videro brillare nella volta celeste una stella più luminosa di altre.
«Quello è il segno predetto che in Giudea un grande re è nato» dissero all'unisono.
«Seguiamola, ci condurrà da lui».
E si misero in viaggio.
Raccolsero provviste e, sistemate sui loro cammelli, incominciarono un viaggio che si annunciava lungo e imprevedibile. Attraversarono il gran deserto arabico e il Giordano, salirono a Gerusalemme, sicuri di trovarla in festa per la nascita del re tanto sospirato. Stupiti da tanta indifferenza che regnava nella captale d'Israele, chiesero alla gente, che s'affollava curiosa intorno ai loro cammelli: «Dov'è che è nato il re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in oriente, e siam venuti ad adorarlo».
La notizia che dei capi di tribù della potente casta dei Magi eran venuti dall'oriente a venerare il Messia, passando in un baleno di bocca in bocca, mise in agitazione tutta Gerusalemme e specialmente la reggia.
Il sospettoso Erode, quando sentì che il re legittimo, sospirato da tutto Israele e già riconosciuto anche dagli stranieri, era nato, tremò per il suo trono.
Fatto audace dalla paura, propose di uccidere il nato re nella sua culla. Radunati gli Anziani del popolo, i capi delle famiglie sacerdotali e i dottori della legge chiese loro in qual luogo dovesse nascere il Cristo. Tutti risposero «in Betlem di Giudea», citando il profeta Michea che, settecento anni prima, aveva scritto: «E tu Betlem Efrata, sei piccola per entrare fra le città delle migliaia di Giudea; ma da te nascerà Colui che dovrà essere il re d'Israele».
Avuta una risposta così unanime e dimostrata dalle Scritture, Erode ricevette di nascosto i Magi, che aveva fatto indirizzare al palazzo reale. Saputo quando fosse apparsa loro la stella, li mandò a Betlem, dicendo:
«Andate, cercate con diligenza il fanciullo, e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, affinché possa venire anch'io ad adorarlo». I Magi, non pensando che Erode avesse voluto sapere della stella per regolarsi nell'uccidere i fanciulli, e che desiderasse conoscere il nuovo re per sopprimerlo, presero la via di Betlem.
Appena usciti da Gerusalemme rividero con grande gioia la stella loro apparsa in oriente. Contenti la seguirono non solo nei nove chilometri che li separavano dalla città di David, ma anche per le vie tortuose e strette di Betlem, finché non la videro fermarsi sopra una misera casetta.
Vi entrarono.
Appena ebbero la felicità di vedere il Bambino Gesù in grembo alla madre, illuminati dalla fede, lo adorarono come Figlio di Dio. Aperti poi i loro tesori, gli offrirono i doni d'omaggio: oro, incenso e mirra, mistici doni che riconoscevano nel figlio di Maria il gran re Dio-Uomo.
Il giorno dopo, avendoli Dio durante la notte avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, presero a sud del Mar Morto, e, usciti in poche ore dai regni di Erode, per le vie del deserto tornarono ai loro paesi.
Da Vita Di Gesù di P. Eusebio Tintori Pia Società S. Paolo
sinforosa castoro
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