Una data, questa, che per chi abita nella mia città significa una sola cosa: Covid-19
Precisamente due anni fa, venerdì 21 febbraio 2020 - ciascuno di noi si ricorda esattamente che tempo c'era e che cosa stava facendo nel momento in cui ha appreso la notizia - iniziava quello che ricorderemo come l'esordio di un nuovo modo di vivere e un nuovo modo di percepire la vita.
Di prima mattina uno dei figli mi invia un link giornalistico che annuncia che il temuto e lontanissimo Virus Covid-19, quello dei Tg, quello che… "poverini", era arrivato qui, nella nostra città; ma no, non era possibile.
In una manciata di minuti il messaggio passa di telefono in telefono e poi il giornale locale, la radio locale, le Tv nazionali; ma sta accadendo davvero?
In quelle prime ore succede di tutto e tutto sembra esagerato, assurdo.
I figli rispediti immediatamente a casa dai loro uffici.
Le scuole chiuse alle 13 ("magari staremo a casa qualche giorno in più per Carnevale". Per quell'anno scolastico le scuole non riapriranno più).
Negozi, bar, attività, tutto, tutto, di punto in bianco, serrato.
Nel giro di poche ore sulla città cade un silenzio e un’immobilità innaturale.
Nel pomeriggio esco in bici per un appuntamento preso da giorni e mi sento a disagio: in centro tutto è chiuso, non c’è in giro anima viva se non i primi giornalisti dei vari Tg, muniti di mascherina, io non ce l'ho, che, abbandonati i loro pullman parcheggiati in vie deserte, cominciano ad andare in cerca di stati d'animo da raccontare ai telespettatori.
Nei due giorni successivi arriva addirittura l'esercito per pattugliare le vie in entrata e in uscita dalla città; siamo blindati in questo spazio dove il Virus ci tiene in assedio.
Quell'immobilità e quel silenzio (non passa un'automobile e le poche persone sulle strade non osano guardarsi), che si fa sempre più assordante, viene interrotto solamente dalle sirene spiegate delle ambulanze, sempre più continue, con su quelle persone nascoste da tute bianche dalla testa ai piedi e da visiere e maschere che li nascondono agli occhi di quegli infettati, spaventati a morte, che vengono caricati e portati via (loro non lo sanno ancora, e neanche noi, ma per la maggioranza di quelle persone sarà un andare via per sempre).
La paura incomincia a insinuarsi come un gas nocivo in ogni dove, s'infiltra sotto le porte, attraverso le finestre, mentre incominciano ad arrivare notizie di persone conosciute e familiari già infettati.
Quello che stava succedendo non era possibile, non era pensabile, eppure stava accadendo, ed era una cosa più grande di noi, ed era solo l’inizio.
Se vi va ascoltate questo Podcast
Vorrei sapere quando finirà la pandemia. È così spaventoso vivere nella paura tutto il tempo.
RispondiEliminaPurtroppo questo Virus, oltretutto sempre in mutamento, non ci lascerà per molto tempo, cerchiamo di convivere con lui in modo responsabile e prudente. Ciao Irina.
Eliminasinforosa
Mia nipote abita in quelle zone e ricordo che non si poteva entrare in quei paesi, venivi fermato al limite della zona contaminata.
RispondiEliminaMa non è finito ancora nulla. Mio nipote 9 anni è vaccinato ma è a casa perché ci sono ragazzi contagiati nella sua classe.
Buona giornata, un abbraccio
enrico.
Lo so Enrico, alla fine dovremo rassegnarci a convivere con questo sgradito ospite, oggi rispetto a due anni fa abbiamo i vaccini e gli strumenti per atteggiamenti prudenti. Responsabilizziamoci tutti. Ciao e grazie.
Eliminasinforosa
Tutto è cambiato da quel giorno. Poi il 19 marzo 2020, quando vidi tutti quei camion che da Bergamo portavano via le salme delle persone morte, quel giorno ho pensato che quello non era il solito virus della febbre. Ho pensato che quel virus entrava con la forza nella storia della nostra società.
RispondiEliminaAdesso che la situazione migliora speriamo di voltare definitivamente pagina
Speriamo, ma la strada della prudenza non è finita, anzi. Ciao Accadebis. Grazie.
Eliminasinforosa
IL 21 febbraio, l'inizio di un incubo , che ha avuto nella vostra città il suo inizio e ancora non è finito. Ora le cose vanno meglio mala guerra continua. Ciao Sinfo.
RispondiEliminaNe sono convinta anch'io, in autunno tutto ricomincerà, adesso almeno abbiamo strumenti e protocolli, che dovrebbero essere diventati sane abitudini per tutti, che possono aiutarci, per non parlare dei vaccini. Ciao Mirtillo, grazie.
Eliminasinforosa
Vediamo se ne usciamo o almeno..la croniciziamo ..
RispondiEliminaQuello che ricordo è il primo look down..io abito vicino provinciale trafficatissima ..non passava nessuno ..solo ambulanze..sono a 2 km ospedale covid..un silenzio assordante ..
Poi la preghiera del papa sotto la pioggia solo..io non son tanto praticante ..ma li ho avuto ..paura!!
Poi inverno 20/21 il coprifuoco serale e andavo a far mercatini frutta ..i guanti ..mascherina ..disinfettante .e le entrate clienti contingentate...😱😱😱
Andavi e non incontravi NESSUNO !!
A distanza di due anni il ricordo fa ancora più male, in quel momento, grazie al cielo, vivevo come in una beata incoscienza, sembrava tutto così esagerato, così assurdo e invece! Quante immagini ed emozioni che conserveremo per sempre. Ciao Tissi, grazie.
Eliminasinforosa
Anch'io mi domando il perché noi umani facciamo di tutto per renderci la vita difficile; anziché impegnare soldi ed energie per migliorare la vita di tutti e ciascuno li impegniamo per autodistruggere tutto e tutti. Ciao Filippo e grazie.
RispondiEliminasinforosa