Questi due anni scolastici, sì perché ormai fra due mesi e mezzo l’anno scolastico sarà terminato, sono stati due anni scolastici terribili, per tutti: scuola e famiglia, famiglia e scuola, ma soprattutto per gli studenti e fra questi in modo particolare per coloro che nel frattempo hanno affrontato l’ultimo e il primo anno scolastico di ogni ordine e grado di scuola. Immaginiamo i bimbi della prima classe primaria che l’anno scorso hanno imparato a leggere e scrivere attraverso un monitor e che quest’anno si ritrovano ancora a imparare attraverso uno schermo pc. Certo la Dad (didattica a distanza) è sempre meglio di niente ma quanto avranno imparato in questi due anni? Sento di bambini che a tutt’oggi non hanno ancora imparato a scrivere, a leggere come ci si aspetterebbe da bambini al termine della prima primaria e questi obiettivi non raggiunti quando potranno essere colmati, raggiunti? Per non parlare della socializzazione tanto repressa di questi tempi e che coinvolge ogni età dei nostri studenti. Quando potranno riempire quei “buchi” che la pandemia ha sortito? Mi dispiace per tutti questi giovanissimi e giovani alunni, per le loro famiglie e per tutti gli insegnanti, che non possono insegnare come vorrebbero e dovrebbero. Insomma, così come la scuola non può sostituire la famiglia, la famiglia, sebbene con tutta la buona volontà messa in atto, non può e non potrà mai sostituire la scuola.
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sinforosa castoro
Puoi avere anche ragione, ma esordire con "questi due anni scolastici" non è per nulla corretto, anche se servirebbe per una teorica buona causa. Il buco educativo di chi ha saltato scuola per anni di guerra, ha sortito quindi una generazione di elementi instabili, repressi e sconvolti?
RispondiEliminaSiamo in emergenza. Penserei a risolvere. Con tutte le difficoltà certo, ma bisogna pensare positivo, sperare, avere sempre Fede. La disperazione non serve e non paga.
Franco mi attribuisci una disperazione che non ho e che non penso nemmeno di trasmettere, se non a te, sto solamente parlando delle difficoltà che questi due anni scolastici hanno sortito e stanno sortendo con una didattica a distanza, che, come ho detto, è meglio di niente, ma che non può essere paragonata alla scuola vera e propria.
EliminaHo colleghe che non vedono l’ora di riprendere la scuola in presenza perché così funziona poco o niente. E fare paragoni con una scuola e una realtà di quasi ottant’anni fa è davvero fuori luogo. La scuola, la famiglia, la società attuale non è come quella di ottant’anni fa, non si possono fare paragoni.
Per quanto riguarda i due anni scolastici è un dato di fatto. Noi abbiamo chiuso le scuole il 22 febbraio 2020, dopo soli quattro mesi di scuola e l’anno si è concluso quel giorno e quest’anno in alcune regioni hanno avuto scuola in presenza forse solo due, tre mesi e ora sono tutti a casa. Ti assicuro che ogni giorno di scuola è prezioso e insostituibile.
Non significa tuttavia che io sia disperata, tutt’altro e nemmeno che io non mi auguri che il tutto si risolva il prima possibile, senz’altro prima o poi si risolverà, anche perché nulla dura in eterno, sto solo sottolineando, come insegnante, che sono dispiaciuta per tutti gli attori coinvolti in questa faccenda. Tutto qua.
sinforosa
Concordo con te,ma la DAD è il male minore.Buona serata-
RispondiEliminaDi fronte agli ammalati, agli ospedalizzati, ai morenti e ai morti, tutto è relativo e risolvibile, ciò non toglie che per le famiglie e per gli alunni e studenti sia un bel problema, se poi pensiamo ai genitori di bimbi disabili e/o svantaggiati il problema è doppio.
EliminaBuona serata.
sinforosa
Due anni che i ragazzi non potranno dimenticare.
RispondiEliminaCiao Sinforosa, una buona giornata a te.
Lo credo anch’io, ciao Giancarlo, grazie e buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
Ci vuole ancora tanta pazienza e prudenza e poi, quando potremo tornare a vivere normalmente tanta ma tanta buona volontà da parte di tutti per ricucire i vuoti che questo maledetto virus ci sta infliggendo. Abbraccio
RispondiEliminaGio
Certo Gio, dobbiamo pazientare e ancora pazientare affinché la pandemia diventi solo un ricordo e solo allora, guardandoci indietro, sapremo cosa questo virus ci ha tolto e cosa ci ha insegnato. Un abbraccio grande a te, buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
Quando non si può acquistare un pantalone nuovo è inevitabile mettere una toppa sul vecchio.
RispondiEliminaIl tuo discorso non fa una piega. Grazie Gus, buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
Ci saranno ripercussioni pesanti sugli studenti e sulla società stessa e chi non lo capisce o non ha figli o se ne frega.
RispondiEliminaSenza alcun dubbio ci saranno dei “buchi” da colmare, per alcuni sarà facile colmarli, per altri facilissimo, ma per molti resteranno vuoti incolmabili, per incapacità soggettive e oggettive, purtroppo; questo virus non ci porta via solo vite umane, ma anche lavoro, studio, cultura... vita, come eravamo abituati a intenderla da quando siamo nati. Grazie Dama e buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
Io sottoscrivo pienamente. Un incubo. Non so definirla in altro modo.
RispondiEliminaEh sì, per tutti gli attori di questa realtà è davvero un incubo. Grazie Irene, buona domenica.
Eliminasinforosa
sono anni che non scorderemo mai, forse loro i più piccoli si, saremo magari noi a ricordarglielo. Noi tutto sommato siamo tra i fortunati perché mi a figlia, in pirma elementare, non ha mai smesso di andare a scuola.
RispondiEliminaSpesso mi viene da pensare a come avrei reagito fosse capitato a me, io amavo andare a scuola, stare con i miei compagni, sperare in un amore che magari non mi guardava. Ecco sono anni che davvero nessuno potrà dare indietro, starà anche a noi far capire l’importanza e provare a farli servire a qualcosa
Certo Ernest, anche i momenti più bui portano in sè stille di bellezza e bontà, sta a noi riconoscerli e farne tesoro. Saluti.
Eliminasinforosa