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domenica 29 marzo 2020

Meditazione del Santo Padre



«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell'aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell'angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).

Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.

La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all'avversità.

Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.

Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all'isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.

Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).
(Libreria Editrice vaticana)
 
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sinforosa castoro

28 commenti:

  1. Un grande abbraccio Sinforosa, ciao e buona domenica.

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    1. Grazie Sciarada, buona serata domenicale a te. Un abbraccio.
      sinforosa

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  2. Grazie Sinforosa. Sono le parole del papa vero? Ti ringrazio di aver postato tutto. Ho ascoltato in diretta ma leggerlo è diverso. Abbraccio.

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    1. L’ho postato proprio per aver la possibilità di leggerlo e rileggerlo talmente è bello. Grazie a te, Pia, buona serata. Un abbraccio.
      sinforosa

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  3. Brava aver riportato tutto nella sua interezza, e non come scrivono i mass media che saltano sempre qualcosa d'importante o scrivono quello che vogliono far capire loro. Come cattolici dobbiamo sempre sapere e conoscere la verità tutta intera. Buona domenica sera e buon inizio settimana.

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    1. I documenti della Chiesa li ho sempre letti integralmente, è un mio interesse, e anche molte omelie che mi hanno particolarmente colpito e questa è una di queste e secondo me è meravigliosa. Ciao Marta, grazie a te e buona settimana.
      sinforosa

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  4. Appassionato richiamo alla solidarietà ed all'amore reciproco: l'ho apprezzato molto. Buona domenica Sinforosa.

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    1. Sì, è stata una bella e istruttiva riflessione su un brano di Vangelo meraviglioso. Ciao Sfinge, buona serata e grazie per l’attenzione.
      sinforosa

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  5. L'immagine del Papa che parla a una piazza vuota resterà nella storia.

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    1. È stato un momento davvero toccante e indimenticabile. Ciao Gus, buona serata domenicale.
      sinforosa

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  6. Cara Sinforosa, è stato emozionante, vedere il Papa solo nell'immensa
    Piazza San Pietro, cose che succedono ora con il virus.
    Ciao e buona domenica cin un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. È stato un momento di preghiera e adorazione di grande consolazione. Ciao Tomaso, un abbraccio a te e buona serata.
      sinforosa

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  7. Hello, Annamaria! I like the words of Santo Padre.

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    1. What he said last Friday are words of great consolation. Hi Irina and watch out for the virus.
      sinforosa

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  8. Please take care of your self and your loved ones.Stay safe.
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    1. Thanks Swetha, this virus is killing many people. You too take care of yourself and all of you. Have a good day and a good week. A hug.
      sinforosa

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  9. Ciao! Sono rimasta colpita dalle parole del Papa dell'altro giorno, ma anche da quello che ha detto l'Arcivescovo Delpini ieri mattina… ci ha paragonato a fiori che devono cercare di sbocciare nella difficoltà. Buona settimana e grazie per questi tuoi post di riflessione :-)

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    1. Mi sono persa quella riflessione, la cercherò in rete. Grazie a te, Silvia, per la sensibilità che dimostri per queste argomentazioni. Buona giornata e buona settimana.
      sinforosa

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  10. Assistere a qulla diretta è stato un dono. Le parole del Papa sono ancora più belle e profonde a leggerle qui, adesso. E questo è un altro dono.
    Buona giornata, carissima Sinforosa. Restiamo vicini nella preghiera.

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    1. Come dicevo a Pia, l’ho postata per averla sempre sottomano, perché è stata davvero un dono grande, una fiammella nella notte buia. Grazie a te, Maris, e buona giornata. Certo, restiamo uniti nella preghiera a Colui che tutto può.
      sinforosa

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  11. Grazie Sinforosa per aver riportato le parole del Papa. Ho visto la diretta, e l'ho visto particolarmente stanco. Ci fa ritrovare la fede perduta...e ho iniziato a pregare. Buona giornata. Un abbraccio.

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    1. Cara Ale, è stata una preghiera e un momento di adorazione davvero belli, indimenticabili. Preghiamo insieme. Buona giornata e buona settimana. Un abbraccio.
      sinforosa

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  12. E' stato un momento molto intenso.
    Duro ma estremamente bello.
    Formidabile.
    Ce la faremo.
    Un abbraccio.

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    1. Sì, Dama, è stato un momento davvero significativo e di grande consolazione. Un abbraccio a te, di cuore.
      sinforosa

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  13. Appassionato richiamo alla solidarietà. Solo unendoci, l'Europa e tutto il resto del mondo, e pensando anche ai più deboli e sfortunati ne usciremo tutti. Ed io ci credo ne usciremo tutti. Certo, non sarà una passeggiata, ma ne usciremo. Il bello di questo momento cupo, in tante parti di mondo è che è tornata viva e vitale la migliore parte degli esseri umani, la solidarità che prima si vedeva molto meno. Anche se c'era meno evidente già in precedenza, in una parte di uomini e donne. In questi momenti di crisi si vede il peggio ed il meglio della gente :-) Un Bacione ed un abbraccio Sinforosa, spero che tu continui a stare bene <3 <3

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    1. Ci hai regalato un commento che è una bella lettura del momento, un momento in cui si riscopre la solidarietà e le cose per le quali vale davvero la pena spendere energie. Grazie Arwen, buon inizio di settimana. Un abbraccio.
      sinforosa

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  14. Uno splendido momento di grande ed intensa Emozione.
    Grazie per averlo riproposto.
    Un abbraccio cara , buona giornata.
    Rosy

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    Risposte
    1. Grazie a te per l'attenzione. Buon inizio di settimana, un abbraccio.
      sinforosa

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