In casa di Rosina c'è un gran trambusto. Lei e suo fratello sono in cameretta a discutere:
«Ti dico che la Befana non esiste, hai capito? Ma tu sei troppo piccola e non capisci niente».
«E allora chi mette i dolcetti nella calza che la mamma appende al camino? E quella bambolina che mi ha portato l'altr'anno?».
«È stata la mamma, no!».
«Non è vero, tu dici così solo perché continui a far arrabbiare la mamma e il papà e hai paura che poi la Befana non ti porterà un bel niente... ».
«Ma sta' zitta, sei solo una bambina dell'asilo che crede a tutte quelle scemate».
«Non devi preoccuparti perché la Befana è così brava, ma così brava, che porterà anche a te una calza piena di dolcetti e un giocattolo, glielo scrivo io, guarda».
«Ma se non sai neanche scrivere!» e con queste parole Giorgio mette fine alla discussione. Si alza e se ne va a guardare la tele.
Rosina se ne sta lì tutta sola e per niente offesa dalle parole del fratello. Prende un foglio e con le sue matite colorate incomincia a disegnare due calze, un orsacchiotto e una bella automobilina rossa. Ripiega il foglio in quattro, lo infila in una busta bianca e chiede alla mamma di scrivere per bene l'indirizzo: «Mi raccomando, mamma, ricordati di spedirla altrimenti la Befana non verrà».
«Non ti preoccupare, Rosina, la spedirò oggi stesso» e la mamma scrive in stampatello sulla busta
di sinforosa castoro
«Ti dico che la Befana non esiste, hai capito? Ma tu sei troppo piccola e non capisci niente».
«E allora chi mette i dolcetti nella calza che la mamma appende al camino? E quella bambolina che mi ha portato l'altr'anno?».
«È stata la mamma, no!».
«Non è vero, tu dici così solo perché continui a far arrabbiare la mamma e il papà e hai paura che poi la Befana non ti porterà un bel niente... ».
«Ma sta' zitta, sei solo una bambina dell'asilo che crede a tutte quelle scemate».
«Non devi preoccuparti perché la Befana è così brava, ma così brava, che porterà anche a te una calza piena di dolcetti e un giocattolo, glielo scrivo io, guarda».
«Ma se non sai neanche scrivere!» e con queste parole Giorgio mette fine alla discussione. Si alza e se ne va a guardare la tele.
Rosina se ne sta lì tutta sola e per niente offesa dalle parole del fratello. Prende un foglio e con le sue matite colorate incomincia a disegnare due calze, un orsacchiotto e una bella automobilina rossa. Ripiega il foglio in quattro, lo infila in una busta bianca e chiede alla mamma di scrivere per bene l'indirizzo: «Mi raccomando, mamma, ricordati di spedirla altrimenti la Befana non verrà».
«Non ti preoccupare, Rosina, la spedirò oggi stesso» e la mamma scrive in stampatello sulla busta
GENTILE SIGNORA BEFANA
VIALE DEI TIGLI 1000
ANGOLO NUVOLA ROSA
Il sei gennaio, Rosina si sveglia di buon'ora e corre a rotta di collo di sotto, dove sta il camino con appese le calze che la sera prima aveva messo insieme alla mamma.
«Mammaaaa, papà, Giorgioooo, venite, la Befana è venuta» grida a squarciagola.
Giorgio è il primo ad arrivare, con le pantofole ai piedi e il pigiama a righe; non crede ai suoi occhi. Appesa a un gancio del camino c'è una calza tutta per lui e piena zeppa di dolcetti e con l'automobilina rossa che aveva visto nella vetrina del giocattolaio di Via Roma.
«Hai visto!» gli dice sorridente la sorellina «te l'ho detto che la Befana esiste».
Giorgio è rimasto senza parole: «Non le ho scritto neanche la lettera!».
«Gliel'ho scritta io» dice Rosina.
«Ma tu non sai scrivere».
«Be' non so scrivere, ma so disegnare. La Befana capisce lo stesso, hai visto?».
«Grazie Rosina». Giorgio abbraccia la sorellina «... E scusami per le cose brutte che ti ho detto».
«Ma tu mi hai detto quelle cose brutte perché non ci credevi, ma adesso ci credi, vero?».
«Sì, Rosina, adesso ci credo».
p.s. a volte abbiamo bisogno di qualcuno che creda per noi.
«Ma tu mi hai detto quelle cose brutte perché non ci credevi, ma adesso ci credi, vero?».
«Sì, Rosina, adesso ci credo».
p.s. a volte abbiamo bisogno di qualcuno che creda per noi.
di sinforosa castoro
Nella semplicità del racconto si riscontra una profondità che fa pensare:...a volte abbiamo bisogno di qualcuno che creda per noi.
RispondiEliminaJacopo
Almeno, Jacopo, è quello che penso io. A volte, soprattutto nei momenti bui della vita, abbiamo accanto a noi persone che con le loro parole e con gesti semplici ci aiutano. Certo, magari ce ne accorgiamo solo "dopo", importante, però, è accorgersi, anche a distanza di tempo, e saper ringraziare.
EliminaGrazie e buon anno
sinforosa
La Befana in pantaloni è meravigliosa :-)
RispondiEliminaConcordo Gabriella: troppo bella.
EliminaBuona domenica e... buona Befana
sinforosa
Ma posso commuovermi? Bellissimo racconto! Buon anno!
RispondiEliminaGrazie mille Thepocket Mama, mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto.
EliminaBuona domenica e, mi raccomando, ti aspetto ancora.
sinforosa
Rieccomi! ho scritto un post dove ho citato il tuo racconto salva-vita!!
RispondiEliminaNon voglio fare spam, quindi se ti va di passare da me...
Un abbraccio e buona Befana!
Certo che passo a trovarti, mancherebbe, sono curiosa.
EliminaA dopo.
Buona domenica
sinforosa
Quanta profondità e quanto amore in questo racconto!
RispondiEliminaCome madri, poi, dobbiamo credere nei nostro figli, nel Natale, nella Epifania, nel futuro, per loro, come loro credono in noi!
Sagge parole, Mamma Avvocato, i genitori vivono per i figli e i figli hanno bisogno di questa vita donata, che si genera in continuazione nel corso di tutta la vita di una mamma e un papà. Insomma, non si finisce mai di "diventare-essere" mamma.
EliminaGrazie per le belle parole sul racconto, mi fa piacere che ti sia piaciuto.
Un caro saluto
sinforosa