Qualche tempo fa una mamma mi ferma e mi chiede se può parlarmi. Dico di sì e lei incomincia a vuotare il sacco. La sua bambina, quattro anni e mezzo, a detta sua, ha paura di tutto: «Ha sempre il timore che la lasci sola e poi ha paura del buio e non vuole neanche salutare le persone per strada e... ».
Insomma, mi ha elencato una serie di timori-paure che all'età di sua figlia sono del tutto normali.
Ora, cerchiamo di fare un po' di chiarezza.
La paura è un istinto comune a tutti gli esseri viventi, nell'uomo, purtroppo, è ancora più presente poiché l'uomo, a differenza degli altri esseri viventi, la razionalizza, cioè non la lascia solo a livello istintivo e così la paura, nell'uomo, si moltiplica e si amplifica.
La paura è un istinto indispensabile agli esseri viventi in quanto induce a evitare i pericoli; se non avessimo questo istinto finiremmo in un mare di guai e guai seri, altroché.
La paura è un sentimento come l'amore, la rabbia, la passione e quindi non va demonizzata bensì riconosciuta, accolta e semmai ricondotta.
I bambini molto piccoli hanno istintivamente paura dell'estraneo e dell'abbandono.
Intorno ai due tre anni cominciano ad aver paura del buio, dei mostri, delle ombre, di ciò che può nascondersi/celarsi dietro un'anta, una tenda. Sono questi gli anni in cui c'è la paura della separazione, mentre intorno ai sei anni affiora la paura della morte.
Tutti i bambini e bambine passano attraverso queste fasi, chi più chi meno, ma tutti prima o poi sperimentano questo genere di paure, che poi, se ben amministrate dagli adulti (genitori, insegnanti), pian piano sciamano.
Per questo, le paure dei bambini, non vanno né schernite né sottovalutate ma nemmeno drammatizzate.
Rispettiamo le paure dei nostri bambini. Aiutiamoli a riconoscerle, a parlarne e a esprimerle attraverso linguaggi verbali, grafico-espressivi, drammatici. Molto utili a questo proposito sono le favole, il dialogo aperto, sincero e intelligente dell'adulto con il piccolo.
È probabile che in età adulta, in occasione di eventi particolari (lutto, separazione) la paura ritorni sottoforma di ansia e angoscia e anche in questo caso non si dovrebbe né sottovalutarla né demonizzarla. Guardiamola in faccia, accettiamo di poter aver paura ed escogitiamo pensieri positivi e, perché no, anche "ridicoli" per affrontarla. Trasformiamo la nostra paura rivestendola di ridicolo e così, com'è arrivata, piano piano se ne andrà.
sinforosa castoro
Insomma, mi ha elencato una serie di timori-paure che all'età di sua figlia sono del tutto normali.
Ora, cerchiamo di fare un po' di chiarezza.
La paura è un istinto comune a tutti gli esseri viventi, nell'uomo, purtroppo, è ancora più presente poiché l'uomo, a differenza degli altri esseri viventi, la razionalizza, cioè non la lascia solo a livello istintivo e così la paura, nell'uomo, si moltiplica e si amplifica.
La paura è un istinto indispensabile agli esseri viventi in quanto induce a evitare i pericoli; se non avessimo questo istinto finiremmo in un mare di guai e guai seri, altroché.
La paura è un sentimento come l'amore, la rabbia, la passione e quindi non va demonizzata bensì riconosciuta, accolta e semmai ricondotta.
I bambini molto piccoli hanno istintivamente paura dell'estraneo e dell'abbandono.
Intorno ai due tre anni cominciano ad aver paura del buio, dei mostri, delle ombre, di ciò che può nascondersi/celarsi dietro un'anta, una tenda. Sono questi gli anni in cui c'è la paura della separazione, mentre intorno ai sei anni affiora la paura della morte.
Tutti i bambini e bambine passano attraverso queste fasi, chi più chi meno, ma tutti prima o poi sperimentano questo genere di paure, che poi, se ben amministrate dagli adulti (genitori, insegnanti), pian piano sciamano.
Per questo, le paure dei bambini, non vanno né schernite né sottovalutate ma nemmeno drammatizzate.
Rispettiamo le paure dei nostri bambini. Aiutiamoli a riconoscerle, a parlarne e a esprimerle attraverso linguaggi verbali, grafico-espressivi, drammatici. Molto utili a questo proposito sono le favole, il dialogo aperto, sincero e intelligente dell'adulto con il piccolo.
È probabile che in età adulta, in occasione di eventi particolari (lutto, separazione) la paura ritorni sottoforma di ansia e angoscia e anche in questo caso non si dovrebbe né sottovalutarla né demonizzarla. Guardiamola in faccia, accettiamo di poter aver paura ed escogitiamo pensieri positivi e, perché no, anche "ridicoli" per affrontarla. Trasformiamo la nostra paura rivestendola di ridicolo e così, com'è arrivata, piano piano se ne andrà.
sinforosa castoro
Bella lezione di psicologia, Sinforosa. Semplice, con parole chiare.
