TRA CASA E SCUOLA: APPUNTI DI VITA, PENSIERI, PAROLE, RACCONTI, MUSICA, FILASTROCCHE, IMMAGINI E... MOLTO ALTRO ANCORA.
La Rete
LA RETE DIGITALE PUÒ ESSERE UN LUOGO RICCO DI UMANITÀ, NON UNA RETE DI FILI MA DI PERSONE UMANE.
Papa Francesco
BENVENUTO
BENVENUTO E GRAZIE PER IL TEMPO CHE DEDICHI A QUESTO BLOG. CON TUTTE LE SCELTE POSSIBILI CHE INTERNET OFFRE OGNI GIORNO DI PIÙ, MI FA DAVVERO PIACERE CHE TU SIA QUI. SENTITI LIBERO DI COMMENTARE. I COMMENTI ARRICCHISCONO IL BLOG. SE LO DESIDERI PUOI ANCHE SCRIVERMI UTILIZZANDO
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sinforosacastoro@gmail.com
AGORÁ
martedì 30 dicembre 2014
lunedì 29 dicembre 2014
Mio marito è assente
In treno a volte è impossibile non ascoltare le parole di chi ti viaggia accanto e nel mio ultimo viaggio con questo mezzo fantastico (qualche settimana fa), sono stata testimone di un dialogo fra due signore di una certa età (non ho capito bene se viaggiavano insieme o se si erano conosciute lì per lì, di sicuro non hanno lesinato a raccontarsi cose personali di un certo spessore). In poche parole l'una confidava all'altra il suo grosso problema di un marito che alza troppo il gomito, mentre l'altra si lamentava di un marito troppo apatico, taciturno e assente. Problemi grossi che, se protratti nel tempo, possono distruggono la pace e la serenità di una famiglia. Mentre scendevo dal treno mi domandavo quali soluzioni possibili in casi di familiari dipendenti dall'alcol o dalle droghe o familiari che, seppur presenti fisicamente, restano assenti alla vita di chi si muove attorno a loro.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
domenica 28 dicembre 2014
Una storia che prufuma di favola: la storia di Giangiorgio
Era una fredda sera d'autunno e la maestra Sinforosa doveva correre a un incontro con altre maestre. Appena arrivata a casa da scuola, si preparò un caffè, sgranocchiò qualche biscotto, si lavò i denti e via, di nuovo in bici per raggiungere l'altra scuola. Dopo aver percorso una via larga, girò a destra e lì per lì si domandò cos'era quel foglietto di carta che svolazzava di qua e di là. Le ci volle solo un attimo per capire che il foglietto di carta era invece un piccolo e impaurito canarino.
«Lo prenda, lo prenda» le gridò un signore che veniva dalla parte opposta della via.
«Ma no, non posso e poi devo andare a scuola, mi scusi».
«Ma lo prenda, mi aiuti».
Sinforosa appoggiò la bicicletta al muro e cominciò a rincorrere l'uccellino che faceva dei voletti e poi si rintanava in qualche cantuccio della via lunga e stretta.
«Adesso lo prendo io», assicurò il signore, che nel frattempo si era tolto la giacca per gettarla addosso al piccolo pennuto. Ma niente, il canarino riusciva ogni volta a sfuggire a qualsiasi presa e, con fatica, riprendeva i suoi brevi e incerti voletti.
«Mi dispiace ma io devo proprio andare. Devo andare a una riunione e sono già in ritardo. Buonasera».
«Ma no, aspetti, glielo prendo».
«Le ho detto che non posso e poi non vado a casa, dove lo metto? Lo dia a quella signora».
Sì, perché proprio in quel momento, all'inizio della via c'erano una signora con un bambino. Senza più voltarsi indietro, Sinforosa svoltò a sinistra e filò via a rotta di collo.
