Autunno, tempo di boschi e... fantasia.
Una storiella che ai miei bimbi piace tanto.
Buona lettura.
Questo Post lo dedico a al magico Blog Giocabosco, che vi invito a visitare.
Nel bosco di Coriandolo ci sono gli alberi...
Negli alberi del bosco di Coriandolo ci sono dei buchi...
Nei buchi degli alberi del bosco di Coriandolo vivono gli gnomi... e questa storia parla proprio di loro.
C'era una volta…
C’era una volta uno gnomo di nome Novello che se n’andava sempre in giro con un bel cappellino rosso.
«Perché?».
Ma perché senza quel cappellino rosso gli uccellini del bosco di Coriandolo l’avrebbero scambiato per un minuscolo topolino eh… l’avrebbero acchiappato in un battibaleno e mangiato in un solo boccone; ecco perché!
Mah, andiamo avanti alla storia.
Allora, dicevo, Novello portava sempre un berrettino rosso lì sulla punta della testa, come del resto facevano tutti i suoi amici gnomi, poi indossava un bel giubbettino verde, pantaloni con bretelle, anch'essi di colore verde, un paio di calzini a righine e un paio di scarpette a punta, color della terra.
Marrone come le castagne, il cioccolato, le nocciole del bosco, le foglie secche in autunno, la corteccia degli alberi, il cacao che mette la mamma nel latte la mattina, marrone come la coca cola, la nutella... Insomma, avete capito di che colore sto parlando, no?
Mah... andiamo avanti.
Novello aveva una moglie di nome Novella e sette bambini di nome Novellini; un po’ maschi e un po’ femmine: Novellino Uno. Novellina Due, Tre e così via, fino al Sette.
Novello, Novella e Novellini vivevano felici nel bosco di Coriandolo in compagnia dei loro amici gnomi e di tutti gli animaletti del bosco, finché un giorno...
Be’, finché un giorno non arrivarono i bambini e le bambine della Scuola dell'Infanzia a sconquassare la pace di quel bosco; non vi dico che confusione!
Vi giunsero una mattina d’autunno, con un pulmino giallo come il sole, insieme alla loro maestra che desiderava mostrare loro tutte le meraviglie del bosco di Coriandolo, ma, soprattutto, sperava che quei bambini riuscissero a vedere gli gnomi che abitavano quel luogo, purtroppo, però, appena giunti in quel bosco... oddio! Quante chiacchiere! Quanti schiamazzi! E che spavento per gli abitanti del bosco di Coriandolo.
Fu così che, in quattro e quattr'otto, Novello prese una decisione:
«Parlerò io alla loro maestra», disse con fare serio a tutti gli abitanti del bosco. «Sono o no lo gnomo più anziano di Coriandolo? E dunque, spetta a me il compito di assicurare al bosco la tranquillità che si merita» concluse, con fare sussiegoso, quel minuscolo gnomo.
E così fece: «Ehi…Ehi!…». Cominciò a chiamare. «Ehi, maestra, dico a te».
La maestra sentì una vocina che la stava chiamando. Si guardò in giro. Guardò di qua e di là. Guardò a destra e a sinistra ma non riuscì a capire da dove proveniva quella vocina.
«Chi mi ha chiamato?». Domandò ai suoi bambini che le saltellavano intorno al colmo della felicità.
Ma nessun bambino o bambina la stava chiamando!
E così, pensando di aver solo immaginato quella voce, la maestra esclamò: «Forza, su, bambini, tutti a raccogliere le foglie alla grande quercia».
Lo gnomo, sbuffando, non si diede per vinto. Riprovò e riprovò a chiamare quella maestra e questa volta lo fece con tutto il fiato che aveva in corpo:
Ma quello gnomo era talmente piccino, alto quanto un dito della maestra, e aveva una voce talmente piccina, che la maestra non riuscì a sentire una sola parola. Detto fatto, la maestra ebbe un’idea. S’abbassò fino a lui e con estrema cautela lo acciuffò per le bretelle e se lo mise sul palmo della mano.
