Durante la presentazione del suo ultimo libro dal titolo Il coraggio, lo psichiatra Paolo Crepet si è espresso così.Vi consiglio caldamente di prendervi dieci minuti e leggere questo sunto preso da Orizzontescuola.
Tutto quello che è comodo è stupido, scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi. E una scuola che non boccia è una scuola marcia. Un quattro in un’interrogazione è per uno studente un’esperienza mistica. E invece…”.
Tutto quello che è comodo è stupido, scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi. E una scuola che non boccia è una scuola marcia. Un quattro in un’interrogazione è per uno studente un’esperienza mistica. E invece…”.
E invece “stiamo costruendo una società in cui gli adulti vogliono il male di coloro che hanno messo al mondo. La vera trasgressione oggi è studiare, fare le cose fatte bene”. E invece? E invece “un professore universitario mi ha appena detto che i libri di più di 400 pagine non devono passare. Vuol dire che abbiamo già detto ai nostri figli che non ce la faranno mai...
A un certo punto si è cominciato a pensare che andava bene cosi, che è meglio sdraiarsi e vedere sdraiati i figli sul divano, tanto abbiamo tutto il necessario”. E’ cambiata l’educazione. “Una volta c’erano i genitori inflessibili ed erano diffuse le sberle anche quelle preventive, io stesso ne presi una bella collezione, poi s’è fatta largo una melassa, un’educazione liquida basata sul fài come ti pare, sul se lo fai, bene, altrimenti è uguale.
Il 99 percento dei ragazzi agli esami di maturità sono promossi. Cosa puoi fare per essere bocciato? Qualcuno ha un’idea? Non studiare non basta. Un quattro è un’esperienza mistica. E’ un’esperienza meravigliosa. Una volta presi uno. Uno. Mio padre mi stupì. Uno? Beh, fantastico, hai preso più di zero, ma vedi un po’ di recuperare quell'uno se no per te sarà un Vietnam: ciao, ciao. Certo, non sono diventato un matematico, ma vi assicuro che quell'ammonimento mi servì. Una scuola che non boccia è una scuola marcia. Una scuola che insegna il principio che siamo tutti uguali insegna una grande bugia. Uno vale uno? È una sciocchezza. Non siamo tutti uguali. Il merito non si acquisisce in cinque giorni. Dov'è il coraggio nel dire che tutti sanno tutto e parlano di tutto? La vera trasgressione è studiare. Fare le cose fatte bene.
Ho scritto questo libro perché sono molto preoccupato. Seriamente preoccupato di questo mondo, di questa terra. Basta andare indietro di una generazione e mezza: pensare al coraggio delle donne e degli uomini che sono riusciti a tirar su l’Italia e le aziende, quando al mercato nero non c’erano nemmeno le patate. Ora che ci siamo riempiti lo stomaco di tortellini le cose sono cambiate.
A un certo punto si è cominciato a pensare che andava bene cosi, che è meglio sdraiarsi e vedere sdraiati i figli sul divano, tanto abbiamo tutto il necessario”. E’ cambiata l’educazione. “Una volta c’erano i genitori inflessibili ed erano diffuse le sberle anche quelle preventive, io stesso ne presi una bella collezione, poi s’è fatta largo una melassa, un’educazione liquida basata sul fài come ti pare, sul se lo fai, bene, altrimenti è uguale.
... La collettività sembra ormai psichicamente ammalata, “milioni di persone si alzano al mattino prendendo l’antidepressivo e vanno a letto con le benzodazepine.
I pazienti non vogliono cambiare, “sono venuto qui da lei solo per sfogarmi, cambiare la mia vita è faticoso, mi dicono i pazienti quasi sempre”. Ma se voi sapete che ho ragione io e cioè che la Costituzione obbliga sì i genitori a mantenere in vita i figli ma non li obbliga certo a regalare tutte quelle cose che ora invece vi apprestate a regalare a Natale, né li obbliga a dare i soldi al figliuolo per andare a Ibiza con gli amici mononeuronici come lui, o per ubriacarsi di spritz la sera fino a finire al pronto soccorso, né la Costituzione vieta ai genitori di togliere il telefonino e internet quando non c’è reciprocità, e allora perché continuate a fare tutte queste cose? Io faccio una cosa per il ragazzo solo se il ragazzo fa qualcosa per sé...
