È un racconto cristiano medievale che veniva trasmesso come aiuto per far
imparare e memorizzare alcuni passi della Bibbia ed episodi della vita di Gesù
e dei santi, oltre a una riflessione sul ruolo dell'Angelo Custode nella nostra
protezione contro gli stratagemmi del demonio.
C'era una volta un uomo, onesto e grande lavoratore, ma che non aveva successo in niente di ciò in cui si impegnava. Era devoto all'Angelo Custode e lo pregava tutti i giorni. Sempre più povero, l'uomo perse la pazienza e un giorno gridò disperato per il suo triste destino:
«Venga a me il diavolo, visto che l'Angelo Custode non vuole aiutarmi!».
Apparve allora un tipo alto, tutto vestito di nero, brutto e con la barba, con una voce rauca e sgradevole:
«Eccomi! Sono qui! Cosa vuoi da me?».
«Voglio diventare ricco».
Il diavolo indicò una grotta in cui c'era un tesoro sepolto e disse:
«Tra vent'anni tornerò a cercarti. Se non dirai le dodici parole dette e ritornate (riferimenti religiosi ricorrenti nelle preghiere cattoliche portoghesi e brasiliane), sarai mio per tutta l'eternità».
L'uomo iniziò a vivere tra feste e baldorie, circondato da amici e da donne.
Il tempo passò e una notte si ricordò del fatto che sarebbe stato condannato alle pene dell'inferno se non avesse saputo le dodici parole dette e ritornate.
«Dev'essere facile», si disse «le sapranno tutti».
Il giorno dopo chiese agli amici, ai vicini e a tutti gli abitanti della città, e non c'era nessuno che sapesse cosa fosse quello che domandava.
L'uomo divenne afflitto. Il tempo passava e nessuno sapeva quali fossero le dodici parole dette e ritornate. Abbandonò la vita che conduceva, fece penitenza e andò in tutto il mondo chiedendo. Non voleva morire per paura di dover incontrare il diavolo ed essere trascinato nel fuoco eterno.
Era già passato molto tempo da quando aveva abbandonato la vita di baldoria dei ricchi, vestiva con modestia ed elargiva elemosine. Un pomeriggio, andava per il bosco all'ora dell'Ave Maria. Si inginocchiò per pregare e alla fine vide un anziano che gli si avvicinava. Lo salutò e si incamminarono insieme verso il villaggio. Chiese all'anziano come si chiamasse.
«Mi chiamo Custode», rispose.
Chiese anche a lui delle dodici parole dette e ritornate, e l'anziano Custode gli disse:
«Io conosco le dodici parole dette e ritornate».
L'uomo rimase così contento che abbracciò l'anziano, rendendo grazie a Dio e dicendo che quello era un miracolo dell'Angelo Custode, la sua antica devozione.
«Quali sono le dodici parole dette e ritornate? Qual è la prima, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! La prima parola detta e ritornata è la Santa Casa di Betlemme, in cui nostro Signore Gesù Cristo nacque per redimerci e salvarci».
«E le due parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le due parole dette e ritornate sono le due tavole di Mosè, sulle quali nostro Signore poggiò i suoi piedi divini e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le tre parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le tre parole dette e ritornate sono le tre persone della Santissima Trinità, le due sono le due tavole di Mosè e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le quattro parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le quattro parole dette e ritornate sono i quattro evangelisti, le tre sono le persone della Santissima Trinità, le due sono le tavole di Mosè e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le cinque parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le cinque parole dette e ritornate sono le cinque piaghe di nostro Signore».
«E le sei parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le sei parole dette e ritornate sono le sei candele benedette che si trovano sull'alar maggiore di Gerusalemme».
«E le sette parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le sette parole dette e ritornate sono i Sette Sacramenti».
«E le otto parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le otto parole dette e ritornate sono le otto beatitudini predicate da nostro Signore Gesù Cristo».
«E le nove parole, amico Custode?»
«Custode sì, amico no! Le nove parole sono i nove mesi in cui la Vergine Madre portò nel grembo Nostro Signore».
«E le dieci parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le dieci parole dette e ritornate sono i Comandamenti della Legge di Dio».
«E le undici parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le undici parole sono le undicimila vergini».