Novello si tolse il cappellino, si mise quasi sugli attenti e con un tono solenne cominciò a proferire:
Novello si schiarì un poco la voce e riprese:
«Terza Regola... » e fu la volta del dito medio e cominciò a bisbigliare qualcosa: «Psss... Psss... Psss... Psss...Psss ... Psss... Allora ci siamo intesi?».
La maestra lo salutò con il palmo della mano ben aperto; oh, com'era contenta! Era al settimo cielo dalla contentezza perché ancora una volta aveva incontrato uno gnomo del bosco di Coriandolo.
Come dite?
Volete che vi dica qual'èla Terza Regola d’Oro?
E i bambini e le bambine si misero a correre innanzi a lei in direzione della quercia, che aveva ai suoi piedi una marea di foglie dai mille colori, cantando e gridando a squarciagola.
Lo gnomo, sbuffando, non si diede per vinto. Riprovò e riprovò a chiamare quella maestra e questa volta lo fece con tutto il fiato che aveva in corpo:
«Ehiii, maestra, sono io che ti sto chiamando, non uno dei tuoi bambini. Ehiii, ma mi senti? Sono qui. Qui, Quiii, in bassooo!» continuava a gridare a più non posso, con la faccia ormai rossa come un pomodoro per lo sforzo.
Non solo, per farsi vedere cominciò anche a gesticolare con quelle sue manine piccine piccine sperando di attirare l’attenzione della maestra che, giust’appunto, in quel momento, si stava incamminando verso la quercia grande. Finalmente, però, quando ormai credeva di non farcela più, Novello ci riuscì: la maestra si accorse di lui.
Non solo, per farsi vedere cominciò anche a gesticolare con quelle sue manine piccine piccine sperando di attirare l’attenzione della maestra che, giust’appunto, in quel momento, si stava incamminando verso la quercia grande. Finalmente, però, quando ormai credeva di non farcela più, Novello ci riuscì: la maestra si accorse di lui.
Lo vide lì vicino all'albero del nocciolo, proprio dove c’erano le radici che uscivano dal terreno, vide quel minuscolo gnomo che non smetteva un solo istante di muovere le labbra e di agitare le sue minuscole mani.
«Mah! Allora, sei tu che mi chiami?» gli domandò lei, sorpresa.
«Ma certo che sono io, chi se no?». Fece lui con fare sussiegoso portandosi le mani a tondo intorno alla bocca. «Ti devo dire alcune cosette, cara maestra», riprese, scuotendo l’indice in modo severo. E senza tanti preamboli cominciò a parlare.
Ma quello gnomo era talmente piccino, alto quanto un dito della maestra, e aveva una voce talmente piccina, che la maestra non riuscì a sentire una sola parola. Detto fatto, la maestra ebbe un’idea. S’abbassò fino a lui e con estrema cautela lo acciuffò per le bretelle e se lo mise sul palmo della mano.
Lui fece una smorfia di disappunto, ma da quella posizione poteva parlare alla maestra senza doversi sgolare:
«Veniamo al punto» disse, «devi dire ai tuoi bambini e bambine che se vogliono vedere noi gnomi del bosco di Coriandolo devono osservare Le Tre Regole d'Oro... ».
«Le tre regole d'oro?», fece lei con voce stupita allargando gli occhi per la meraviglia.
«Sì sì eh... e adesso apri bene le orecchie, non mi ripeterò e, subito dopo, mi raccomando, va' immediatamente a riferirlo ai tuoi bambini. Intesi?».
«Va bene». Rispose lei, «dimmi pure».
Novello si tolse il cappellino, si mise quasi sugli attenti e con un tono solenne cominciò a proferire:
«Prima Regola d’Oro» e alzò il pollice della mano sinistra. «È necessario che bambini e bambine, quando passeggiano per il bosco, sappiano fare silenzio. Solo così potranno ascoltare i rumori e i suoni del bosco di Coriandolo. Non credi anche tu?».
«Sì, lo dico sempre anch'io!» fece la maestra scrollando la testa.
