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venerdì 6 aprile 2018

La sindrome del nido vuoto

Il post di Juliet, dell'omonimo blog che vi invito a visitare perché davvero bello, mi ha riportato alla mente una serie di post che hanno trattato, da svariati punti di vista, un argomento sempre attuale e caro a molti genitori, soprattutto mamme, che soffrono per la lontananza di figli ormai maggiorenni e che hanno spiccato il volo. Spero serva a tutti, ma soprattutto alla cara Juliet a cui va il mio caro saluto. Buona lettura


Prima o poi arriva il momento in cui un figlio spicca il volo per iniziare a vivere la propria vita. Lo si metta in conto, quindi, quel giorno, purtroppo, arriverà.
Si era già riflettuto su questo e vi invito a leggere i commenti a questo post, alcuni dei quali davvero edificanti.

Negli ultimi decenni, poi, il fatidico giorno  si è allontanato sempre di più aggravando e appesantendo un momento di per sé già critico per mamma e papà: menopausa, andropausa, pensione. 
Ma volendo fare un passo avanti, come si può far fronte a questo inevitabile "strappo"?
  • Anzitutto accettando il fatto di soffrire, di sentirne la mancanza, e magari di sentirsi anche inadeguati e quasi inutili come mamma e papà. Sarà per poco (18/24 mesi o poco più) e nel caso di eccessiva sofferenza psichica sarà opportuno parlarne anche con uno specialista, tuttavia si deve mettere in conto che dopo venti, venticinque, trent'anni di vita insieme si debba soffrire alla notizia che un figlio se ne va di casa. Tuttavia - ecco il pensiero positivo da tener presente - come genitori non si è lavorato tutta una vita affinché il figlio divenisse autonomo e potesse cavarsela da solo? E allora complimenti a te mamma, complimenti a te papà.
  • Si pensi anche ai fratelli e sorelle che continueranno a stare in famiglia. Anche per loro è una sofferenza, un cambiamento. Insomma, anche a loro bisognerà dare la possibilità di esprimere emozioni e sofferenze.
  • La famiglia è un continuo susseguirsi di fasi di cambiamenti e riassetti (la nascita del figlio, la nascita di un fratello, sorella, l'ingresso alla scuola, l'età infantile, l'età adolescenziale, i primi amori, l'università, le amicizie, il lavoro...), non lo si dimentichi mai, e quindi anche il figlio che se ne va di casa non è altro che un cambiamento che porterà a un nuovo riassetto familiare.
  • I figli non si perdono, mai, semmai si donano. E si inizia a donarli nel momento stesso in cui nascono. È da quel momento che il figlio comincia a spiccare il volo: verso il papà, i fratelli, i nonni, i parenti, le insegnanti, gli amici... E tu mamma, e tu papà, sarai sempre mamma e papà per lui, anche a distanze chilometriche, perché una mamma è mamma per l'eternità, un papà è papà per l'eternità. 
E allora, si soffrirà un po', è vero, è legittimo, ma l'amore, quando è amore, non sottrae, non divide, mai, può solo moltiplicarsi, sempre, questa è una filastrocchina sull'argomento. Leggete anche questo post assolutamente in tema




sinforosa castoro

13 commenti:

  1. Cara Sinforosa, molto ma molto bello questo racconto, grazie che lo hai condiviso.
    Ciao e buona serata cara amica.
    Tomaso

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    1. Grazie a te per averlo letto e apprezzato.
      Buona giornata caro Tomaso. Io fra poco andrò a scuola.
      Ciao ciao
      sinforosa

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  2. Sono assolutamente d'accordo con te ma sul simulare l'inadeguatezza ad essere genitori, no... genitori si è sino alla fine dei nostri giorni e quando i figli, anche ormai adulti ed indipendenti, si rivolgono a noi, dobbiamo esserci. Questo, oltre un parere, è anche la mia esperienza. Mio figlio già a nove anni andava da solo a rinnovare i documenti per lo spot oppure al supermercato ecc. ma ancora oggi interpella me o suo padre o sua sorella(e viceversa ) per avere un parere o condividere una scelta... Mai entrati nella loro vita privata!!! Grazie cara.

