Attacchi di panico,
solo chi li ha conosciuti può comprendere quanto siano devastanti e quanto, se non riconosciuti per tempo e affrontati, per tempo, possano diventare invasivi, fino a costringere il soggetto colpito a modificare le sue abitudini di vita.
Sembra che nella nostra società gli attacchi di panico sorgano come funghi nei boschi d'autunno, ma come mai?
È un argomento importante, attuale, enorme e complesso (io avevo già fatto cenno in questo post sulla depressione e in questi sul Percorso sulle Emozioni), tuttavia oggi vorrei proporre una specie di soluzione al grande problema. Potrebbe sembrare sciocco, tuttavia vi elenco la mia teoria.
Secondo me l'autrice della saga Harry Potter, la grande Rowling, o ha conosciuto lei stessa cosa significhino gli attacchi di panico o li ha studiati alla perfezione, perché?
Perché nel terzo libro della saga, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, spiega nel dettaglio gli effetti che hanno sulle persone i Dissennatori (Creature che tolgono tutta la felicità alle persone e si nutrono delle loro emozioni negative) - e chi ha conosciuto gli attacchi di panico ne riconosce i sintomi -, e, sempre in questo libro, il professor Lupin, insegnante di Difesa contro le arti Oscure, insegna il modo per difendersi dagli attacchi di tali Dissennatori.
Ovviamente, da bravo insegnante qual è, il professore Lupin non porta in classe un vero Dissennatore, sarebbe troppo rischioso per allenare i suoi allievi, bensì un suo degno sostituto, vale a dire un Molliccio, creatura magica che può assumere le sembianze di ciò che spaventa di più la persona che ha davanti e che si nutre della paura della vittima. L'unica soluzione che il professore indica ai suoi alunni è lo sforzarsi di trasformare "quella paura", che paralizza, in una paura ridicola, l'incantesimo, infatti, si chiama Riddikulus, e quindi insegna che contro quel pensiero negativo e paralizzante non c'è altro metodo che allenarsi a pensieri positivi e liberatori.
Ecco alcuni stralci per combattere un eventuale attacco di un Dissennatore, che io chiamerei un eventuale attacco di panico.
«... Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall'altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa» disse il professor Lupin, ben deciso a ignorare il farfugliare terrorizzato di Neville, «che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?»
«Precisamente» disse il professor Lupin, e Hermione abbassò il braccio, un po' delusa. «È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l'errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso.
«L'incantesimo per respingere un Molliccio» continuò Lupin, «è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!».
Sebbene possa sembrare sciocco, lo ripeto, non si dimentichi che in psicologia l'attacco di panico è la reazione "salutare" a qualcosa che il nostro essere non sopporta più e quindi, oltre a parlare con un bravo professionista e magari aiutarsi con farmaci indicatici dal medico, perché non allenarsi a guardare in faccia alle nostre paure e ridicolizzarle un po'?
sinforosa castoro
solo chi li ha conosciuti può comprendere quanto siano devastanti e quanto, se non riconosciuti per tempo e affrontati, per tempo, possano diventare invasivi, fino a costringere il soggetto colpito a modificare le sue abitudini di vita.
Sembra che nella nostra società gli attacchi di panico sorgano come funghi nei boschi d'autunno, ma come mai?
È un argomento importante, attuale, enorme e complesso (io avevo già fatto cenno in questo post sulla depressione e in questi sul Percorso sulle Emozioni), tuttavia oggi vorrei proporre una specie di soluzione al grande problema. Potrebbe sembrare sciocco, tuttavia vi elenco la mia teoria.
Secondo me l'autrice della saga Harry Potter, la grande Rowling, o ha conosciuto lei stessa cosa significhino gli attacchi di panico o li ha studiati alla perfezione, perché?