Altrimenti, cari signori, è come insegnare che nella vita tutto si può pretendere e nulla si deve dare.
Se i vostri genitori vi hanno insegnato questo, per l’amor di Dio rispondete a questa domanda: come mai avete smesso di farlo con i vostri figli? Siete sul serio contenti di finanziare gli spritz e la marijuana ai vostri figli? Non sappiamo fare altro? Paghiamo perché camminino a quattro zampe, perché arrivino in coma etilico al pronto soccorso? Vogliamo questo? Il coraggio è quello di togliere, non quello di aggiungere”.
Altrimenti, cari signori, è come insegnare che nella vita tutto si può pretendere e nulla si deve dare.
Se i vostri genitori vi hanno insegnato questo, per l’amor di Dio rispondete a questa domanda: come mai avete smesso di farlo con i vostri figli? Siete sul serio contenti di finanziare gli spritz e la marijuana ai vostri figli? Non sappiamo fare altro? Paghiamo perché camminino a quattro zampe, perché arrivino in coma etilico al pronto soccorso? Vogliamo questo? Il coraggio è quello di togliere, non quello di aggiungere”.
Se a un ragazzino dai tutto, gli hai fatto un danno gravissimo, gli hai tolto il desiderio. Come fai a desiderare quello che hai? Come fai a non crescere depresso? La vita va scoperta. I bambini e i ragazzi sono iperprotetti, e invece devono sperimentare il dolore, le cadute, le delusioni, le frustrazioni. E invece? E invece in tutti gli asili abbiamo fatto pavimenti antitrauma. Ma perché un bambino deve rimbalzare? Avete un problema con il bernoccolo? Il bernoccolo non è un problema, è anzi opportuno avere il bernoccolo! Occorre cadere dalla bici da piccoli, altrimenti la prima volta che cadi giù a trent'anni ti ammazzi. È una società che angoscia i ragazzi con le angosce che gli adulti hanno per i problemi dei figli. Ma lasciateli vivere, questi ragazzi. Li ricattate perché li volete far stare in casa con voi a costo che siano sempre interconnessi. Spingeteli ad andare via, a viaggiare, bisognerebbe vedere gli aeroporti pieni di ragazzi e invece sono pieni di anziani. Spingeteli a studiare all'estero, magari scopriranno che i professori hanno tutti un cognome diverso, che non si eredita. Spingeteli a essere curiosi, a voler morire curiosi, a studiare, la vera trasgressione è studiare.
Ci sono tre milioni di ragazzi con meno di trent'anni che non studiano e non lavorano. Se pensate che saranno in grado di competere in un mondo globalizzato siete degli illusi. Ci sono migliaia di imprenditori terrorizzati all'idea di lasciare la propria azienda di successo ai propri figli, perché sono sicuri che la distruggeranno in poco tempo.
Il 99 percento dei ragazzi agli esami di maturità sono promossi. Cosa puoi fare per essere bocciato? Qualcuno ha un’idea? Non studiare non basta. Un quattro è un’esperienza mistica. E’ un’esperienza meravigliosa. Una volta presi uno. Uno. Mio padre mi stupì. Uno? Beh, fantastico, hai preso più di zero, ma vedi un po’ di recuperare quell'uno se no per te sarà un Vietnam: ciao, ciao. Certo, non sono diventato un matematico, ma vi assicuro che quell'ammonimento mi servì. Una scuola che non boccia è una scuola marcia. Una scuola che insegna il principio che siamo tutti uguali insegna una grande bugia. Uno vale uno? È una sciocchezza. Non siamo tutti uguali. Il merito non si acquisisce in cinque giorni. Dov'è il coraggio nel dire che tutti sanno tutto e parlano di tutto? La vera trasgressione è studiare. Fare le cose fatte bene.
E invece? E invece non sopportiamo neppure che i nostri ragazzi possano avere il dolore. È importante la malinconia. La malinconia non è il dramma della vita. Quelli che ridono in continuazione semmai sono dei perfetti imbecilli. E le regole? Il rispetto delle regole e della buona convivenza? Per Crepet un adolescente che non sia inquieto è molto inquietante. Non è sbagliato del tutto non riuscire a stare nelle regole. Essere dei fuoriclasse tante volte significa stare davvero fuori dalla classe. “Stare fuori dalla classe è un posto scomodo ma molto utile”, precisa Crepet che riprende il caso di Laszlo Birò che negli anni ’40 inventò la penna a sfera osservando dalla finestra i compagni che giocavano a biglie e che non lo facevano mai giocare. Le palle entravano e uscivano dalle pozzanghere lasciando dietro di sé una scia. Solo un talento, un fuoriclasse, un osservatore poteva vedere in quelle immagini visionarie la penna a sfera che avrebbe cambiato l’umanità. Come Steve Jobs, abbandonato dai suoi genitori, poi ritrovatosi in un garage con pochi dollari e un’idea geniale fatta di icone.
