8 Affronta le situazioni tossiche che stai tollerando.
TRA CASA E SCUOLA: APPUNTI DI VITA, PENSIERI, PAROLE, RACCONTI, MUSICA, FILASTROCCHE, IMMAGINI E... MOLTO ALTRO ANCORA.
La Rete
LA RETE DIGITALE PUÒ ESSERE UN LUOGO RICCO DI UMANITÀ, NON UNA RETE DI FILI MA DI PERSONE UMANE.
Papa Francesco
BENVENUTO
BENVENUTO E GRAZIE PER IL TEMPO CHE DEDICHI A QUESTO BLOG. CON TUTTE LE SCELTE POSSIBILI CHE INTERNET OFFRE OGNI GIORNO DI PIÙ, MI FA DAVVERO PIACERE CHE TU SIA QUI. SENTITI LIBERO DI COMMENTARE. I COMMENTI ARRICCHISCONO IL BLOG. SE LO DESIDERI PUOI ANCHE SCRIVERMI UTILIZZANDO
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AGORÁ
giovedì 31 marzo 2016
martedì 29 marzo 2016
Mio papà è cattivo
«Maestra, sai che mio papà è cattivo?».
«Ma no, nessun papà è cattivo».
«Sì, è cattivo perché ha mandato fuori la mamma e ha tirato via l'anello e poi la mamma piangeva».
«Capita a tutti di litigare, poi, vedrai, faranno la pace».
«Sì, hanno fatto la pace».
«Hai visto? Devi stare tranquilla, a volte i grandi fanno proprio come voi bambini: litigano e poi fanno la pace».
«Sì» e mi si siede vicino.
Genitori, cercate di non fare scenate davanti ai figli, per loro è una sofferenza ed è destabilizzante. Vedere il papà o la mamma che litigano, si insultano, urlano e piangono li rende insicuri, paurosi. Dinanzi ai vostri figli la parola d'ordine è cautela, non dimenticatelo.
sinforosa castoro
«Ma no, nessun papà è cattivo».
«Sì, è cattivo perché ha mandato fuori la mamma e ha tirato via l'anello e poi la mamma piangeva».
«Capita a tutti di litigare, poi, vedrai, faranno la pace».
«Sì, hanno fatto la pace».
«Hai visto? Devi stare tranquilla, a volte i grandi fanno proprio come voi bambini: litigano e poi fanno la pace».
«Sì» e mi si siede vicino.
Genitori, cercate di non fare scenate davanti ai figli, per loro è una sofferenza ed è destabilizzante. Vedere il papà o la mamma che litigano, si insultano, urlano e piangono li rende insicuri, paurosi. Dinanzi ai vostri figli la parola d'ordine è cautela, non dimenticatelo.
sinforosa castoro
lunedì 28 marzo 2016
sabato 26 marzo 2016
È Pasqua 2016
SEQUENZA
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re
vittorioso, portaci la tua salvezza.
Buona Pasqua a tutti voi, amiche e
amici di rete, a voi e a tutte le persone che vi sono care.
sinforosa castoro
venerdì 25 marzo 2016
La Croce
La croce l'abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L'abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. L'abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita.
Riflessione sulla II° Stazione della Via Crucis di don Tonino Bello
sinforosa castoro
Riflessione sulla II° Stazione della Via Crucis di don Tonino Bello
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mercoledì 23 marzo 2016
Via Crucis
In questo giorno di lutto, in questo mercoledì Santo, ripropongo, in un unico post, una Via Crucis raccontata con le parole dei bambini.
II° Stazione. Gesù porta la croce.
III° Stazione: Gesù cade la prima volta
«Gesù cade, perché è stanco e poi il legno è pesante e lui è triste e ci sono lì i soldati che ci dicono: "Su, alzati" e dopo lui si alza».
IV° Stazione: Gesù incontra la Madre.
«... Dopo, Gesù incontra sua mamma, Maria, anche lei è triste perché vede Gesù tutto ferito e vuole aiutarlo, ma non ci riesce».
V° Stazione: Il Cireneo porta la croce
«... I soldati dicono a un uomo "Adesso porta un po' tu la croce", perché poi magari Gesù moriva prima di metterlo in croce e i soldati non volevano. Allora un signore prende lui il legno e Gesù lo guarda».