«E le dodici parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le dodici parole dette e ritornate sono i dodici apostoli, le undici sono le undicimila vergini, le dieci i Comandamenti, le nove i mesi di nostra Signora, le otto le beatitudini, le sette i Sacramenti, le sei le candele benedette, le cinque le piaghe, le quattro gli evangelisti, le tre la Santissima Trinità, le due le tavole di Mosè, la prima la Santa Casa di Betlemme, in cui è nato colui che ci ha salvati. Amen! Queste sono le dodici parole dette e ritornate».
«Ti ringrazio in ginocchio, amico Custode, per questa elemosina che mi salverà dal demonio!».
«Custode sì e tuo amico. Sono l'Angelo Custode che viene a perdonarti per il pentimento e per la penitenza».
E scomparve. Quando arrivò il momento per fare i conti con il diavolo, l'uomo disse le dodici parole dette e ritornate e il maledetto scoppiò come una bolla di fuoco, diffondendo un odore di zolfo.
L'uomo visse santamente i suoi giorni e finì nella pace di Dio, salvandosi grazie al suo Angelo Custode.
Fonte: Aleteia
(Fonte: “Maravilhas do conto popular” – Cultrix, San Paolo, 1960)
(Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti)
C'era una volta un uomo, onesto e grande lavoratore, ma che non aveva successo in niente di ciò in cui si impegnava. Era devoto all'Angelo Custode e lo pregava tutti i giorni. Sempre più povero, l'uomo perse la pazienza e un giorno gridò disperato per il suo triste destino:
«Venga a me il diavolo, visto che l'Angelo Custode non vuole aiutarmi!».
Apparve allora un tipo alto, tutto vestito di nero, brutto e con la barba, con una voce rauca e sgradevole:
«Eccomi! Sono qui! Cosa vuoi da me?».
«Voglio diventare ricco».
Il diavolo indicò una grotta in cui c'era un tesoro sepolto e disse:
«Tra vent'anni tornerò a cercarti. Se non dirai le dodici parole dette e ritornate (riferimenti religiosi ricorrenti nelle preghiere cattoliche portoghesi e brasiliane), sarai mio per tutta l'eternità».
L'uomo iniziò a vivere tra feste e baldorie, circondato da amici e da donne.
Il tempo passò e una notte si ricordò del fatto che sarebbe stato condannato alle pene dell'inferno se non avesse saputo le dodici parole dette e ritornate.
«Dev'essere facile», si disse «le sapranno tutti».
Il giorno dopo chiese agli amici, ai vicini e a tutti gli abitanti della città, e non c'era nessuno che sapesse cosa fosse quello che domandava.
L'uomo divenne afflitto. Il tempo passava e nessuno sapeva quali fossero le dodici parole dette e ritornate. Abbandonò la vita che conduceva, fece penitenza e andò in tutto il mondo chiedendo. Non voleva morire per paura di dover incontrare il diavolo ed essere trascinato nel fuoco eterno.
Era già passato molto tempo da quando aveva abbandonato la vita di baldoria dei ricchi, vestiva con modestia ed elargiva elemosine. Un pomeriggio, andava per il bosco all'ora dell'Ave Maria. Si inginocchiò per pregare e alla fine vide un anziano che gli si avvicinava. Lo salutò e si incamminarono insieme verso il villaggio. Chiese all'anziano come si chiamasse.
«Mi chiamo Custode», rispose.
Chiese anche a lui delle dodici parole dette e ritornate, e l'anziano Custode gli disse:
«Io conosco le dodici parole dette e ritornate».
L'uomo rimase così contento che abbracciò l'anziano, rendendo grazie a Dio e dicendo che quello era un miracolo dell'Angelo Custode, la sua antica devozione.
«Quali sono le dodici parole dette e ritornate? Qual è la prima, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! La prima parola detta e ritornata è la Santa Casa di Betlemme, in cui nostro Signore Gesù Cristo nacque per redimerci e salvarci».
«E le due parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le due parole dette e ritornate sono le due tavole di Mosè, sulle quali nostro Signore poggiò i suoi piedi divini e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le tre parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le tre parole dette e ritornate sono le tre persone della Santissima Trinità, le due sono le due tavole di Mosè e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le quattro parole dette e ritornate, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le quattro parole dette e ritornate sono i quattro evangelisti, le tre sono le persone della Santissima Trinità, le due sono le tavole di Mosè e la prima è la Santa Casa di Betlemme».