Novello si schiarì un poco la voce e riprese:
«Seconda Regola d’Oro... » e Novello alzò l'indice. «È necessario che bambini e bambine, quando passeggiano per il bosco, sappiano camminare con passi leggeri invece di scorrazzare di qua e di là gridando e urlando come forsennati. Solamente così gli animaletti che vivono nel bosco di Coriandolo non si spaventano e noi gnomi... », fece guardando in malo modo la maestra «... be', non siamo costretti ad afferrarci alle radici per non traballare come se ci fosse un terremoto. Capito bene, maestra?».
«Certo, lo raccomando sempre anch'io ai miei bambini, ma tu sai come sono fatti i bambini, dimenticano presto le regole. Con i bambini ci vuole pazienza».
«Già! Pazienza!». Fece di rimando lui arricciando le sopracciglia.
«Terza Regola... » e fu la volta del dito medio e cominciò a bisbigliare qualcosa: «Psss... Psss... Psss... Psss...Psss ... Psss... Allora ci siamo intesi?».
«Mah, veramente non ho sentito» obiettò la maestra, che non aveva udito neanche una parola di quello che aveva detto a proposito della terza regola, «hai mosso solo le labbra!».
«Mmm», grugnì lo gnomo spazientito.
Fece cenno alla maestra di avvicinarsi di più e quando finalmente ebbe l’orecchio vicino alla sua bocca le disse, con fare severo: «È un segreto. Un segreto che si tramanda di generazione in generazione, mica posso gridarlo ai quattro venti, no?!».
Fece cenno alla maestra di avvicinarsi di più e quando finalmente ebbe l’orecchio vicino alla sua bocca le disse, con fare severo: «È un segreto. Un segreto che si tramanda di generazione in generazione, mica posso gridarlo ai quattro venti, no?!».
«Ahhh!» rispose lei sbalordita da quella rivelazione.
E lo gnomo cominciò a sussurrarle all'orecchio qualcosa di veramente speciale perché la maestra rimase letteralmente di stucco, che vuol dire senza parole.
«Hai compreso bene o devo ripetertelo?» le domandò lui con gli occhi indagatori e voce ferma vedendo la faccia impappinata di lei.
«Oh, sì sì ho capito bene, anche se, mi domandavo, sai, la terza regola d’oro mi sembra un po’... come dire... ».
«Oh lo so, lo so... », fece lui di rimando con aria saputa «... ti sembra un po’ fuori moda».
«Be’, non intendevo dire proprio questo, piuttosto...».
Ma non le riuscì di continuare perché Novello riprese subito a parlare: «So che per i bambini e le bambine di oggi questa Terza Regola d’Oro è un po' difficile da mettere in pratica, ma è assolutamente necessaria per poter vedere noi gnomi, mi sono spiegato?» proferì con fare deciso. «Purtroppo, i bambini di oggi... », riprese lo gnomo «... passano troppo tempo davanti alla televisione e al computer e, si sa, non hanno più quella capacità che... Capacità, del resto, che dimostri di avere così bene tu (la maestra arrossì, per quel complimento).
Tuttavia, se i tuoi bambini e bambine vogliono vedere noi gnomi devono proprio fare come ti ho detto, non c’è altra via. Sono stato chiaro?». E senza aggiungere altro Novello fece un gran balzo dalla mano della maestra fino a terra e sparì veloce in un battibaleno dentro il buco dell'albero del bosco di Coriandolo gridando a gran voce: «Buone pigne a te, cara maestra» (che nel linguaggio degli gnomi significa: «Buone cose a te»).
Tuttavia, se i tuoi bambini e bambine vogliono vedere noi gnomi devono proprio fare come ti ho detto, non c’è altra via. Sono stato chiaro?». E senza aggiungere altro Novello fece un gran balzo dalla mano della maestra fino a terra e sparì veloce in un battibaleno dentro il buco dell'albero del bosco di Coriandolo gridando a gran voce: «Buone pigne a te, cara maestra» (che nel linguaggio degli gnomi significa: «Buone cose a te»).
La maestra lo salutò con il palmo della mano ben aperto; oh, com'era contenta! Era al settimo cielo dalla contentezza perché ancora una volta aveva incontrato uno gnomo del bosco di Coriandolo.
Come dite?