VI° Stazione: La Veronica gli asciuga il volto.
«... C'era tanta gente, ma una signora va vicino a Gesù e con il fazzoletto, grande, gli asciuga la faccia che era tutta piena di polvere e anche di sangue... ».
VII° Stazione: Gesù cade la seconda volta.
«La croce è pesante e Gesù, dopo un po', inciampa e cade ancora».
VIII° Stazione: Gesù conforta le donne.
«Tutti gridavano, c'era tanta gente a guardare, e Gesù sente delle donne che piangono. Piangono per lui, ma lui dice di non piangere più».
IX° Stazione: Gesù cade la terza volta.
«La strada è lunga e non finisce più e Gesù è stanco e cade ancora una volta».
X° Stazione: Gesù è spogliato.
«Quando arrivano sul monte, gli tolgono tutti i vestiti e Gesù è tutto nudo, poverino».
martedì 22 marzo 2016
Misericordia
È probabile che dietro agli incidenti di stamattina all'aeroporto di Bruxelles ci siano ancora attentati. L'orrore che si consuma ogni giorno accanto a noi pare senza fine e tragedie come quella di Valencia sono all'ordine del giorno. In un mondo che va alla deriva parlare di misericordia, in questo anno giubilare, sembra quasi fuori luogo e tempo, eppure bisogna farlo, e soprattutto cercare di viverlo.
Misericordia è un termine che traduce tre vocaboli ebraici: chesed, l'affetto paterno; rechem, l'affetto, la tensione materna e chen, la cura e la cordialità. Ecco, quando si pensa alla misericordia, come spesso ci rammenta il Papa, si dovrebbe pensare alle sfumature che racchiude questa parola. La misericordia è amore, amicizia, benevolenza, bontà, attenzione, affetto, tenerezza, perdono, pietà.
sinforosa castoro
Misericordia è un termine che traduce tre vocaboli ebraici: chesed, l'affetto paterno; rechem, l'affetto, la tensione materna e chen, la cura e la cordialità. Ecco, quando si pensa alla misericordia, come spesso ci rammenta il Papa, si dovrebbe pensare alle sfumature che racchiude questa parola. La misericordia è amore, amicizia, benevolenza, bontà, attenzione, affetto, tenerezza, perdono, pietà.
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domenica 20 marzo 2016
Percorso verso Pasqua
Dopo il racconto e la drammatizzazione degli ultimi istanti della vita di Gesù, i bambini e bambine "grandi" realizzano questo Cartellone che parte dall'entrata di Gesù a Gerusalemme fino alla Risurrezione, passando dalla lavanda dei piedi, all'ultima cena, all'orto degli ulivi, all'arresto, alla condanna, alla salita al Calvario, alla morte e sepoltura.
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venerdì 18 marzo 2016
giovedì 17 marzo 2016
mercoledì 16 marzo 2016
Immigrati
Momento della conversazione con i bambini "grandi".
«Bambini, chi di voi ogni tanto vede il telegiornale?».
«Io sì».
«Anch'io, con mia mamma e mio papà».
«E chi di voi ha visto tutte quelle persone che arrivano con le barche...».
Prende subito la parola il più intraprendente e irruente: «Sì, ho visto che vengono con le barche e poi affonda e tutti annegano».
«Non è vero non affonda sempre».
«Hai ragione, a volte le barche arrivano e ci sono tante e tante persone. Ma, secondo voi, perché tutte quelle persone vengono qui?».
Sempre lui: «Perché c'è la guerra e quelli dell'inis buttano le bombe e allora loro non hanno più le case, perché distruggono tutto, e scappano, altrimenti muoiono, eh!».
«Hai ragione. Nei loro paesi c'è la guerra e la guerra distrugge tutto, purtroppo...».
«Sì, perché buttano tutte le bombe e se poi le buttano anche qui distruggono tutto anche qui... speriamo di no (aggiunge a bassa voce, a una compagna vicina)».
«E noi cosa possiamo fare per aiutarli?».
«Dobbiamo darci le cose da mangiare».
«Sì, anche le coperte, perché fa freddo».
