi, illuminandoli alla conoscenza, perché tu, Signore, sei luce, infiammandoli all'amore, perché tu, Signore, sei amore, ponendo la tua dimora in loro e riempiendoli di beatitudine, perché tu, Signore, sei il sommo bene, eterno, dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene.
[268] 3 Sia santificato il tuo nome (Mt 6,9; Cfr. Ef 3,18): si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, affinché possiamo conoscere l'ampiezza dei tuoi benefici, I'estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
[269] 4 Venga il tuo regno (Mt 6,10): perché tu regni in noi per mezzo della grazia e ci faccia giungere nel tuo regno, ove la visione di te è senza veli, l'amore di te è perfetto, la comunione di te è beata, il godimento di te senza fine.
[270] 5 Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra (Mt 6,10): affinché ti amiamo con tutto il cuore (Cfr. Lc 10,27), sempre pensando a te; con tutta l'anima sempre desiderando te con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre intenzioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tute le nostre forze spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell'anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e nei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno (Cfr. 2Cor 6,3).
[271] 6 Il nostro pane quotidiano (Mt 6,12): il tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, dà a noi oggi: in memoria, comprensione e reverenza dell'amore che egli ebbe per noi e di tutto quello che per noi disse, fece e patì.
[272] 7 E rimetti a noi i nostri debiti (Mt 6,12): per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto e per i meriti e l'intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti.
[273] 8 Come noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12): e quello che non sappiamo pienamente perdonare, tu, Signore, fa' che pienamente perdoniamo sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici (Cfr. Mt 5,44) e devotamente intercediamo presso di te, non rendendo a nessuno male per male (Cfr. 1Ts 5,15;Rm 12,17) e impegnandoci in te ad essere di giovamento a tutti.
[274] 9 E non ci indurre in tentazione (Mt 6,13): nascosta o manifesta, improvvisa o insistente.
[275] 10 Ma liberaci dal male (Mt 6,13): passato, presente e futuro. Gloria al Padre, ecc. 
S. Francesco di Assisi



sinfororsa castoro

venerdì 2 ottobre 2015

Nonni

Oggi si celebra la festa degli Angeli Custodi e chi meglio dei nonni sono, oggi, custodi dei più piccoli? E allora... Auguri a tutti i nonni e le nonne del mondo. I bambini disegnano Angelinonni da regalare.






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