Odio

L'Enciclopedia Treccani definisce l'odio: «Un sentimento di forte e persistente avversione, per cui si desidera il male o la rovina altrui; più genericamente, sentimento di profonda ostilità e antipatia». 

L'odio è un sentimento che non ha a che fare con un'emozione primaria. 

Da una parte nasce dall'alimentare due dei sette Vizi capitali: la superbia e l'invidia. 

Dall'altra è frutto della personalità, dei vissuti, della storia e delle relazioni del soggetto. L'ira, altro Vizio capitale, sovente si accompagna all'odio. 

L'odio, di fatto, ha tante sfaccettature: dall’avversione all’insofferenza, dal fastidio alla contrarietà, fino a quel sentimento che vorrebbe la distruzione dell'altro, che sia un soggetto o un intero clan o popolo. E la storia passata e presente, purtroppo, ci segnala molti esempi.

L'odio può essere anche instillato negli altri, a livello individuale o di massa, attraverso la stortura e la falsificazione della realtà, attraverso la manipolazione delle coscienze. 

L’odio mira alla distruzione: distruzione dell’altro come di sé stesso, perché un soggetto che odia non è mai sazio di questo sentimento. 

L'odio può avere molte modalità, può essere programmato, pianificato o freddo, immediato. 

Può essere espresso in maniera emotiva se accompagnato all'ira, può rivelarsi attraverso gesti e parole. L'odio non conosce pietà, non conosce ragione. 

Si alimenta col passar del tempo fino a diventare l'unica modalità di valutazione delle azioni e parole degli altri e per colui che odia termina soltanto con la morte di colui che lo alimenta. 

Sembra qualcosa di molto distante da noi eppure non è così. 

Molti individui coltivano questo sentimento, ma se questi individui sono capi di Stato, quell'odio si tramuta in guerra. 

Ma, intendiamoci, che sia un odio verso un intero popolo o verso un solo individuo, l'odio mantiene tutta la sua potenza di irragionevolezza, illogicità, follia, assurdità e stoltezza.

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sinforosa castoro