Il Vangelo di questa XXIII settimana del tempo ordinario è abbastanza difficile, non tanto di comprensione quanto di attuazione.
Gesù invita, senza mezzi termini, alla correzione fraterna come già nell'Antico Testamento fu detto
O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele... Ez. 33,1.
La Lettera di Paolo ai Romani 13,8 ci ricorda che nei confronti dei fratelli siamo debitori dell'amore.
Ora, Gesù ci dà delle regole per correggere il fratello.
Gesù invita, senza mezzi termini, alla correzione fraterna come già nell'Antico Testamento fu detto
O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele... Ez. 33,1.
La Lettera di Paolo ai Romani 13,8 ci ricorda che nei confronti dei fratelli siamo debitori dell'amore.
Ora, Gesù ci dà delle regole per correggere il fratello.
- Anzitutto dobbiamo accettare di essere noi stessi corretti, perché nessuno, dal primo all'ultimo dei battezzati, è immune dal peccato. Nessuno, dal primo all'ultimo dei battezzati, può considerarsi puro dinanzi a Dio. La Chiesa, anche quella dei primi cristiani, è formata da peccatori, non da santi, semmai chiamati a diventarlo, quindi non ci si stupisca dei peccati dei battezzati.
- La correzione fraterna deve essere attuata con amore e per amore.
- E quindi no alle critiche. No ai giudizi. No alle chiacchiere, magari fatte alle spalle. No a gridare o sussurrare allo scandalo per il peccato del fratello. Tutto questo non è evangelico.
- La correzione fraterna deve tenere conto del tempo, del luogo e soprattutto del tono con cui la si attua.
- Gesù corregge Pietro in modo duro, durissimo, chiamandolo addirittura satana quando l'apostolo vuole sviarlo dalla strada che porterà alla croce: Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Mt, 16.21-27.
- Ma Gesù usa toni soavi e amorevoli in altra occasione: Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simone Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che io ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene! Gli disse: “Pasci le mie pecore”. Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene? Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”.E gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecore”. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo disse: “Seguimi”. Gv. 21,15-19.
sinforosa castoro
Mi sembra tutto giusto. Solo l'egoismo causa difficoltà.
RispondiEliminaCiao Sinforosa.
Eh sì, Gus. Egoismo e orgoglio, che sovente ci fanno credere migliori di altri mentre invece...
EliminaGrazie mille e buon pomeriggio.
sinforosa