RispondiEliminaRicordiamo che in fondo la paura è quella che a volte ci salva la pelle. Da adulti però è ua cosa che si riesce a combattere perchè come adulti possiamo avere molte armi a disposizione. Soprattutto con un poco di buona volontà riusciamo a riconoscerla e a studiarla. I bambini non avendo ancora le nostre esperienze di vita, il nostro bagaglio culturale invece hanno molta più difficoltà sia nel riconoscerla che nell'analizzarla. Può essere difficile per noi, figuriamoci per loro.
Come dici tu, un rappporto costruttivo con gli adulti, un'interazione sottoforma di dialogo, disegni, favole, storielle, lette o inventate assieme possono portare alla luce quello che per i bimbi è insondabile e terrorizzate.
Ciao carissima!
Cara Patricia, grazie mille del contributo che arricchisce il mio piccolo articoletto. Come dici tu, la paura ci salva da pericoli e per questo dovremmo trattarla alla stessa stregua di una qualsiasi altra emozione, tuttavia diventa nemica per noi nel momento in cui ci blocca, ci cristallizza fino a non farci più vivere e questo, purtroppo, accade proprio a noi adulti, che, a differenza dei piccoli, che la vivono a livello istintivo, la razionalizziamo e in questo modo non riusciamo né a riconoscerla né ad accettarla e, soprattutto, a superarla.
RispondiEliminaÈ un argomento interessante che tratterò ancora.
Un abbraccio
sinforosa
Ciao Sinforosa, non sarà che forse a molti di noi, soprattutto a quelli non più... diciamo fanciulli.... solo per non sentirsi troppo vecchi, ovvio!, manca proprio questo dialogo coi genitori? Una volta.. ricordo mia nonna che mi rispondeva fatti furba se le dicevo che avevo paura di qualcosa... anche mia madre me lo ha detto qualche volta. C'era un'altra mentalità .... mancava il tempo e non lo trovavano....
RispondiEliminaAdesso sovente il rapporto tra genitori e figli è cambiato. Il tempo manca lo stesso ma in qualche maniera anche poco ma si trova. Poi, anche a scuola le cose sono cambiate. Le maestre non insegnano solo più le nozioni basi ma hanno uno sguardo più aperto sul mondo che ci circonda e fanno in modo di aprirlo anche ai loro allievi.
Ricordo la maestra di matematica e scienze di mia figlia (tu me la ricordi tanto) e una di italiano che appunto riuscivano ad insegnare alle elementari ampliando però lo sguardo sul mondo ai bambini. Nozioni e attualità, scienze e realtà, matematica rapportata alla vita di tutti i giorni... a distanza di tanti anni le ricordiamo ancora con piacere!
Buona giornata
Hai ragione Patricia, adesso il rapporto genitori-figli è cambiato, c'è più dialogo, confronto, pazienza nell'ascoltare i bisogni dei bambini. Tuttavia, se vogliamo mettere i puntini sulle i, i genitori oggigiorno, troppo spesso, hanno una specie di timore verso i figli, tanto che non sono loro, i genitori, a guidarli bensì i figli. I figli, fin da piccoli, purtroppo, dettano legge e non c'è cosa peggiore di questa che, oltretutto, disorienta lo stesso bambino, perché il bambino vuole, desidera essere contenuto da regole e anche da negazioni, perché no! Insomma, il genitore non deve aver paura di sentirsi in colpa quando dice un bel no al figlio e invece...
RispondiEliminaPurtroppo il genitore non sa che facendo così fa il suo male, il male del figlio.
Un abbraccio
sinforosa
Questo è verissimo! A volte sembraquasi che i ruoli siano invertiti. A volte, passiamo dall0estremo rigore dei miei tempi, ad un accessivo lassismo. Come se i genitori avessero paura che un no possa far venire stress, incubi e quant'altro.
RispondiEliminaLa mezza misura, no, vero? Pensare che sarebbe la cosa migliore! Insieme al fatto che entrambi i genitori siano d'accordo e che non si intromettao altri, vedi nonni zii eccetera. Io sono dell'idea che l'educazione aspetta ai enitori non hai sostituti.
Detto, 'er carità, con tutto il rispetto possibile perchè sia nonni che zii sono persone fondamentali per la crescita dei bambini. Soprattutto i nonni hanno più tempo per giocare, andare a passeggio.... tempo che a volte ai genitori manca.
Buona serata!
Parole sagge le tue, Patricia.
EliminaI genitori sono fondamentali, tuttavia quando sono manchevoli ben vengano nonni, zii e... perché no! Maestri.
Un abbraccio
sinforosa