Altro che raccomandazioni e fortuna come sento lamentarsi tanti genitori: quale raccomandazione ebbe Birò e Jobs? La loro molla fu la rivalsa: non mi fate giocare e io qualcosa mi inventerò per farmi valere. Era il 1947 e voi oggi che cosa state facendo ai vostri ragazzi? Guardate ai risultati. Volete la società senza sognatori e senza visionari. Abbiamo ucciso l’ambizione quasi fosse un male. Ma se siamo qui è perché ci sono stati dei visionari. La verità è che tutto quello che è comodo è stupido. Scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi e magari anche nella vostra. E dite ai vostri figli che se si iscrivono nell'università più vicina anche questo è stupido. Le cose semplici non sono le cose migliori che abbiamo fatto nella vita. La tua vita, caro ragazzo e cara ragazza, non è una maglietta da 9 euro e novanta che dopo tre lavaggi in lavatrice la puoi buttare. La tua vita è un vestito di Valentino fatto apposta per te.
La tua vita è grande. Renzo Piano mi ha raccontato che da piccolo saliva sul terrazzo del suo condominio, dove le donne portavano il bucato ad asciugare, per guardare l’infinito, nascosto dagli altri condomini che ostacolavano la vista. E mentre lui da piccolo guardava l’infinito, voi invitate i vostri figli a guardare il mondo in un Tablet, idea esplicitata anche alla ministra dell’istruzione in una delle sue tante uscite? Ma io dico, se ha vinto Renzo Piano guardando l’infinito dal terrazzo all'ultimo piano, e voi lo sapete che ha vinto lui, mi spiegate perché mai ai vostri figli fate vedere il mondo dentro quegli aggeggi che vi apprestate a regalare a Natale?
Altro che raccomandazioni e fortuna come sento lamentarsi tanti genitori: quale raccomandazione ebbe Birò e Jobs? La loro molla fu la rivalsa: non mi fate giocare e io qualcosa mi inventerò per farmi valere. Era il 1947 e voi oggi che cosa state facendo ai vostri ragazzi? Guardate ai risultati. Volete la società senza sognatori e senza visionari. Abbiamo ucciso l’ambizione quasi fosse un male. Ma se siamo qui è perché ci sono stati dei visionari. La verità è che tutto quello che è comodo è stupido. Scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi e magari anche nella vostra. E dite ai vostri figli che se si iscrivono nell'università più vicina anche questo è stupido. Le cose semplici non sono le cose migliori che abbiamo fatto nella vita. La tua vita, caro ragazzo e cara ragazza, non è una maglietta da 9 euro e novanta che dopo tre lavaggi in lavatrice la puoi buttare. La tua vita è un vestito di Valentino fatto apposta per te.
La tua vita è grande. Renzo Piano mi ha raccontato che da piccolo saliva sul terrazzo del suo condominio, dove le donne portavano il bucato ad asciugare, per guardare l’infinito, nascosto dagli altri condomini che ostacolavano la vista. E mentre lui da piccolo guardava l’infinito, voi invitate i vostri figli a guardare il mondo in un Tablet, idea esplicitata anche alla ministra dell’istruzione in una delle sue tante uscite? Ma io dico, se ha vinto Renzo Piano guardando l’infinito dal terrazzo all'ultimo piano, e voi lo sapete che ha vinto lui, mi spiegate perché mai ai vostri figli fate vedere il mondo dentro quegli aggeggi che vi apprestate a regalare a Natale?
Meditiamo su queste parole.
sinforosa castoro
Tu sai, cara Sinforosa, che io tratto spesso questi argomenti. Bisogna ristabilire i ruoli di insegnante-alunno, genitore-figli. La melassa fa comodo solo al Potere.
RispondiEliminaCiao.
Si, Gus, conosco il tuo pensiero e so che sono argomenti cari a te. Grazie per essere passato e buona serata.
Eliminasinforosa