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venerdì 22 agosto 2014

La depressione

Un post di una cara amica mi dà lo spunto.
Come ci si sente quando si è depressi? Dalle esperienze raccolte da amiche e colleghe, malissimo. In genere, le persone depresse hanno anzitutto vergogna a dichiararlo, a sé stesse e soprattutto agli altri. Perché vergognarsi? Forse perché esistono ancora tanti pregiudizi sulle malattie o disturbi che coinvolgono la mente. Non ci si vergogna certo per un mal di pancia o mal di testa! Poi, forse, perché ci si sente in colpa nei confronti di chi ha malattie fisiche o disagi sociali e/o fisici, ... e io, che ho tutto?!
Ho notato che generalmente chi soffre di depressione sono persone molto sensibili, persone che si immedesimano troppo nei problemi altrui. Persone che sentono sulla e nella propria pelle le malattie e i disagi degli altri. Sono persone che tendono ad avere sempre tutto sotto controllo, persone perfezioniste, persone che non chiedono quasi mai l'aiuto degli altri nel portare avanti la quotidianità. Persone che si spendono anima e corpo per chi gli sta intorno. Ma non dimentichiamolo, ultimamente gli studi hanno hanno portato a ritenere che le persone depresse abbiano livelli minori di serotonina e noradrenalina nel cervello, e questo non è un fatto irrilevante. Forse questo dato scientifico farà sentire meno in vergogna e meno a disagio le persone colpite da questa malattia e le farà, mi auguro, reagire con più determinazione.
Il primo passo è quello di ammetterlo, a sé stessi e agli altri, cominciando da chi ci è più vicino. Parlarne, bisogna parlarne. È necessario, per sdrammatizzare e uscire dal circolo vizioso dei pensieri negativi.
Il secondo passo è quello di parlarne col proprio medico - apertamente, descrivendo i più reconditi pensieri - che prescriverà analisi per escludere mancanza di elementi basilari al buon umore. Eventualmente correggere l'alimentazione con alimenti indispensabili a combattere ansia.
Il terzo passo sarà certamente l'assunzione di medicinali, come per ogni malattia ce ne sono di specifici, oggigiorno ce ne sono di specifici anche per disturbi che coinvolgono le emozioni, e meno male che la chimica fa miracoli!
Il quarto passo è rivolgersi a uno specialista: psicologo e/o psichiatra che aiuti a prendere coscienza delle proprie emozioni, potenzialità, eventuali atteggiamenti da cambiare. (Ci sono bravissimi specialisti nei consultori sparsi sul territorio).
Il quinto passo è di non pensare mai che la depressione non possa ripresentarsi, ma sarà più facile riconoscerla e sconfiggerla, quando si è visto che lo si può fare. E la vita ricomincerà a sorridere.



sinforosa castoro

2 commenti:

  1. Ciao Sinforosa, trovo che sia un Post molto importante questo. Una mia amica soffre di depressione; quando se n'è resa conto fortunatamente lo ha ammesso con sé stessa ed ha cercato aiuto dai genitori tornando a vivere con loro per un periodo. Ricordo che mi disse "ho paura di quello che potrei fare continuando a vivere da sola". Ora sta seguendo le cure e sta molto meglio, anche se quando va eccessivamente sotto stress ne risente e si abbatte notevolmente.
    C'è un'altra cosa fondamentale da aggiungere: i farmaci contro la depressione agiscono sugli ormoni dell'umore: non bisogna in alcun modo e per nessun motivo interrompere la cura "di botto", poichè questo causerebbe uno squilibrio improvviso nei rapporti ormonali... facendo un gran casino. Se si ritiene di dover interrompere la cura bisogna affidarsi al medico che darà le giuste indicazioni per farlo.
    Inoltre non bisogna dimenticare che questo tipo di farmaco può necessitare di, diciamo così, correzioni nel dosaggio o anche di essere sostituito con un altro medicinale nel corso del tempo, per cui è bene sottoporsi a delle cure periodiche, soprattutto se si nota qualche nuovo peggioramento.
    Non c'è nulla di cui vergognarsi nell'essere depressi, ma anzi, è una malattia molto seria e molto diffusa che va curata con moltissima attenzione!
    Un abbraccio
    Poiana

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    Risposte
    1. Grazie, Poiana, per questa bella testimonianza. Spero che quella cara amica legga il post e i commenti.
      Bisogna saper ammettere che a tutti capitano momenti difficili da superare, tuttavia non tutti rispondiamo nel medesimo modo.
      C'è chi percepisce ansia, chi una vera e propria depressione, chi si tutela dietro a una corazza, chi se la prende sempre e solo con il mondo intero, chi cade in dipendenze (alcol, droghe, sesso ecc), chi si rassegna, chi nasconde a sé stesso i problemi che lo affliggono e via discorrendo. Già nei bambini c'è presente questo "lato" che c'è in ogni persona. La prima cosa da fare, come hai detto bene anche tu, è prenderne atto e saper gestire anche questi momenti, questo "lato" che sta lì, magari per anni e anni assopito e poi salta fuori, all'improvviso. Ma c'era già, è questo il bello da scoprire, c'era già ed è in ciascuno di noi. E poi, al bisogno, affrontarlo anche con medicinali appropriati e interventi di specialisti.
      Un abbraccio
      sinforosa
      sinfoirosda

      Elimina

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