Ho già presentato più di una volta questa parabola, ma si sa che i bambini cambiano e la medesima parabola è vissuta in modo diverso di anno in anno. Oggi, dopo il racconto da parte mia e la drammatizzazione da parte dei bambini di quattro anni, sentiamola raccontare da un bimbo di quattro anni, appunto. E poi ditemi se non è bravo.
C'era una volta un pastore che adorava le sue pecore. Una mattina c'era il sole e dice alle sue pecore: «Quasi quasi vi porto a mangiare l'erba del prato» e loro dicono - fate bebè (i bambini presenti fanno il verso della pecora) - basta (gli amici si zittiscono), «sì, sì, portaci» e lui le porta. «Adesso mangiate l'erba» e loro la mangiano. Poi mangia anche il pastore, perché c'ha fame. «Mangiate ancora un po' di erba» e loro la mangiano ancora, ma poi incomincia a venire buio e allora il pastore dice: «Adesso andiamo a casa. Su, venite dietro a me» e le pecore ci vanno dietro. Quando arriva a casa le conta: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto e poi ne manca una. Allora dice: «Ne manca una. Chissà dov'è finita? La vado a cercare» - fate bebè - basta (gli amici si zittiscono), «non andare che c'è buio», ma lui va. Cerca, cerca, cerca e sente «Bé. Bé. Bebè». Era la pecorella che era caduta nelle spine e aveva tutte le spine e tutto il sangue rosso. Ma lui va dentro il cespuglio e si punge tutto anche lui. «Adesso ti prendo» e la prende e la porta a casa e la cura. Ci mette i cerotti e il disinfettante e poi la pecorella guarisce e vissero felici e contenti. E il pastore è come Gesù, perché anche lui è come il pastore, che è buono.
sinforosa castoro
C'era una volta un pastore che adorava le sue pecore. Una mattina c'era il sole e dice alle sue pecore: «Quasi quasi vi porto a mangiare l'erba del prato» e loro dicono - fate bebè (i bambini presenti fanno il verso della pecora) - basta (gli amici si zittiscono), «sì, sì, portaci» e lui le porta. «Adesso mangiate l'erba» e loro la mangiano. Poi mangia anche il pastore, perché c'ha fame. «Mangiate ancora un po' di erba» e loro la mangiano ancora, ma poi incomincia a venire buio e allora il pastore dice: «Adesso andiamo a casa. Su, venite dietro a me» e le pecore ci vanno dietro. Quando arriva a casa le conta: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto e poi ne manca una. Allora dice: «Ne manca una. Chissà dov'è finita? La vado a cercare» - fate bebè - basta (gli amici si zittiscono), «non andare che c'è buio», ma lui va. Cerca, cerca, cerca e sente «Bé. Bé. Bebè». Era la pecorella che era caduta nelle spine e aveva tutte le spine e tutto il sangue rosso. Ma lui va dentro il cespuglio e si punge tutto anche lui. «Adesso ti prendo» e la prende e la porta a casa e la cura. Ci mette i cerotti e il disinfettante e poi la pecorella guarisce e vissero felici e contenti. E il pastore è come Gesù, perché anche lui è come il pastore, che è buono.
sinforosa castoro
Che carini i disegni! Tutti hanno rappresentato le pecorelle con una infinità di zampe...chissà perché!
RispondiEliminaIl piccino è proprio bravo: a quattro anni sono così piccoli eppure così pronti ad ascoltare e recepire il senso di quanto viene loro raccontato!
Hai visto come ascoltano? Non tutti hanno la capacità di ripetere, di riassumere un racconto, questa è una capacità che a quest'età hanno in pochi, molto dipende, però, da come si raccontano le storie - in questo caso una parabola - e i bambini sentono subito se l'insegnante partecipa a sua volta al racconto o se lo fa tanto per fare. Per quanto riguarda i disegni, be' a quest'età iniziano a rappresentare la realtà come la percepiscono.
EliminaCiao ciao
e grazie per esserti unita al blog.
sinforosa
fantastica..Sinforosa...
RispondiEliminap.s. da amanti delle pecore
Grazie mille neveverde, anche a me piacciono molto le pecore ma in genere tutti gli animali.
EliminaCiao ciao
sinforosa
Tu dovevi vederlo quando il giorno dopo la raccontava di nuovo ai compagni e alla collega, che è rimasta piacevolmente colpita.
RispondiEliminaCiao ciao
sinforosa