Era una notte gelida a Betlemme, come sempre a dicembre, e c'erano tante greggi di pecore che, come ogni giorno al calar della notte, avevano trovato posto negli ovili, quelle con il manto candido, ovviamente, mentre le altre, quelle con il manto nero, erano dovute rimanere fuori, all'agghiaccio, vicine le une alle altre per scaldarsi un po', d'altronde si era a quasi ottocento metri di altitudine!
Le regole di purità della legge ebraica su questo punto è molto chiara: le pecore dal manto candido, considerate purissime, al tramonto possono rientrare all'ovile, quelle col manto bianco e nero, non proprio pure ma quasi, possono ricoverarsi negli ovili, ma fuori dal centro abitato di Betlemme, e quelle col manto nero... e no, quelle col manto nero devono starsene fuori.
Sì è così che va per noi pecore nere. D'altra parte noi pecore nere qualcosa di diverso ce l'abbiamo: la nostra lana non piace molto agli uomini, anche se è calda e morbida come quella delle nostre compagne pecore bianche.
Ma quella notte era diversa dalle altre, ve lo assicuro, lo si vedeva da quel cielo trapunto di stelle. A un tratto un angelo si avvicinò al nostro gregge. Noi pecore nere e i nostri pastori ci spaventammo, e non poco. Ma l'angelo ci rassicurò dicendoci che in Betlemme era nato un bambino, il Salvatore e che molte cose sarebbero cambiate, soprattutto per i più poveri e deboli, come noi pecore nere. Con i nostri pastori, noi pecore nere siamo state le prime a vedere e a sentire la Buona Notizia, le prime a vedere il Bambinello, proprio perché eravamo le uniche a essere fuori.
Le regole di purità della legge ebraica su questo punto è molto chiara: le pecore dal manto candido, considerate purissime, al tramonto possono rientrare all'ovile, quelle col manto bianco e nero, non proprio pure ma quasi, possono ricoverarsi negli ovili, ma fuori dal centro abitato di Betlemme, e quelle col manto nero... e no, quelle col manto nero devono starsene fuori.
Sì è così che va per noi pecore nere. D'altra parte noi pecore nere qualcosa di diverso ce l'abbiamo: la nostra lana non piace molto agli uomini, anche se è calda e morbida come quella delle nostre compagne pecore bianche.
Ma quella notte era diversa dalle altre, ve lo assicuro, lo si vedeva da quel cielo trapunto di stelle. A un tratto un angelo si avvicinò al nostro gregge. Noi pecore nere e i nostri pastori ci spaventammo, e non poco. Ma l'angelo ci rassicurò dicendoci che in Betlemme era nato un bambino, il Salvatore e che molte cose sarebbero cambiate, soprattutto per i più poveri e deboli, come noi pecore nere. Con i nostri pastori, noi pecore nere siamo state le prime a vedere e a sentire la Buona Notizia, le prime a vedere il Bambinello, proprio perché eravamo le uniche a essere fuori.
E fu così che davanti a quel bambino, a sua madre e suo padre, ringraziai il cielo di essere una pecora nera.
Riadattamento a
"Natale con la pecora nera di Claudio Imprudente. Messaggero di sant'Antonio dicembre 2015"
sinforosa castoro
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Che bello Sinforosa e Dopo questo tuo racconto sono ancora più felice di essere sempre stata considerata una pecora nera...
RispondiEliminaBacio serale!
Anche a me è piaciuto molto, Nella. In fondo in fondo, siamo tutti pecore nere, se ci facciamo un po' l'esame di coscienza, e quindi è un racconto che calza a pennello anche a me.
EliminaBuon anno carissima
sinforosa
E' pieno di significati questo racconto!
RispondiEliminaCiao, grazie.
Dani
Sì, Daniela, è ricco di significati e come dicevo a Nella è per tutti noi, perché ciascuno di noi è un po' pecora nera.
EliminaBuon anno anche a te, carissima.
sinforosa
Anche qui voglio lasciare il segno cara Sinforosa, mi piacciono i racconti semplici, e per un momento ritorno come un bambino, e sono ansioso di vedere come andrà a finire.
RispondiEliminaPrima di finire voglio dirti che ti ho messo nel mio blog Roll e ho notato che fai un post al giorno, è sicuramente una media veramente buona, io ora mi trovo a corti di idee forse gli anni:)
Tomaso
Sei bravissimo, altroché! Chissà che idee avrò io quando arriverò a sette anni di blog!
EliminaIl raccontino è davvero semplice ma pieno di significati, come dice bene Daniela e sono contenta che sia piaciuto anche a te. Il bambino che è in noi salta sempre fuori e meno male.
Ciao ciao
sinforosa