Sempre lui: «Ma poi se quelli dell'inis vengono qui e buttano le bombe, non c'è più niente».
«Stai tranquillo, nel nostro paese non c'è la guerra, siamo fortunati».
«Sì, è vero».
sinforosa castoro
«Bambini, chi di voi ogni tanto vede il telegiornale?».
«Io sì».
«Anch'io, con mia mamma e mio papà».
«E chi di voi ha visto tutte quelle persone che arrivano con le barche...».
Prende subito la parola il più intraprendente e irruente: «Sì, ho visto che vengono con le barche e poi affonda e tutti annegano».
«Non è vero non affonda sempre».
«Hai ragione, a volte le barche arrivano e ci sono tante e tante persone. Ma, secondo voi, perché tutte quelle persone vengono qui?».
Sempre lui: «Perché c'è la guerra e quelli dell'inis buttano le bombe e allora loro non hanno più le case, perché distruggono tutto, e scappano, altrimenti muoiono, eh!».
«Hai ragione. Nei loro paesi c'è la guerra e la guerra distrugge tutto, purtroppo...».
«Sì, perché buttano tutte le bombe e se poi le buttano anche qui distruggono tutto anche qui... speriamo di no (aggiunge a bassa voce, a una compagna vicina)».
«E noi cosa possiamo fare per aiutarli?».
«Dobbiamo darci le cose da mangiare».
«Sì, anche le coperte, perché fa freddo».
Sempre lui: «Ma poi se quelli dell'inis vengono qui e buttano le bombe, non c'è più niente».
«Stai tranquillo, nel nostro paese non c'è la guerra, siamo fortunati».
«Sì, è vero».
sinforosa castoro
martedì 15 marzo 2016
La preghiera delle 5 dita
La preghiera delle 5 dita
Il pollice è il dito più vicino a te. Così inizia a pregare per chi ti è più vicino. Sono le persone che più facilmente tornano nei nostri ricordi. Pregare per le persone a noi care è "un dolce obbligo".
Il dito seguente è l’indice. Prega per chi insegna, educa e medica, quindi per maestri, professori, medici e sacerdoti. Questi hanno bisogno di sostegno e saggezza affinché possano indicare la via giusta agli altri. Non dimenticarli mai nelle tue preghiere.
Il dito seguente è il più alto. Ci fa ricordare i nostri governatori. Prega per il presidente, per i parlamentari, per gli imprenditori e per i dirigenti. Sono loro che dirigono il destino della nostra patria e che guidano l’opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.
Il quarto dito è il dito anulare. Nonostante possa sorprendere i più, è questo il nostro dito più debole, e qualunque insegnante di pianoforte lo può confermare. Bisogna ricordarsi di pregare per i più deboli, per coloro che hanno tanti problemi da affrontare o che sono affaticati dalle malattie. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Non saranno mai troppe le preghiere per queste persone. Inoltre ci invita a pregare per i matrimoni.
E per ultimo c’è il nostro dito mignolo, il più piccolo tra tutte le dita, piccolo come bisogna sentirsi di fronte a Dio e agli altri. Come dice la Bibbia "gli ultimi saranno i primi". Il mignolo ti ricorda che devi pregare per te stesso. Solo quando avrai pregato per gli altri quattro gruppi, potrai vedere nella giusta ottica i tuoi bisogni e pregare meglio per te. Papa Francesco
domenica 13 marzo 2016
Dichiarazione d'amore
Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Filippesi 8,3-14
Filippesi 8,3-14
- Questo pezzetto della Lettera di Paolo ai Filippesi cos'è se non una dichiarazione di amore verso quel Signore dapprima perseguitato e poi tanto amato, a motivo di quell'amore misericordioso e potente, da indurlo a dichiarare che tutto ciò che non ha a che fare col suo Signore è solo spazzatura?