Finì alle sette di sera, quella riunione, e quando uscì da scuola era buio pesto. Sinforosa si diresse verso casa e nell'imboccare la via stretta e lunga era inevitabile che il suo pensiero andasse al canarino. Magari qualcuno lo ha preso o magari è già morto, poverino. Nel pensare a queste cose, gettava gli occhi di qua e di là negli anfratti più bui per assicurarsi che non fosse lì, morto. No, non c'è, meno male, magari si sarà salvato e pensando a questo lieto fine giunse davanti a casa.
«Ma lo prenda, mi aiuti».
Sinforosa appoggiò la bicicletta al muro e cominciò a rincorrere l'uccellino che faceva dei voletti e poi si rintanava in qualche cantuccio della via lunga e stretta.
«Adesso lo prendo io», assicurò il signore, che nel frattempo si era tolto la giacca per gettarla addosso al piccolo pennuto. Ma niente, il canarino riusciva ogni volta a sfuggire a qualsiasi presa e, con fatica, riprendeva i suoi brevi e incerti voletti.
«Mi dispiace ma io devo proprio andare. Devo andare a una riunione e sono già in ritardo. Buonasera».
«Ma no, aspetti, glielo prendo».
«Le ho detto che non posso e poi non vado a casa, dove lo metto? Lo dia a quella signora».
Sì, perché proprio in quel momento, all'inizio della via c'erano una signora con un bambino. Senza più voltarsi indietro, Sinforosa svoltò a sinistra e filò via a rotta di collo.
Finì alle sette di sera, quella riunione, e quando uscì da scuola era buio pesto. Sinforosa si diresse verso casa e nell'imboccare la via stretta e lunga era inevitabile che il suo pensiero andasse al canarino. Magari qualcuno lo ha preso o magari è già morto, poverino. Nel pensare a queste cose, gettava gli occhi di qua e di là negli anfratti più bui per assicurarsi che non fosse lì, morto. No, non c'è, meno male, magari si sarà salvato e pensando a questo lieto fine giunse davanti a casa.
«Oh Signore! Eccolo lì».
Proprio nella lancia di luce del lampione che illumina il cortile della casa di Sinforosa, ecco un batuffolo rannicchiato e tremante: era lui, il canarino. Dopo ben due ore e più di voli e voletti fra traffico e persone, si era rintanato proprio lì, nel pezzetto di cortile illuminato dal lampione, se non si fosse rannicchiato in quella lama di luce nessuno si sarebbe accorto di lui, nemmeno Sinforosa e durante la notte sarebbe morto di sicuro. E fu così che Giangiorgio arrivò a casa della vostra maestra.
«Vi è piaciuta?».
«Sìììì. La racconti ancora?».
Proprio nella lancia di luce del lampione che illumina il cortile della casa di Sinforosa, ecco un batuffolo rannicchiato e tremante: era lui, il canarino. Dopo ben due ore e più di voli e voletti fra traffico e persone, si era rintanato proprio lì, nel pezzetto di cortile illuminato dal lampione, se non si fosse rannicchiato in quella lama di luce nessuno si sarebbe accorto di lui, nemmeno Sinforosa e durante la notte sarebbe morto di sicuro. E fu così che Giangiorgio arrivò a casa della vostra maestra.
«Vi è piaciuta?».
«Sìììì. La racconti ancora?».
Sapete che ho inventato una bella filastrocca per lui, adesso ve la dico.
E recito canticchiando la Filastrocca per Giangiorgio.
sabato 27 dicembre 2014
È morto Giangiorgio
Stamattina è cominciata un po' male per il mio canarino. Ho visto subito che non era in forma come al solito, sarà per via della neve mi son detta, gli animali sono talmente sensibili a tutto! Nel giro di poche ore, però, tutto è precipitato: respiro affannoso, il capino sotto l'ala, niente cibo o biscottino, insalata o acqua.
Ho chiamato la veterinaria che mi ha detto che c'era poco da fare, non ho fatto in tempo a mettere giù il telefono che lui, Giangiorgio, era già morto. Non mi sembra vero, che tristezza.
