A proposito del post di ieri, tempo- spazio (il tema di tempo-spazio è intrigante quanto misterioso), ecco un libro a dir poco affascinante. Si trova nella Bibbia ed è un breve libro, composto da soli dodici capitoli, di immensa sapienza. Si tratta del libro di Qoèlet o Ecclesiaste. Secondo alcuni studiosi fu composto intorno al IV o III secolo a. C. L'autore ci trasmette i suoi pensieri (sovente non troppo dissimili dai pensieri degli uomini del ventunesimo secolo d. C.) attraverso le parole di re Salomone, considerato il sapiente per eccellenza.
Buona lettura.
10 C 'è forse qualcosa di
cui si possa dire:
12 Io, Qoèlet, sono stato re d'Israele in Gerusalemme.
13 Mi sono proposto di
ricercare e investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. È questa
una occupazione penosa che Dio ha imposto agli uomini, perché in essa
fatichino.
15 Ciò che è storto non si può raddrizzare
16 Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io ho avuto una sapienza superiore e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me in Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza».
Buona lettura.
Ecclesiaste cap. 1
1 Parole di
Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.
2 Vanità delle
vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità,
tutto è vanità.
3 Quale utilità
ricava l'uomo da tutto l'affanno
per cui fatica sotto
il sole?
4 Una
generazione va, una generazione viene
ma la terra resta
sempre la stessa.
5 Il sole sorge
e il sole tramonta,
si affretta verso il
luogo da dove risorgerà.
6 Il vento
soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri
il vento ritorna.
7 Tutti i fiumi
vanno al mare,
eppure il mare non è
mai pieno:
raggiunta la
loro meta,
i fiumi riprendono la
loro marcia.
8 Tutte le cose
sono in travaglio
e nessuno potrebbe
spiegarne il motivo.
Non si sazia l'occhio
di guardare
né mai l'orecchio è
sazio di udire.
9 Ciò che è
stato sarà
e ciò che si è fatto
si rifarà;
non c'è niente di
nuovo sotto il sole.
«Guarda, questa è una
novità»?
Proprio questa è già
stata nei secoli
che ci hanno
preceduto.
11 Non resta più
ricordo degli antichi,
ma neppure di coloro
che saranno
si conserverà memoria
presso coloro che
verranno in seguito.
12 Io, Qoèlet, sono stato re d'Israele in Gerusalemme.
14 Ho visto
tutte le cose che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è vanità e un inseguire
il vento.
15 Ciò che è storto non si può raddrizzare
e quel che manca non
si può contare.
16 Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io ho avuto una sapienza superiore e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me in Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza».
17 Ho deciso
allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la
follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento,18 perché molta
sapienza, molto affanno; chi accresce il
sapere, aumenta il dolore.
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