- La via è lunga, si sa, e all'orizzonte incombono nuvole minacciose, ma la meta è visibile e certa e il compagno di viaggio è un compagno fedele e innamorato.
sinforosa castoro
sabato 12 marzo 2016
I dieci ladri della tua energia 4-5-6-7
4 Elimina nel possibile e delega i compiti che preferisci non fare e dedica il tuo tempo a fare quelli che ti piacciono.
5 Permettiti di riposare quando ti serve e dati il permesso di agire se hai un’occasione buona.
6 Butta, raccogli e organizza, niente ti prende più energia di uno spazio disordinato e pieno di cose del passato che ormai non ti servono più.
giovedì 10 marzo 2016
Mercanti di armi
L'industria delle armi non conosce crisi. Lo conferma il rapporto annuale stilato dallo Stockholm International Peace Research Institute, che prende in considerazione le aziende mondiali che si spartiscono un mercato da oltre 400 miliardi di dollari. Nessuna novità sulla leadership: Usa al primo posto, seguita da Gran Bretagna e Russia. Mosca è in forte ascesa, grazie agli accordi con India e Cina. Sofferenze per le aziende europee: solo quelle tedesche e svizzere hanno fatto registrare segni positivi. In crescita le aziende brasiliane, sudcoreane e turche (4 per cento). Le guerre che causano morti, fame e disperazione si combattono con le armi che la società «evoluta e civile» produce. I 400 miliardi del fatturato sarebbero ben più utili per combattere la fame nel mondo.
Roberto Zerio Cavaliere da il Messaggero di sant'Antonio febbraio 2016
sinforosa castoro
Roberto Zerio Cavaliere da il Messaggero di sant'Antonio febbraio 2016
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mercoledì 9 marzo 2016
Il gatto
Due bimbe, una grande e una mezzana, e un bimbo piccolo stanno accanto a me.
Lui dice: «Maestra mio papà è ammalato e anche il mio gatto, ha il gomito».
«Chi ha il vomito: il papà o il gatto?».
«Il mio gatto. Ha il gomito».
«Si dice vomito. Non preoccuparti, il gatto ha vomitato perché si è leccato il pelo e poi gli è andato in gola e allora lo vomita e poi sta meglio».
Quella grande: «Anch'io ho il gatto, ma non vomita».
Io: «Magari non l'hai visto».
Lui riprende: «Il mio gatto gomita perché si lecca tutte le piume».
Quella grande: «Ma le piume ce l'hanno gli uccelli».
Io: «È vero, i gatti hanno la pelliccia».
Quella mezzana: «Le piume ce l'hanno anche i neonati delle galline».
Io: «È vero. E come si chiamano i neonati delle galline?».
Quella grande, da so-tutto-io: «Ma si chiamano pulcini, no?».
sinforosa castoro
Lui dice: «Maestra mio papà è ammalato e anche il mio gatto, ha il gomito».
«Chi ha il vomito: il papà o il gatto?».
«Il mio gatto. Ha il gomito».
«Si dice vomito. Non preoccuparti, il gatto ha vomitato perché si è leccato il pelo e poi gli è andato in gola e allora lo vomita e poi sta meglio».
Quella grande: «Anch'io ho il gatto, ma non vomita».
Io: «Magari non l'hai visto».
Lui riprende: «Il mio gatto gomita perché si lecca tutte le piume».
Quella grande: «Ma le piume ce l'hanno gli uccelli».
Io: «È vero, i gatti hanno la pelliccia».
Quella mezzana: «Le piume ce l'hanno anche i neonati delle galline».
Io: «È vero. E come si chiamano i neonati delle galline?».
Quella grande, da so-tutto-io: «Ma si chiamano pulcini, no?».
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martedì 8 marzo 2016
La Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna
La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l'amore gratuito di un'altra persona; per le donne che vegliano sull'essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne che lavorano professionalmente, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale; per le donne «perfette» e per le donne «deboli» per tutte: così come sono uscite dal cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità; così come sono state abbracciate dal suo eterno amore; così come, insieme con l'uomo, sono pellegrine su questa terra, che è, nel tempo, la «patria» degli uomini e si trasforma talvolta in una «valle di pianto»; così come assumono, insieme con l'uomo, una comune responsabilità per le sorti dell'umanità, secondo le quotidiane necessità e secondo quei destini definitivi che l'umana famiglia ha in Dio stesso, nel seno dell'ineffabile Trinità.
La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del «genio» femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e Nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità: ringrazia per tutti i frutti di santità femminile.
San Giovanni Paolo II. Mulieris Dignitatem - Conclusione.
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