Anche voi volete vedere gli gnomi? Eh, sì, ci credo, gli gnomi sono creature così fantastiche! Anche se un po’ permalose, devo ammetterlo.
Come come come?
Volete che vi dica qual'è
Ma un attimo di pazienza! Sembrate anche voi i miei bambini e bambine che, quando vogliono qualcosa, non smettono un attimo di chiamarmi e di ripetere: «Maestra. Maestra. Maestra... », pazienza, ci vuole pazienza, prima saluto per bene Novello, ok?
«Ciaooo Novello. E buone pigne anche a te e alla tua famiglia!».
E adesso, su, forza avvicinatevi... che poi devo correre via.
Su, avvicinatevi di più, ma non così... di più. Ve lo dico in un orecchio, allora, qui tutti e, mi raccomando, ricordatevi di quello che mi ha detto lo gnomo Novello, non divulgate questa Terza Regola d'Oro, altrimenti Novello! È un gran segreto e tale deve rimanere, tenetelo a mente.
Cara Sinforosa, storielle molto carine , definisco per passare il tempo.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ma sì, dai, storie per bambini e non solo. Ciao Tomaso, buona serata :)
Eliminasinforosa
Prezzemolo piene piantine tutti intorno alla quercia. E io mangio. Per forza leggo più volte, le pigne, e dopo capisco. Anch'io ho bisogno il mio pc.! Gioia e fantasia!
RispondiEliminaGrazie e tanta gioia e fantasia a te :)
Eliminasinforosa
Certo, la fantasia.
RispondiEliminaCiao sinforosa.
Un po’ di fantasia non guasta mai. Buona serata, Gus.
Eliminasinforosa
Ma brava Sinfo !!! Che bella fiaba e che bei disegni !!! Sono tutte e tre regole d'oro ma la terza è la più importante !!! Ciao Sinfo, per qualche giorno non ci sarò ma tornerò presto.
RispondiEliminaGrazie Mirtillo, ovunque tu vada ti auguro di divertirti, a presto. Buona serata:)
Eliminasinforosa
Certamente una regola d'oro per bimbi e adulti per riuscire a captare le sfumature della vita
RispondiEliminaFiaba e disegni splendidi!
Franca
Una fiaba per incentivare la fantasia, elemento indispensabile per dare sapore alla vita. Grazie Franca, buon sabato:)
Eliminasinforosa
Wonderful story! Needed to keep in mind the three golden rule. The boys and girls seem happy with the third one :)
RispondiEliminaHave a wonderful weekend.
Thanks, Evi, a story to stimulate the imagination, an indispensable element to give a little taste to life especially for us adults; too many of us have lost it, fantasy :)
EliminaGood day.
sinforosa
E' verissimo con un pizzico di fantasia la vita diventa più bella!!!!
RispondiEliminaE allora coltiviamola sempre, anche in età adulta, questa benedetta fantasia. Ciao Simona, sereno sabato:)
Eliminasinforosa
Davvero graziosa! Spero di vedere anche io questi gnomi un giorno! ;p
RispondiEliminaSono certa che un giorno o l'altro li incontrerai, tu sei proprio il tipo adatto per incontrare gnomi e non solo. Ciao Nyu e buon sabato pomeriggio.
Eliminasinforosa
Bellissima fiaba e bellissimi i disegni!
RispondiEliminaStorie così fanno sognare e sanno catturare l'attenzione.
Anche col finale a sorpresa, a cliffhanger... ahaha!
Insomma, questo terzo segreto? Peggio di quello di Fatima... PAZIENZA :)
Moz-
Ah, ah, ah, bella Miki.
EliminaSenza un po' di fantasia cosa sarebbe questa vita? Grazie e buon pomeriggio prefestivo.
sinforosa
Gli occhi aperte, ma é bella! sempre tanta gioia!
RispondiEliminaOcchi ben aperti, sempre e ovunque. Ciao Francesco. sereno pomeriggio e gioia a te.
Eliminasinforosa
Complimenti Sinforosa, tutto molto bello e...W la Fantasia! Ciao ciao!
RispondiEliminaEvviva, Pia. Buon pomeriggio. Ciao ciao.
Eliminasinforosa