Ultima domenica di Quaresima. Vangelo Gv 11,1-45
TRA CASA E SCUOLA: APPUNTI DI VITA, PENSIERI, PAROLE, RACCONTI, MUSICA, FILASTROCCHE, IMMAGINI E... MOLTO ALTRO ANCORA.
La Rete
LA RETE DIGITALE PUÒ ESSERE UN LUOGO RICCO DI UMANITÀ, NON UNA RETE DI FILI MA DI PERSONE UMANE.
Papa Francesco
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AGORÁ
giovedì 27 aprile 2017
martedì 25 aprile 2017
La Libertà
La Libertà è cosa seria, è assai preziosa la Libertà. Non ci è data per diritto di nascita, luogo o ceto sociale. È costata lacrime e sangue, la Libertà. Lacrime e sangue di famiglie, uomini, donne, giovani e persino vecchi e bambini, la Libertà.
La guerra, l'occupazione, la deportazione, i campi di concentramento, la fame, la morte non sono entità morte e sepolte per sempre. Stanno tutte quatte quatte dietro l'angolo e si alimentano di paura, orgoglio, interessi, egoismi, ideologie bizzarre frutto di ignoranza e degrado.
Va trattata con cautela, estrema cautela, la Libertà, perché essa è cosa assai seria e preziosa.
sinforosa castoro
La guerra, l'occupazione, la deportazione, i campi di concentramento, la fame, la morte non sono entità morte e sepolte per sempre. Stanno tutte quatte quatte dietro l'angolo e si alimentano di paura, orgoglio, interessi, egoismi, ideologie bizzarre frutto di ignoranza e degrado.
Va trattata con cautela, estrema cautela, la Libertà, perché essa è cosa assai seria e preziosa.
sinforosa castoro
domenica 23 aprile 2017
Scatti 8
Una fotografia può far accendere la fantasia, può far sognare, sconcertare, lasciare allibiti, fare piangere, sorridere. Una fotografia è lo scatto di un frammento di vita reale o una scheggia di immaginazione, è una finestra aperta sul mondo o sulle luci e ombre che si muovono dentro di noi. Una fotografia è tutto un mondo che si racconta in uno scatto.
E allora, questa foto cosa vi suscita? Cosa fa scattare dentro di voi? Dove vi porta? Raccontatelo.
sinforosa castoro
Se ti va vai agli altri scatti
E allora, questa foto cosa vi suscita? Cosa fa scattare dentro di voi? Dove vi porta? Raccontatelo.
sinforosa castoro
Se ti va vai agli altri scatti
sabato 22 aprile 2017
Scrivere in modo non ostile
Il 17 febbraio scorso è stato firmato a Trieste il Manifesto della comunicazione non ostile per arginare tutti quei linguaggi negativi che spopolano in rete.
In Parole Ostili si trovano tutte le informazioni utili per sostenere tale progetto.
Il Manifesto
della comunicazione non ostile
della comunicazione non ostile
1.Virtuale è reale
Dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di
dire di persona.
2. Si è ciò che si comunica
Le parole che scelgo raccontano la persona che sono:
mi rappresentano.
3. Le parole danno forma al pensiero
Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al
meglio quel che penso.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare
Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con
onestà e apertura.
5. Le parole sono un ponte
Scelgo le parole per comprendere, farmi capire,
avvicinarmi agli altri.
6. Le parole hanno conseguenze
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole
o grandi.
7. Condividere è una responsabilità
Condivido testi e immagini solo dopo averli letti,
valutati, compresi.
8. Le idee si possono discutere.
Le persone si devono rispettare
Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido
in un nemico da annientare.
9. Gli insulti non sono argomenti
Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore
della mia tesi.
10. Anche il silenzio comunica
Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
sinforosa castoro
venerdì 21 aprile 2017
Il buffone del re
Un re aveva al suo servizio un buffone di corte che gli riempiva le giornate di battute e scherzi. Un giorno, il re affidò al buffone il suo scettro dicendogli: «Tienilo tu, finché non troverai qualcuno più stupido di te: allora potrai regalarlo a lui».