Ciao mio piccolo amico canterino, ho parlato tanto di te e del modo in cui sei venuto a me, i "miei bambini" conoscevano la tua storia e insieme canticchiavamo la Filastrocca a te dedicata.
Grazie Giangiorgio, nella tua breve vita con noi hai donato gioia a questa casa, ora vola là, in compagnia degli angeli tuoi amici.
sinforosa castoro
Ho chiamato la veterinaria che mi ha detto che c'era poco da fare, non ho fatto in tempo a mettere giù il telefono che lui, Giangiorgio, era già morto. Non mi sembra vero, che tristezza.
Ciao mio piccolo amico canterino, ho parlato tanto di te e del modo in cui sei venuto a me, i "miei bambini" conoscevano la tua storia e insieme canticchiavamo la Filastrocca a te dedicata.
Grazie Giangiorgio, nella tua breve vita con noi hai donato gioia a questa casa, ora vola là, in compagnia degli angeli tuoi amici.
Giangiorgio
12 novembre 2013 - 27 dicembre 2014
sinforosa castoro
venerdì 26 dicembre 2014
L'amore infinitamente più infinito viene ad afferrarci
Non siamo in grado di muoverci verticalmente. Non possiamo fare neppure un passo verso il cielo. Dio attraversa l’universo e viene fino a noi. Al di là dello spazio e del tempo infinito, l’amore infinitamente più infinito di Dio viene ad afferrarci. Viene quando è la sua ora. Noi abbiamo facoltà di acconsentire ad accoglierlo o di rifiutare. Se restiamo sordi, egli torna e ritorna ancora, come un mendicante; ma un giorno, come un mendicante non torna più.
Se noi acconsentiamo, Dio depone in noi un piccolo seme e se ne va. Da quel momento, a Dio non resta altro da fare, e a noi nemmeno, se non attendere. Dobbiamo soltanto non rimpiangere il consenso che abbiamo accordato, il sì nuziale. Non è facile come sembra, perché la crescita del seme, in noi, è dolorosa.
Simone Weil
sinforosa castoro
mercoledì 24 dicembre 2014
È nato Gesù. Buon Natale 2014
È nato Gesù, che darà il perdono ai nemici,
vincerà il male col bene e comanderà l'amore a tutti...
Adoriamo, o fratelli, adoriamo!
E che tutta la terra lo adori e Lo ami,
e inneggi a Gesù, Dio d'amore!
... e tutta la nostra vita sia
un cantico d'amore a Dio e al prossimo.
San Luigi Orione
A tutti voi, lettori e lettrici e a tutti coloro che raggiungete, un sincero augurio di un Santo Natale di pace, serenità e affetto, e che l'amore non manchi a nessuno.
sinforosa castoro
Vai agli Auguri passati
Vai agli Auguri passati
martedì 23 dicembre 2014
lunedì 22 dicembre 2014
Il Presepe
«Maestra, maestra, facciamo il presepio?».
... E ci mettiamo all'opera: dopo aver modellato e colorato le statuine, stropicciamo la carta, raccogliamo erba e rami di pino, coloriamo la stella, mettiamo l'Angelo, le luci...
Eccolo qua, il nostro presepe. Adesso, tutti i bambini, cristiani e non, ne possono godere.
E voi, maestre, fate ancora il presepio nelle vostre scuole? E a casa, chi lo fa ancora?
sinforosa castoro
... E ci mettiamo all'opera: dopo aver modellato e colorato le statuine, stropicciamo la carta, raccogliamo erba e rami di pino, coloriamo la stella, mettiamo l'Angelo, le luci...
Eccolo qua, il nostro presepe. Adesso, tutti i bambini, cristiani e non, ne possono godere.