Perché nel terzo libro della saga, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, spiega nel dettaglio gli effetti che hanno sulle persone i Dissennatori (Creature che tolgono tutta la felicità alle persone e si nutrono delle loro emozioni negative) - e chi ha conosciuto gli attacchi di panico ne riconosce i sintomi -, e, sempre in questo libro, il professor Lupin, insegnante di Difesa contro le arti Oscure, insegna il modo per difendersi dagli attacchi di tali Dissennatori.
Ovviamente, da bravo insegnante qual è, il professore Lupin non porta in classe un vero Dissennatore, sarebbe troppo rischioso per allenare i suoi allievi, bensì un suo degno sostituto, vale a dire un Molliccio, creatura magica che può assumere le sembianze di ciò che spaventa di più la persona che ha davanti e che si nutre della paura della vittima. L'unica soluzione che il professore indica ai suoi alunni è lo sforzarsi di trasformare "quella paura", che paralizza, in una paura ridicola, l'incantesimo, infatti, si chiama Riddikulus, e quindi insegna che contro quel pensiero negativo e paralizzante non c'è altro metodo che allenarsi a pensieri positivi e liberatori.
Ecco alcuni stralci per combattere un eventuale attacco di un Dissennatore, che io chiamerei un eventuale attacco di panico.
«... Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall'altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa» disse il professor Lupin, ben deciso a ignorare il farfugliare terrorizzato di Neville, «che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?»
«Precisamente» disse il professor Lupin, e Hermione abbassò il braccio, un po' delusa. «È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l'errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso.
«L'incantesimo per respingere un Molliccio» continuò Lupin, «è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l'incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego... Riddikulus!».
Sebbene possa sembrare sciocco, lo ripeto, non si dimentichi che in psicologia l'attacco di panico è la reazione "salutare" a qualcosa che il nostro essere non sopporta più e quindi, oltre a parlare con un bravo professionista e magari aiutarsi con farmaci indicatici dal medico, perché non allenarsi a guardare in faccia alle nostre paure e ridicolizzarle un po'?
sinforosa castoro
Sono impopolare se ti dico che gli attacchi di panico sono solo la conseguenza di una società iper stimolata, sempre sotto gli occhi di tutti, nonchè viziata e e confusionaria?
RispondiEliminaNon mi pare che le nostre nonne soffrissero di questi disturbi. O forse, semplicemente, non ne parlavano?
Hai perfettamente ragione, Claudia, tuttavia c'è un crescente aumento di questo disturbo e persino bambini di quattro/cinque anni ne soffrono. Alla base c'è la "brutta" abitudine di volere tenere tutto sotto controllo. Ciao ciao.
Eliminasinforosa
Hai ragione, Valeria. A questo proposito sovente penso a tutte quelle popolazioni che a tutt’oggi non hanno né specialisti né medicinali per contrastare questi disturbi troppo spesso sottovalutati e non capiti. Un abbraccio.
Eliminasinforosa
Cara Sinforosa, nella vita ho avuto paura, ma mai panico!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso-)
Tomaso
Bravo Tomaso, tu sei una roccia e come tutti quelli della tua generazione sei forte, anche emozionalmente. Buona serata e grazie per essere qui.
Eliminasinforosa
Il problema l'ha risolta quella di Via col vento: "domani è un altro giorno".
RispondiEliminaOvero bisogna sdrammatizzare perché un pensiero non è un drago affamato.
Ciao Annamaria.
Vero Gus, tuttavia per molte persone, purtroppo, gli attacchi di panico hanno cambiato la loro vita e urgerebbe un salutare rimedio affinché, tali persone, si riprendano in mano la loro vita.