Qualche anno dopo, il re si ammalò gravemente. Sentendo avvicinarsi la morte, chiamò il buffone, a cui in fondo si era affezionato, e gli disse:
«Parto per un lungo viaggio».
«Quando tornerai? Fra un mese?».
«No», rispose il re, «non tornerò mai più».
Qualche anno dopo, il re si ammalò gravemente. Sentendo avvicinarsi la morte, chiamò il buffone, a cui in fondo si era affezionato, e gli disse:
«Parto per un lungo viaggio».
«Quando tornerai? Fra un mese?».
«No», rispose il re, «non tornerò mai più».
«E quali preparativi hai fatto per questa spedizione?», chiese il buffone.
«Nessuno!», fu la triste risposta.
«Tu parti per sempre», disse il buffone, «e non ti sei preparato per niente? To', prendi lo scettro: ho trovato uno più stupido di me!».
Bruno Ferrero. Quaranta storie nel deserto. Elledici
«Tu parti per sempre», disse il buffone, «e non ti sei preparato per niente? To', prendi lo scettro: ho trovato uno più stupido di me!».
Bruno Ferrero. Quaranta storie nel deserto. Elledici
State svegli dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora, dice Gesù. Mt. 25,13.
sinforosa castoro
Vai all'altra Storia
Vai all'altra Storia
martedì 18 aprile 2017
L'altro è altro da me
Il post di Gus mi ha suscitato questa domanda.
Quali sono gli ingredienti per una buona e costruttiva relazione? Ovviamente le variabili sono infinite, ma, scava, scava, scava, ciò che è indispensabile è l'aver acquisito una certa maturità.
Sembra un ingredientie a portata di mano di tutti, ma è veramente così?
La maturità implica la capacità di accettare sé stessi, con i propri limiti e difetti, significa abituarsi a riflettere su sé stessi.
Significa pensare prima di agire (l'esatto opposto di ciò che fa il bambino, che prima agisce e poi pensa).
Significa essere in grado di guardarsi dentro, di mettere in discussione il proprio modo di essere, di pensare, di vedere le realtà quotidiane; non per niente secondo gli antichi filosofi della Grecia l'inizio della maturità era, appunto, la conoscenza di sé.
Chi non è in grado di compiere queste azioni difficilmente sarà capace di entrare in relazione con gli altri e portare avanti un rapporto sincero, trasparente, sereno, schietto e, soprattutto, costruttivo.
L'altro è altro da me. Solo se c'è questa consapevolezza c'è possibilità di condurre una sana relazione improntata al rispetto, al confronto e al dialogo reciproco.
sinforosa castoro
Quali sono gli ingredienti per una buona e costruttiva relazione? Ovviamente le variabili sono infinite, ma, scava, scava, scava, ciò che è indispensabile è l'aver acquisito una certa maturità.
Sembra un ingredientie a portata di mano di tutti, ma è veramente così?
La maturità implica la capacità di accettare sé stessi, con i propri limiti e difetti, significa abituarsi a riflettere su sé stessi.
Significa pensare prima di agire (l'esatto opposto di ciò che fa il bambino, che prima agisce e poi pensa).
Significa essere in grado di guardarsi dentro, di mettere in discussione il proprio modo di essere, di pensare, di vedere le realtà quotidiane; non per niente secondo gli antichi filosofi della Grecia l'inizio della maturità era, appunto, la conoscenza di sé.
Chi non è in grado di compiere queste azioni difficilmente sarà capace di entrare in relazione con gli altri e portare avanti un rapporto sincero, trasparente, sereno, schietto e, soprattutto, costruttivo.