«E le cinque parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le cinque parole dette e ritornate sono le cinque piaghe di nostro Signore».
«E le sei parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le sei parole dette e ritornate sono le sei candele benedette che si trovano sull'alar maggiore di Gerusalemme».
«E le sette parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le sette parole dette e ritornate sono i Sette Sacramenti».
«E le otto parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le otto parole dette e ritornate sono le otto beatitudini predicate da nostro Signore Gesù Cristo».
«E le nove parole, amico Custode?»
«Custode sì, amico no! Le nove parole sono i nove mesi in cui la Vergine Madre portò nel grembo Nostro Signore».
«E le dieci parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le dieci parole dette e ritornate sono i Comandamenti della Legge di Dio».
«E le undici parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le undici parole sono le undicimila vergini».
«E le dodici parole, amico Custode?».
«Custode sì, amico no! Le dodici parole dette e ritornate sono i dodici apostoli, le undici sono le undicimila vergini, le dieci i Comandamenti, le nove i mesi di nostra Signora, le otto le beatitudini, le sette i Sacramenti, le sei le candele benedette, le cinque le piaghe, le quattro gli evangelisti, le tre la Santissima Trinità, le due le tavole di Mosè, la prima la Santa Casa di Betlemme, in cui è nato colui che ci ha salvati. Amen! Queste sono le dodici parole dette e ritornate».
«Ti ringrazio in ginocchio, amico Custode, per questa elemosina che mi salverà dal demonio!».
«Custode sì e tuo amico. Sono l'Angelo Custode che viene a perdonarti per il pentimento e per la penitenza».
E scomparve. Quando arrivò il momento per fare i conti con il diavolo, l'uomo disse le dodici parole dette e ritornate e il maledetto scoppiò come una bolla di fuoco, diffondendo un odore di zolfo.
L'uomo visse santamente i suoi giorni e finì nella pace di Dio, salvandosi grazie al suo Angelo Custode.
Fonte: Aleteia
(Fonte: “Maravilhas do conto popular” – Cultrix, San Paolo, 1960)
(Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti)
sinforosa castoro
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Un bel racconto Sinforosa, sicuramente molto utile per imparare alcune nozioni bibliche.
RispondiEliminaPer fortuna però che non sia vero, altrimenti basterebbe solo sapere quelle 12 parole per salvare la propria anima, e non il modo in cui abbiamo vissuto..
Un abbraccio e buona serata!
Cara Betty, siamo già tutti salvi. Il Signore si è immolato per ciascuno di noi, tuttavia dobbiamo fare la nostra parte.
EliminaBuona domenica
sinforosa
Non penso siamo tutti salvi Sinforosa, la salvezza bisogna meritarla su questa terra con il nostro comportamento
EliminaA causa del nostro peccato meritiamo tutti il giudizio di Dio…
Altrimenti non esisterebbe l’inferno se fossimo già tutti salvi no?
Il mio pensiero è che Dio attraverso Gesù ci abbia voluto donare la possibilità di salvezza, il dono immenso della vita eterna in spirito… sta poi a noi accettarla o no, vivendo rettamente, e confidando in Lui con amore e gratitudine.
Buon fine settimana cara Sinforosa
Cara Betty, l'inferno esiste, eccome, così insegna il catechismo, tuttavia ci andrà solo chi vorrà andarci, nel senso che tutti i peccatori, in primis io, che si affidano alla misericordia di Dio sono stati già salvati dal Signore Gesù che è venuto per caricarsi sulle spalle il peccato del mondo, anche il mio. Questo non è un "mio pensiero", è il pensiero della chiesa di cui mi fido. E in verità io amerei comunque mio figlio nonostante i suoi peccati, perché l'amore di un genitore è grande e incondizionato. E se l'amore di un genitore, anch'esso peccatore, è incondizionato quanto può essere quello di Dio? L'amore di Dio è straordinariamente più grande, misericordioso e incondizionato di quello di una mamma e un papà e quindi non c'è da temere. Saremo giudicati sull'amore.
EliminaCiao cara.
sinforosa