Eleonora, una bimba di cinque anni, si avvicina e mi chiede:
«Ma come si fa a sapere se è un maschio?».
«Cosa vuoi dire, intendi quando la mamma aspetta un bambino?».
«Sì. Come fanno a sapere che è un maschio?».
«Perché il dottore ha uno strumento che passa sulla pancia della mamma e fa vedere sul monitor, che è come un piccolo televisore, se è un maschio o una femmina».
Mi guarda con fare interrogativo.
«Perché i maschi hanno il "pisellino"».
«Esatto, però non si chiama pisellino; come si chiama?».
«Boh!».
«Si chiama pene. I maschietti hanno il pene e le femmine hanno la vagina. Il dottore dice alla mamma che è un maschietto perché in quel monitor vede che il bambino, che ha dentro nella pancia, ha il pene, se non ce l'ha è una... ».
«È una bambina».
«Brava».
Due bambini ridono, maliziosi.
«Bambini, non c'è niente da ridere. Come si chiama questa?».
«La faccia».
«E questi?».
«Gli occhi».
«E ridete quando dite faccia, occhi, bocca, naso... ?».
«No-o».
«E allora non c'è niente da ridere nel chiamare il pene con il suo nome e la vagina con il suo nome, è vero?».
«Sììì».
E se ne vanno a lavarsi le mani con una ritrovata "serietà".
p.s.
Cari genitori fate imparare ai vostri figli a chiamare le cose col loro nome. Il timore della parola non fa che accrescere "sospetti" verso quella parola alimentando inutili malizie, che non dovrebbero esistere, per chiunque, tanto più nei bambini di questa età.
sinforosa castoro
Giusto!
RispondiEliminaMi fa piacere sapere che la pensi come me.
RispondiEliminaCiao ciao
sinforosa