La madre cerca in tutti i modi di opporsi a questa sua vocazione e così si appresta a prepararle il matrimonio, senonché, colpita da una improvvisa malattia, muore.
Dopo qualche tempo trascorso a Cordova, Colomba, insieme con Elisabetta e Geremia, abbandona la città per condurre vita religiosa nel doppio monastero fondato da questi ultimi a Tábanos nella Sierra de Córdoba, governato dal fratello abate Martino e per la parte femminile dalla stessa Elisabetta.
Colomba ben presto si distingue nello studio delle Scritture e nella santità di vita tanto da divenire per tutti esempio e un punto di riferimento.
Intanto le persecuzioni di Maometto I proseguono, le monache di Tábanos si ritirano in Cordova, in una loro casa nei pressi della basilica di San Cipriano.
Nell'anno 852 a Cordova si tiene un Concilio dei vescovi nel quale i prelati si esprimono sul divieto ai cristiani di presentarsi spontaneamente al martirio.
Colomba, tuttavia, forse anche perché ignara del decreto, abbandona segretamente il monastero, si presenta al giudice dichiarandosi cristiana e cercando di indurlo ad abbandonare l'errore, per questo motivo viene portata davanti al consiglio cittadino, dove lei continua a difendere la fede cattolica e la sua totale dedizione a Cristo: è la sua condannata a morte.
È decapitata il 17 settembre 853 davanti al palazzo del governo, dopo aver offerto un dono al suo carnefice.
Il suo corpo, gettato nel Guadalquivir, é ritrovato integro dopo sei giorni, viene così sepolto nella basilica di Sant'Eulalia a Fragellas.
Le reliquie di Colomba pare siano state portate più tardi nell'abbazia di Santa Maria de Nájera e nel priorato, da essa dipendente, di Santa Colomba. La sua festa è celebrata in gran parte della Spagna nel suo dies natalis, il 17 settembre. I redattori del Martirologio Romano del 1583 introdussero la sua memoria il 17 settembre.La storia di questa martire è stata narrata da S. Eulogio di Cordova in Memoriale Sanctorum, resoconto del martirio dei cristiani che subirono la persecuzione dell'850 in Spagna.
sinforosa castoro
non conoscevo questa santa,grazie!
RispondiEliminaL’ho conosciuta con voi, grazie a te. Buona serata.
Eliminasinforosa
Non conoscevo la storia di Santa Colomba martire. Mi ha toccato profondamente il fatto che abbia fatto un dono al suo carnefice. Ciò denota la sua santità. Grazie e buona serata.
RispondiEliminaCiò che accomuna i santi è l’amore verso gli altri, chiunque essi siano, persino i propri carnefici. Ciao Caterina, grazie e buona domenica.
Eliminasinforosa
Una santa esemplare.
RispondiEliminaSì, Gus, grazie e buona fine di domenica.
Eliminasinforosa
ciao sempre interessanti questi post
RispondiEliminaGrazie Robby, buona serata domenicale.
Eliminasinforosa
Buona domenica.
RispondiEliminaGrazie Giancarlo, buona serata domenicale a te.
Eliminasinforosa
Ciao Annamaria! Grazie mille per la tua storia!
RispondiEliminaGrazie a te, Irina, buona serata.
Eliminasinforosa
Buongiorno e buona domenica "Sinfo"!
RispondiEliminaGrazie Francesco, è stata una bella domenica. Buona serata a te.
Eliminasinforosa
Grazie per questo interessantissimo post.
RispondiEliminaGrazie Stefania, grazie per l’interesse. Buona serata.
Eliminasinforosa
Ciao Sinforosa, bnel post, non conoscevo la storia di Santa Colomba. Vita interessante. Un saluto un abbraccio e sereno mese di settembre
RispondiEliminaGrazie Arwen, tutto bene? È bello ritrovarti. Buona serata domenicale a te e buon settembre.
Eliminasinforosa
Molto toccante e il nome Colomba ha in sè tanta tenerezza,molto particolare, bello
RispondiEliminaBuona serata
Franca
È un nome che ormai non si usa più e di primo acchito può apparire un po’ troppo démodé, ma, invece, ha il suo perché e io lo trovo molto bello. Grazie Franca, buona serata domenicale.
Eliminasinforosa
Amen.
RispondiEliminaCiao Filippo, buon pomeriggio.
sinforosa