EliminaBuona serata e grazie per il contributo.
sinforosa
Io ne ho sofferto anni fa E ti assicuro che sono devastanti. Quando arrivano hai la certezza che stai per morire ...E poi all'improvviso passa . Il sintomo ma non la causa , su quella bisogna lavorare .nel mio caso era riferito al rapporto con mia mamma e dopo il parto sono usciti degli irrisolti che mi portavo dentro .@non uscivo più se non strettamente necessario e accompagnata .mai preso farmaci , portavo con me all'occorrenza i fiori di bach. Mi sono rivolta ad un bravo psicologo che mi ha aiutata ad elaborare . Ma il giorno che sono cessati lo ricordo . Mi sono detta : "E va bene , Io esco ..E se crollo mi succede qualcosa mi accompagneranno in ospedale " ecco ...li ho affrontati a muso duro ed è andata bene :))
RispondiEliminaCara Juliet ciò che esprimi racconta molto bene cosa succede quando il panico aggredisce: hai la certezza che stai per morire. E da quel momento la vita cambia. Quel terrore provato si alimenta della paura che accada nuovamente e così via, e prima che ce se ne renda conto ci si trova ingabbiati nella propria mente, che elabora all’infinito il terrore vissuto e così ci si rintana in casa nella speranza di essere salvaguardati dal panico.
EliminaBrava Juliet, anzitutto hai trovato un bravo psicologo che senza dubbio ti ha aiutata e poi hai guardato in faccia quel terrore e lo hai vinto “sdrammatizzando” quella paura di sentirti male mentre eri fuori e sola.
Così si fa 👏🏻👏🏻👏🏻. Buona serata di primo luglio.
sinforosa
Ansia, attacchi di panico e depressione, sono diventati molto comuni nella nostra società. Non bisogna arrendersi, ma correre subito ai ripari consultando in primis il proprio medico.
RispondiEliminaSerena giornata.
Concordo, Cavaliere, mai sottovalutare i sintomi e ricorrere immediatamente ai ripari, a volte basta davvero poco per risolvere un disturbo tanto devastante. Buona giornata.
Eliminasinforosa
Gli attacchi di panico devono essere spaventosi. Ho un'amica che ne soffriva anni fa, me li ha descritti come terribili, e chi non li ha mai provati non può capire.
RispondiEliminaCome sempre, il primo passo per uscirne è parlarne in famiglia o col medico per cercare di trovare una soluzione. Non sapevo che anche i bambini ne soffrissero, io penso che questo la dica lunga su una società competitiva, stressata e sempre più malata.
Hai fatto centro, Cristina, se ansia e attacchi di ansia acuta coinvolgono anche bimbi di quattro, cinque anni ci fa comprendere quanto anche le relazioni genitori/figli siano diventate complicate sul piano delle aspettative e non solo. Grazie per essere passata. Serena giornata.
Eliminasinforosa
Gli attacchi di panico, sono-come sappiamo tutti- la conseguenza di alcuni fatti che portano il nostro organismo (spesso involontariamente) ad agire così e sono i segnali che il nostro corpo ci manda per dire che qualcosa non va. Putroppo, come tudici solo chi li conosce sa. bel post a presto!
RispondiEliminaGrazie mille Stefania e buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
Cara Valeria, mi avevi parlato dei tuoi attacchi di panico e tu, che hai vissuto questa terribile esperienza, potresti essere di aiuto ad altri che ancora non sanno riconoscere questi “agguati” e come difendersi e quindi non lesinare mai la tua esperienza. Attenta come sei ricorsa immediatamente ai ripari con Michelle, brava.
RispondiEliminaSi, Valeria, il fantasy è un genere che mi piace molto perché accende in me la fantasia. Non ho visitato la fabbrica del vapore ma credo ne varrebbe la pena. Buon pomeriggio e un abbraccio.
sinforosa
Scusa errore: attenta come sei, sei ricorsa...
RispondiEliminaMa sai che non ci avevo mai pensato carissima! Devo farlo presente ad una persona che, purtroppo, ha sofferto di parecchi attacchi di panico.
RispondiEliminaGrazie per questo post cara Sinforosa.
Un abbraccio
Maria
Cara Maria ormai sono all’ordine del giorno, forse una volta non si sapeva dare un nome a quegli stati d’animo che procuravano paure/terrori inspiegabili. Buona giornata in serenità.
Eliminasinforosa