"Gesù racconta una storia ai suoi amici e dice...
Una mattina, un pastore manda fuori dal recinto tutte le sue pecore, erano tante, cento (e fa segno con i palmi delle mani bene aperti).
Cammina tanto, fino a quando arriva in un prato e dice alle pecore:
«Adesso state qui e io vi guardo e voi potete mangiare l'erbetta verdolina». E le pecore mangiavano tutta l'erba e il pastore le guardava, poi mangia anche lui, perché è mezzogiorno, un po' di formaggio con il pane e il latte. Poi, al pomeriggio, le pecore si riposano un po', poi mangiano ancora l'erba, poi incomincia a venire un po' di buio e allora il pastore dice: «Andiamo a casa».
Tutte le pecore vanno. Quando arriva dove c'è il recinto le manda tutte dentro e le conta: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, venti, cinquanta, ottanta... e poi ne manca una. Chiude bene il recinto, se no vengono i ladri e loro (le pecore) scappano e va a cercare la pecora che non c'è più. C'era buio, perché non c'erano i lampioni, e fa tanta strada, cerca dappertutto, ma la pecora non c'è più.
Poi, sente fare: «Bééé... bééé... bééé... », era la pecora che era caduta nel cespuglio di spine e si era punta tutta.
Il pastore va nel cespuglio e si punge anche lui, perché deve prendere la pecora che era in mezzo a tutte le spine. Le spine "le" pungono tutte le mani, ma poi lui la prende e la prende in braccio, aveva tutta la lana rossa perché c'era su il sangue, e la porta a casa e la cura. Ci mette su il disinfettante e il cerotto e le dà da mangiare l'erba verdolina e poi la pecora guarisce.
E poi Gesù dice: «Il pastore è stato bravo o cattivo?».
E i suoi amici "ci" dicono: «Bravo».
E Gesù, allora, dice: «Anche Dio Padre è bravo come il pastore»."
Dopo il racconto, la visione delle immagini e la drammatizzazione della parabola del Buon Pastore, Rachele (anni 5) racconta ad amici e amiche la sua versione.
sinforosa castoro
Una mattina, un pastore manda fuori dal recinto tutte le sue pecore, erano tante, cento (e fa segno con i palmi delle mani bene aperti).
Cammina tanto, fino a quando arriva in un prato e dice alle pecore:
«Adesso state qui e io vi guardo e voi potete mangiare l'erbetta verdolina». E le pecore mangiavano tutta l'erba e il pastore le guardava, poi mangia anche lui, perché è mezzogiorno, un po' di formaggio con il pane e il latte. Poi, al pomeriggio, le pecore si riposano un po', poi mangiano ancora l'erba, poi incomincia a venire un po' di buio e allora il pastore dice: «Andiamo a casa».
Tutte le pecore vanno. Quando arriva dove c'è il recinto le manda tutte dentro e le conta: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, venti, cinquanta, ottanta... e poi ne manca una. Chiude bene il recinto, se no vengono i ladri e loro (le pecore) scappano e va a cercare la pecora che non c'è più. C'era buio, perché non c'erano i lampioni, e fa tanta strada, cerca dappertutto, ma la pecora non c'è più.
Poi, sente fare: «Bééé... bééé... bééé... », era la pecora che era caduta nel cespuglio di spine e si era punta tutta.
E poi Gesù dice: «Il pastore è stato bravo o cattivo?».
E i suoi amici "ci" dicono: «Bravo».
E Gesù, allora, dice: «Anche Dio Padre è bravo come il pastore»."
Dopo il racconto, la visione delle immagini e la drammatizzazione della parabola del Buon Pastore, Rachele (anni 5) racconta ad amici e amiche la sua versione.
sinforosa castoro
Bellissimo post, complimenti. Besitos.
RispondiEliminaGrazie, Maria Dolores, i bambini hanno un loro modo di raccontare che t'incantano.
RispondiEliminaBesitos.
sinforosa castoro