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mercoledì 24 gennaio 2018

La regola sbagliata del re

C’era una volta un paese dove tutti vivevano in pace, ma un giorno il re di quel paese fece una cosa davvero strana, chiamò i suoi soldati e disse loro di andare di via in via a dire a tutti gli abitanti del paese che da quel giorno tutti i bambini e bambine con i capelli biondi e gli occhi azzurri non potevano più andare a scuola.
Potete immaginare quei poveri bambini! Incominciarono a piangere e a disperarsi e poi a strillare persino, perché loro volevano andare a scuola, volevano andare a giocare con i loro compagni e volevano andare ad ascoltare le belle fiabe che la maestra raccontava. Ma niente da fare, non si poteva proprio andare contro le decisione del re, altrimenti sarebbero stati guai e guai seri.

Ma dovete sapere che anche i bambini e le bambini con i capelli neri e castani e gli occhi scuri, quelli che erano andati a scuola, piangevano: «Maestra», dicevano in coro, «perché Ester oggi non viene a scuola?».
«E perché non c’è neanche Giuseppe e Giorgio e Giosuè?... Voglio i miei amiciii».
La maestra cercò di consolarli e cercò di spiegare loro che, purtroppo, il re aveva deciso che tutti i bambini e tutte le bambine con i capelli biondi e gli occhi azzurri non potevano più venire a scuola. Era talmente una cosa ingiusta e senza senso che i bambini presero una decisione, dovevano ricorrere a Fatabontà. Con pennarelli e fogli colorati realizzarono tanti disegni, uno per ciascuno, e ogni disegno lo pieghettarono fino a farlo diventare un bel aeroplanino e poi lo lanciarono in cielo, tanti aeroplani-disegni in direzione di Fatabontà.

Dovete sapere che Fatabontà viveva in un angolino sperduto su nel cielo ed era davvero una fatina meravigliosa, perché riusciva sempre, dico sempre, a cambiare un cuore cattivo in un cuore buono. E, infatti, appena gli aeroplanini disegni arrivarono nel suo angolino su nel cielo, Fatabontà capì subito il problema: doveva correre ai ripari.

Durante la notte andò dal re, gli fece una carezza sul cuore, gli diede un bacetto sulla fronte, e il cuore cattivo del re si trasformò in un cuore buono.
Che bella sorpresa ebbero tutti gli abitanti del paese quando il mattino dopo i soldati andarono di via in via a dire a tutti che i bambini e le bambine con i capelli biondi e gli occhi azzurri potevano ritornare a scuola! E che gioia quando gli amici, quelli con i capelli neri e castani e gli occhi scuri e quelli con i capelli biondi e gli socchi azzurri si ritrovarono!
Da quel giorno il re capì che tutti, biondi e neri, avevano il diritto di stare inseme allegramente e che nessuno, nemmeno un re, poteva più dividere.








di sinforosa castoro
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10 commenti:

  1. Ahaha, ma la scuola non è divertimento, stare con gli amici e ascoltare storie. Quelli sono i pomeriggi tra cortile, tv, giochi XD
    Il re stava facendo un'opera buona, ma graduale... aveva iniziato a salvare i bimbi belli (biondi e dagli occhi azzurri) e poi sarebbe passato anche agli altri XD

    Moz-

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    1. Ti assicuro che nella scuola dell’infanzia ci si diverte un mondo fra storie, chiacchiere, giochi, pittura, musica... e quel re in verità era un poco razzista e meno male che Fatabontá è riuscita a cambiargli il cuore altrimenti i bambini erano pronti ad andare da quel pauroso Orco delle Paludi che lo avrebbe prelevato dal suo castello e lo avrebbe messo in ammollo nel fango delle sue paludi finché non sarebbe diventato di pietra, come lo era il suo cuore prima dell’inter Di Fatabontà. Che ne dici? Buona serata, Miki, e grazie per essere passato.
      sinforosa

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    2. dell’intervento di Fatabontà. (scusa l’errore di battitura)

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    3. Io ho pensato la stessa cosa di Nozze. Tranne per i bambini belli e meno belli. Ho pensato che hai biondi gli era parso bene che erano rimasti a casa e invece i mori piangevano per l'ingiustizia.
      😅😅😅😅

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    4. Ma davvero? Ma insomma per voi la scuola era proprio una punizione 😂😂😂. Ciao Anna e buona giornata.
      sinforosa

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  2. L'importante è ciò che insegna questa bella favola : tutti i bambini devono stare insieme, tutti sono uguali e hanno gli stessi diritti. Un saluto

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    Risposte
    1. È propria questa la morale della favola. Grazie Mirtillo per essere passata e buona serata.
      sinforosa

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  3. La solidarietà del popolo tedesco. Questo è mancata agli Ebrei.
    Ciao Sinforosa.

    RispondiElimina

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