La pietas verso i morti risale agli albori dell'umanità. I cristiani, già al tempo delle catacombe, usano rappresentare sulla parete dell'oculo del defunto la figura di Lazzaro, l'amico di Gesù per cui il Signore ha pianto e che poi ha risorto. Il culto verso i defunti nutre la speranza cristiana della vita oltre la morte. Testimonianze di cristiani che pregano e celebrano l'Eucaristia per i defunti si trovano già nel secondo secolo, ma la commemorazione liturgica ufficiale dei fedeli defunti, il 2 novembre, il giorno seguente alla festività di tutti i Santi, risale al 998, quando l'abate Odilone di Cluny rende obbligatorio in tutti i monasteri sottoposti a lui questo giorno solenne per la "Commemorazione dei defunti, con salmi, elemosine e canti.
A partire dal secolo XIII, con il nome di Anniversarium Omnium Animarum, la festa è riconosciuta da tutta la Chiesa Occidentale, apparendo per la prima volta in veste ufficiale nell'Ordo Romanus XIV, composto dal cardinale diacono Napoleone Orsini (1260-1342) e dal cardinale Giacomo Caetani Stefaneschi (1270-1343), poco prima del trasferimento della sede pontificia in Avignone (1309-1377), dove viene ampliato nel 1311, per ordine del papa Clemente V (1305-1314).
Nel 1915, Benedetto XV invita tutti i sacerdoti a celebrare in questo giorno Messe finalizzate a far riflettere sul mistero pasquale: la vittoria del Signore sul peccato e sulla morte.
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