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    Risposte
    1. È proprio vero che non c'è nulla di meglio che l'esperienza vissuta. Grazie mille per il tuo contributo e... BRAVA.
      sinforosa

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  3. L'importante è essere sempre uniti.
    Non perdersi mai di vista, perchè a volte la lontananza intiepidisce i rapporti...
    Non aspettare che sia l’altro a telefonare… farsi sentire in qualunque modo…
    Occorre tenersi legati a quel filo che tocca tutti e forma la famiglia.
    Anche se lontani, ma uniti nel cuore.
    I genitori devono continuare la loro missione di genitori, silenziosamente… anche dopo che i figli se ne andranno per la loro strada. Esserci senza imporsi.
    Molto interessante ciò che hai scritto.
    Ciao Sinforosa!

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  4. Come hai ragione: la cosa importante è fare sempre il primo passo senza essere invadenti, sempre. Grazie Betty e buona serata.
    sinforosa

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  5. Che belle espressioni, Valeria.
    Sì, è vero, un figlio lo si incomincia a donare nel momento stesso in cui lascia il grembo materno. E per noi che crediamo in Dio sappiamo che il figlio/figli non è nostro, ci è stato donato perché anche noi potessimo fare altrettanto.
    Ne parleremo ancora in un altro post.
    Un forte abbraccio
    sinforosa

    RispondiElimina
  6. Non avendo figli non posso esprimere un mio pensiero....passo per ringraziarti per aver partecipato alla foto sfida e ti auguro buon fine settimana
    CLICCA QUI

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E io sono felice di saperti qui. Buona serata e grazie.
      sinforosa

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    2. È molto bello, grazie mille, domani lo ritiro e lo pubblico nei premi e riconoscimenti dove linkerò il tuo blog. Grazie ancora.
      sinforosa

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  7. Eh sì, è proprio così, poi piano piano nella nostra mente "gli spazi" si percepiscono in modo diverso e quando se ne vanno nella loro casa è come se andassero nella loro camera, anche se non saranno mai più accanto a noi come da bambini.
    Buona continuazione di sabato, Valeria. Un abbraccio e un saluto ad Andrea e a Michelle.
    sinforosa

    RispondiElimina
  8. Grazie sinforosa per l'attenzione e l sensibilità che mi hai dedicato :) sono capitata per caso qui è mi.piace molto ; tornerò più che volentieri ;) il mio post è uno sfogo on un momento dove si fa grande la mancanza di un figlio anche se sai che dov'è è felice . Io ho passato questi anni con i miei cuccioli accanto anche se spesso distratta dal lavoro le giornate i problemi...È un pochino mi sento in colpa perché a volte penso sia stata una fuga e invece poi so che non è così:) si tratta solo di farmi coraggio perché ho una gran paura dell'aereo , mettere d parte qualche soldino extra e andare a trovarla qualche giorno , che dici ? A presto . Nicoletta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anzitutto benvenuta. Allora, penso che tu non debba sentirti in colpa, i figli percorrono le loro strade, al di là dei genitori, da sempre è e sarà così e in fondo è proprio quello che abbiamo fatto anche noi tutti. Oggi ci sono tanti mezzi per poter essere e sentirsi in contatto, certo non è come averli accanto tuttavia... e poi come dici tu potresti farti coraggio e andare da lei. L’aereo ti fa paura? Non sei l’unica, pensa che anche lì troverai persone disponibili ad aiutarti a superare la tua paura, non c’è nulla di più rassicurante che una persona, anche estranea, che ti si avvicina e ti fa sentire “a casa” , protetta, tranquilla. Vola, Nicoletta, vola da lei. Buona domenica, di cuore.
      sinforosa

      Elimina

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