Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! 1 Cor 7,29-31
- La seconda lettura che oggi la Scrittura ci propone parla del tempo. Siamo immersi nel mistero tempo, a volte sembra che ci sfugga altre volte pare non passare mai. Il tempo lo scandiamo in anni, stagioni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti. Lo vediamo trascorrere a ogni nostro o altrui compleanno, a volte ne vorremmo di più per concludere ciò che ci eravamo prefissati di concludere, in altre occasioni, per esempio nella sofferenza, nel dolore nei giorni della morte, vorremmo che il tempo accelerasse la sua corsa.
- Ma oggi San Paolo ci mette in guardia. Il tempo si è fatto breve. È tempo di conversione, l'esempio ce lo indica la prima lettura dal libro di Giona 3,1-5.10. Il cristiano è tale solo se vive conforme al Vangelo. In altre parole, il cristiano deve mostrare con la sua stessa vita il volto di Gesù, le sue azioni, il suo sentire, le sue parole. E allora l'essere sposato o no, il possedere o no, il gioire o l'essere nel dolore tutto è, e dovrebbe essere, secondo al primato di Gesù nella nostra vita.
- Nel Vangelo (Mc, 1-14-20), poi, è palesemente espressa la modalità alla sequela a Gesù. È Gesù che fa il primo passo e che invita a seguirlo. Il discepolo è colui che risponde e che gli va dietro.
- Chi segue Gesù non segue una dottrina bensì una persona. È questo il nocciolo del cristianesimo. Gesù persona sta innanzi a tutte quelle realtà che viviamo nel nostro spazio-tempo, solamente così metteremo ogni realtà nella giusta prospettiva. Non è facile, si sa, non si finisce mai di divenire cristiani, ma abbiamo Lui dalla nostra parte e il suo Santo Spirito che prega in noi e per noi incessantemente con gemiti inesprimibili.
sinforosa castoro
Grazie come sempre Sinforosa mia, per queste pillole che ci regali e che ci fanno tanto riflettere..
RispondiEliminaGrazie e un bacio!
Grazie a te, a voi, per la pazienza. Prima di condividerle con voi le faccio mie, queste pillole. Un abbraccio
Eliminasinforosa
Mi è piaciuto molto ciò che hai scritto, è ciò che sento anche io, e infatti uno dei punti cruciali è proprio il seguire Gesù, come un tempo, come gli apostoli... bellissimo il passo che hai citato, Paolo è una grande ispirazione per me, dopo il Signore :)
RispondiEliminaUn abbraccio grande e buonissimo inizio di settimana!
Be', sono contenta che condividi il mio pensiero, grazie e buon inizio di settimana anche a te.
EliminaUn abbraccio
sinforosa
Hai descritto molto bene il nostro stargli dietro. In fondo è il cammino che hanno fatto gli stessi apostoli, pensiamo a Pietro che, dopo averlo conosciuto e dopo aver vissuto giorno dopo giorno con lui, lo ha rinnegato, eppure! Il Signore è paziente come una mamma coi suoi figli. Cosa non perdonerebbero le mamme ai figli? Tutto, tutto.
RispondiEliminaUn abbraccio
sinforosa
Cara Valeria mi fa tanto piacere parlare con te. Non pensare di essere la sola ad avere giornate no, le abbiamo tutti, io compresa. La preghiera che rivolgo al Signore, più di tutte, è proprio quella di chiedergli che mi stia vicino, sempre. Senza di lui la vita non avrebbe senso. Credimi, anch'io lo ringrazio tutti i giorni e più volte al giorno per gli immensi doni che mi ha dato e mi dà, ma lo prego altrettanto tutti i giorni e più volte al giorno perché mi dia sempre il senso di ciò che vivo e faccio, se si perde quello si rimane disorientati. Le giornate no, o i momenti no durante la giornata, dovremmo forse considerarle come vere e proprie sofferenze. E cosa ci chiede la nostra fede? Ci chiede di offrire le nostre sofferenze, sia fisiche che psicologiche o spirituali, per la salvezza del mondo. Per il Signore ogni persona vale, persino l'ammalato cronico in un letto di ospedale. Quanti miracoli si possono ottenere offrendo semplicemente a Dio le nostre sofferenze, le nostre sconfitte, i nostri dubbi, insomma, la nostra vita quotidiana. Ecco, facciamo così, io e te, d'ora in avanti cerchiamo di ricordarci di offrire al Signore le nostre giornate no, per una nostra intenzione. In quel momento recitiamo un'Ave Maria e un'altra ancora, gettiamoci fra le braccia della Mamma. Il Signore non mancherà di consolarci. Con le nostre giornate no il Signore potrebbe compiere miracoli e allora anche quel momento di sconforto sarà germe di vita.
RispondiEliminaUn abbraccione
sinforosa
Grazie a te.
RispondiEliminasinforosa