L'altro è altro da me. Solo se c'è questa consapevolezza c'è possibilità di condurre una sana relazione improntata al rispetto, al confronto e al dialogo reciproco.
sinforosa castoro
lunedì 17 aprile 2017
Cab Calloway. Minnie the moocher
Cabell Calloway III, o come tutti lo conosciamo Cab Calloway nasce a Rochester il 25 dicembre del 1907 e muore a Hockessin il 18 novembre del 1994. È stato un musicista, cantante e attore. Come non ricordare questo famosissimo pezzo cantato anche nell'indimenticabile film The Blues Brothers.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
sabato 15 aprile 2017
Buona Pasqua 2017
Quando si è conosciuto il dolore in tutte le sfumature più atroci, nelle angosce più varie, e si son tese le mani a Dio in mute strazianti implorazioni, in sommesse grida di aiuto; quando si è bevuto il fondo del calice e si è offerta a Dio, per giorni e per anni, la propria croce, confusa con la sua, che la valorizza divinamente, allora Dio ha pietà di noi e ci accoglie nella sua unione.
È il momento in cui, dopo aver esperimentato il valore unico del dolore, dopo aver creduto all'economia della croce ed averne visto gli effetti benefici, Dio mostra in forma più alta e nuova qualcosa che vale più ancora del dolore.
È l’amore agli altri in forma di misericordia, l’amore che fa allargare cuore e braccia ai miserabili, ai pezzenti, agli straziati dalla vita, ai peccatori pentiti.
Un amore che sa accogliere il prossimo sviato, amico, fratello o sconosciuto, e lo perdona infinite volte. L’amore che fa più festa a un peccatore che torna che a mille giusti, e presta a Dio intelligenza e beni per permettergli di dimostrare al figliol prodigo la felicità per il suo ritorno.
Un amore che non misura e non sarà misurato.
È una carità fiorita più abbondante, più universale, più concreta di quella che l’anima possedeva prima. Essa infatti sente nascere in sé sentimenti somiglianti a quelli di Gesù, avverte affiorare sulle sue labbra, per quanti incontra, le divine parole: «Ho misericordia di questa turba» (cfr. Matteo 15, 32). E intavola con tanti peccatori che vengono a lei, perché un po’ immagine di Cristo, colloqui simili a quelli rivolti un giorno da Gesù alla Maddalena, alla samaritana o all'adultera. La misericordia è l’ultima espressione della carità, quella che la compie. E la carità supera il dolore, perché esso è soltanto di questa vita, mentre l’amore perdura anche nell'altra.
Dio preferisce la misericordia al sacrificio.
Chiara Lubich
Dio preferisce la misericordia al sacrificio.
Chiara Lubich
Dopo il dolore e la sconfitta della croce, però, c'è la Risurrezione, ed è per l'eternità.
Buona Pasqua a tutti voi e a tutti coloro che vi sono cari e che incontrerete in questi giorni.
venerdì 14 aprile 2017
Il Crocifisso, i crocifissi
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Isaia 53,6-7
In questo venerdì santo tanti sono ancora i crocifissi. Povero tesoro, e come lui tanti, purtroppo.
sinforosa castoro
giovedì 13 aprile 2017
Valore di un libro
Ieri, Patricia ha scritto un post davvero interessante. Penso che questa frase calzi a pennello.
Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso
mercoledì 12 aprile 2017
Aridità
Oggi, stasera, meglio, non ho nulla da condividere. Perché? Non ne ho la minima idea. Condivido questo: non ho nulla da condividere. Buona serata.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
martedì 11 aprile 2017
domenica 9 aprile 2017
I trionfi dell'asinello
Sono l’asino che ho portato Gesù nel suo ingresso trionfale in Gerusalemme. Un giorno vennero due discepoli di Gesù e dissero al mio padrone: «Il Signore ne ha bisogno». Potete pensare la mia soddisfazione: il grande profeta sa che sono il migliore di tutti e ha scelto proprio me. Lui sì che se ne intende! Mi misero un pregevole mantello sul quale Gesù salì e poi al mio passaggio gettarono mantelli per terra e agitavano rami di palma. E io cominciai il mio viaggio trionfale: quanti applausi ricevetti.
