Cecilia nasce a Roma in una famiglia patrizia cristiana e va in sposa a un certo Valeriano, pagano. Nella sua Passio, redatta nel V secolo e pervenutaci, si racconta che la giovane sposa, al momento del matrimonio, rivela al marito di avere offerto da tempo la sua verginità a Dio e che un Angelo è a sua custodia. Lo sposo, volendo sapere di più della fede di Cecilia, accetta il consiglio di recarsi in una casa sulla via Appia dove papa Urbano lo avrebbe istruito e battezzato. Al ritorno, Valeriano vede Cecilia in compagnia di un angelo, il quale tiene fra le mani gigli (simbolo di purezza) e rose (simbolo di martirio) e chiede agli sposi di vivere in castità.
Valeriano rende partecipe della sua gioia cristiana il fratello Tiburzio il quale si reca da papa Urbano dove viene istruito e battezzato.
Tulcio Almachio, prefetto della città, ordina di uccidere i cristiani e di lasciare i cadaveri insepolti. Valeriano e Tiburzio, aiutati da Cecilia, invece, danno sepoltura a quei cadaveri macchiandosi di reato, per di più si rifiutano di sacrificare agli dei e così vengono condannati a morte. L'ufficiale Massimo, incaricato di giustiziarli, rimane alquanto sorpreso dalla giovane età dei condannati e soprattutto dalla gioia con cui affrontano la morte. Anch'egli vuole saperne di più di questa fede e così vuole essere catechizzato e battezzato. Almachio appena viene a saperlo ordina di uccidere anche lui.
Cecilia seppellisce tutti e tre i corpi e vuole che sul sepolcro del marito sia scolpita una fenice, simbolo di risurrezione. Turcio Almachio, il prefetto, volendo impossessarsi di tutti i beni dei due fratelli fa arrestare anche Cecilia che, non piegandosi alle richieste di abiurare la sua fede, è condannata a morte per soffocamento. Uscita indenne dal calidarium dei bagni è condannata alla decapitazione. Un soldato la colpisce per ben tre volte sul collo senza riuscire a staccarle la testa. In quei tre giorni di supplizio Cecilia lascia la sua casa a papa Urbano chiedendogli di consacrarla col nome di una chiesa. Qui finisce la Passio (rievocazione storica della vita e martirio di un santo), di certo si sa che papa Urbano collocò il corpo di Cecilia in un sepolcro accanto alla cripta dei papi nelle catacombe di san Callisto.
Il 19 ottobre del 1559, durante lavori di restauro, fu esplorato il sarcofago di Cecilia. Dentro l'arca di cipresso, ancora integra, stava il corpo incorrotto della martire coperto di un velo di seta ancora intriso di sangue sopra l'abito tessuto con fili d'oro. Il corpo non giaceva supino ma sdraiato sul lato destro. Fu chiamato lo scultore Stefano Maderno che ne fece il disegno e in seguito scolpì la bella statua che ancora si può ammirare nelle catacombe di san Callisto.
Il martirio di santa Cecilia si celebra il 22 novembre
Valeriano rende partecipe della sua gioia cristiana il fratello Tiburzio il quale si reca da papa Urbano dove viene istruito e battezzato.
Tulcio Almachio, prefetto della città, ordina di uccidere i cristiani e di lasciare i cadaveri insepolti. Valeriano e Tiburzio, aiutati da Cecilia, invece, danno sepoltura a quei cadaveri macchiandosi di reato, per di più si rifiutano di sacrificare agli dei e così vengono condannati a morte. L'ufficiale Massimo, incaricato di giustiziarli, rimane alquanto sorpreso dalla giovane età dei condannati e soprattutto dalla gioia con cui affrontano la morte. Anch'egli vuole saperne di più di questa fede e così vuole essere catechizzato e battezzato. Almachio appena viene a saperlo ordina di uccidere anche lui.
Cecilia seppellisce tutti e tre i corpi e vuole che sul sepolcro del marito sia scolpita una fenice, simbolo di risurrezione. Turcio Almachio, il prefetto, volendo impossessarsi di tutti i beni dei due fratelli fa arrestare anche Cecilia che, non piegandosi alle richieste di abiurare la sua fede, è condannata a morte per soffocamento. Uscita indenne dal calidarium dei bagni è condannata alla decapitazione. Un soldato la colpisce per ben tre volte sul collo senza riuscire a staccarle la testa. In quei tre giorni di supplizio Cecilia lascia la sua casa a papa Urbano chiedendogli di consacrarla col nome di una chiesa. Qui finisce la Passio (rievocazione storica della vita e martirio di un santo), di certo si sa che papa Urbano collocò il corpo di Cecilia in un sepolcro accanto alla cripta dei papi nelle catacombe di san Callisto.
Il 19 ottobre del 1559, durante lavori di restauro, fu esplorato il sarcofago di Cecilia. Dentro l'arca di cipresso, ancora integra, stava il corpo incorrotto della martire coperto di un velo di seta ancora intriso di sangue sopra l'abito tessuto con fili d'oro. Il corpo non giaceva supino ma sdraiato sul lato destro. Fu chiamato lo scultore Stefano Maderno che ne fece il disegno e in seguito scolpì la bella statua che ancora si può ammirare nelle catacombe di san Callisto.
Il martirio di santa Cecilia si celebra il 22 novembre
Dalla rete |
sinforosa castoro
p.s. Buona Festa di Tutti i Santi e quindi buon onomastico a tutti voi.
Cara Sinforosa, interessante, la storia di Santa Cecilia, un grazie che lo hai condivisa con tutti noi. Ciao e buona giornata con un abbraccio e un sorriso:) sorridere fa bene!
RispondiEliminaTomaso
Grazie a te, Tomaso, e buona festa di Ognissanti a te e a tutta la tua bella famiglia.
Eliminasinforosa
Non conoscevo questa storia.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Be', è bello conoscere storie nuove.
Eliminasinforosa
Non conoscevo la storia, che trovo alquanto cruda, ma fa vedere anche la grandezza della Fede, ed è su questa che mi soffermo e sorrido, perchè mi riempie il cuore di luce e speranza...
RispondiEliminaLe storie dei martiri sono interessanti e così lontane dal nostro modo di vivere e pensare.
EliminaCiao Betty e buona serata
sinforosa
Ciao Sinforosa grazie per essere passata da me - non ho più il tempo di una volta per vedere i blog amici - ad essere onesta non c'è nulla di complicato nel link party ci vuole solo un pochino di tempo (ma davvero poco) ..... mi spiace che tu non partecipi ma buon mese di novembre anche a te ed ottima continuazione di settimana. Un saluto grande
RispondiEliminaGrazie Arwen. Quasi quasi ci provo.
EliminaBuona serata
sinforosa