Fu un successo che non avrei mai pensato di ricevere, ma che, tutto sommato, meritavo. Ora però son passati tanti anni da quel giorno, sono vecchio e stanco e ho capito che gli applausi non erano per me, ma per Lui. Che terribile abbaglio. Mi sono sembrato simile agli uomini che si illudono di contare perché ricevono elogi o regali, e allora si danno arie e pensano che tutto giri attorno a loro, dimenticando che ogni dono è provvisorio e viene dato per servire, per essere utili e soprattutto per portare il Signore agli altri.
sinforosa castoro
venerdì 7 aprile 2017
Fine
TREDICESIMA STAZIONE:
Gesù è deposto dalla croce
QUATTORDICESIMA STAZIONE:
Gesù è deposto nel sepolcro
giovedì 6 aprile 2017
Peggy e i germogli
Sinforosaaa, Sinforosaaa, ma dove sei?
«Peggy, arrivo».
«Vieni a vedere, Sinforosa, ci sono i fili d'erba nuovi. Vieniii, vieniii».
«Arrivo, un minuto, ma sei proprio senza pazienza».
«Guarda, Sinforosa!».
«Eh, lo so, Peggy, sono spuntati i germogli».
«Perché?».
Perché in primavera nascono tante piantine nuove ».
«Adesso devo entrare, Peggy, sto preparando la cena».
«Va bene».
«Ehi, rana, hai visto che bei germogli? Poi Sinforosa li mette nell'insalata».
«Peggy, arrivo».
«Vieni a vedere, Sinforosa, ci sono i fili d'erba nuovi. Vieniii, vieniii».
«Arrivo, un minuto, ma sei proprio senza pazienza».
«Guarda, Sinforosa!».
«Eh, lo so, Peggy, sono spuntati i germogli».
«Perché?».
Perché in primavera nascono tante piantine nuove ».
«Adesso devo entrare, Peggy, sto preparando la cena».
«Va bene».
«Ehi, rana, hai visto che bei germogli? Poi Sinforosa li mette nell'insalata».
di sinforosa castoro
martedì 4 aprile 2017
Creedence Clearwater Revival. Long as i can see the light
Lontano nel tempo, quando i sogni erano solo sogni
sinforosa castoro
lunedì 3 aprile 2017
domenica 2 aprile 2017
Vieni fuori
Con questa domenica si conclude la catechesi sul Battesimo.
- Nella terza domenica di Quaresima il Vangelo ci indicava, in quell'acqua offerta alla Samaritana, l'acqua che toglie la sete, l'acqua che disseta.
- La settimana scorsa il Vangelo ci additava la guarigione del cieco nato , e colui che non vedeva ora vede. Lui è la Luce.
- In questa domenica, con la risurrezione di Lazzaro, la Parola del Vangelo ci ricorda che in Cristo c'è la vita eterna, offerta a tutti.
- In quel "Lazzaro vieni fuori" c'è tutta la forza di Gesù che ci dona la possibilità di venir fuori da ogni nostra bruttura, tristezza, angoscia, dolore, sofferenza, delusione; unica condizione è l'avere fede in Lui.
sinforosa castoro
sabato 1 aprile 2017
Santa Maria Egiziaca
È nata nel IV secolo ad Alessandria d'Egitto e all'età di dodici anni fugge da casa. Vive elemosinando e prostituendosi. All'età di ventinove anni si imbarca su una nave diretta in Terra Santa e arrivata a Gerusalemme partecipa alla festa dell'Esaltazione della croce al santo sepolcro. In quel momento una forza la trattiene e si rende conto di non essere degna di vedere la croce di Gesù. Convertitasi, va a vivere nel deserto oltre il Giordano e qui conduce una vita di stenti e penitenze per ben quarantasette anni. Fu in quel deserto che il monaco Zosimo, monaco di un monastero palestinese in pellegrinaggio quaresimale, la incontra e le dà l'Eucaristia promettendole che sarebbe ritornato in quel luogo l'anno successivo. Quando l'anno seguente il monaco ritornò la trovò morta con indosso ancora il mantello che le aveva donato l'anno prima. Questo accadde intorno al 421. La tradizione vuole che la sua tomba sia stata scavata da un leone. Santa Maria Egiziaca è venerata dalla chiesa cattolica, ortodossa e copta e si festeggia il 2 aprile.
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