E voi, maestre, fate ancora il presepio nelle vostre scuole? E a casa, chi lo fa ancora?
sinforosa castoro
domenica 21 dicembre 2014
Santa Claus is coming to town
Per tutti i bambini e bambine e per la bambina e il bambino che è rimasto in noi.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
giovedì 18 dicembre 2014
mercoledì 17 dicembre 2014
Scuola in fermento
Scommetto che ogni scuola dell'infanzia, dalla più piccola alla più grande, in questi giorni sia in fermento: doni da preparare per mamma e papà, biglietti augurali, alberi e presepi da allestire, canti e poesie, filastrocche e drammatizzazioni, disegni e lavori plastici, decorazioni e... Festa di Natale. Già, la Festa di Natale a cui tutti i genitori, nonni, cugini, zie e zii, e chi più ne ha più ne metta, partecipano, scattando foto a destra e a manca al proprio bambino.
Anche la mia scuola è in fermento, non avete idea. Bambini che vanno e vengono, collaboratori che spostano tavoli, panchine, maestre scapigliate e indaffarate, su e giù dal palco e il microfono che non va, e quel bambino che non collabora, e quello che urla nel bel mezzo delle prove e quella bimba che anziché abbracciare il compagno lo strozza, insomma... questo è il magico mondo della scuola dell'infanzia sotto natale; non è stupefacente?
sinforosa castoro
Anche la mia scuola è in fermento, non avete idea. Bambini che vanno e vengono, collaboratori che spostano tavoli, panchine, maestre scapigliate e indaffarate, su e giù dal palco e il microfono che non va, e quel bambino che non collabora, e quello che urla nel bel mezzo delle prove e quella bimba che anziché abbracciare il compagno lo strozza, insomma... questo è il magico mondo della scuola dell'infanzia sotto natale; non è stupefacente?
sinforosa castoro
lunedì 15 dicembre 2014
Grazie santa Lucia
«Maestra, lo sai che Santa Lucia mi ha portato un gatto finto?».
«A me quello che dà i pugni».
«E a me la principessa, quella con la treccia che è di carta».
«A me ha portato tanti cioccolatini e tanti regali, anche da mia nonna e anche da mia nonna, l'altra».
«Anche a me da mia nonna e poi a casa mia e poi anche da mia zia e adesso ho la cameretta che è tutta piena di giocattoli che mia mamma mi ha detto che non ci stanno più, ma non è vero!».
«A me ha portato i Lego e poi anche tutte, tre (e fa segno con le dita) scatole per fare i puzzle».
«Lo sai che a me ha portato il bambolotto, quello che poi fa anche la pipì?».
«Ma che meraviglia, bambini, vuol dire che siete stati bravissimi. Sì, aspetta un attimo, dopo mi racconti. Ma, bambini, a scuola Santa Lucia ha portato qualcosa?».
«Ma sìììì, vieni a vedere, vieni» e mi trascinano nell'angolo dove ci sono pacchi e pacchetti di animali e costruzioni, nuove di zecca.
«Siete contenti?».
«Sììì, sai che l'asinello ha sporcato dappertutto con il fieno? Tutto per terra!».
«È uno sbrodolone, poverino, sarà stato un po' stanco».
«Sì, era stanco».
E corrono via a giocare.
sinforosa castoro
«A me quello che dà i pugni».
«E a me la principessa, quella con la treccia che è di carta».
«A me ha portato tanti cioccolatini e tanti regali, anche da mia nonna e anche da mia nonna, l'altra».
«Anche a me da mia nonna e poi a casa mia e poi anche da mia zia e adesso ho la cameretta che è tutta piena di giocattoli che mia mamma mi ha detto che non ci stanno più, ma non è vero!».
«A me ha portato i Lego e poi anche tutte, tre (e fa segno con le dita) scatole per fare i puzzle».
«Lo sai che a me ha portato il bambolotto, quello che poi fa anche la pipì?».
«Ma che meraviglia, bambini, vuol dire che siete stati bravissimi. Sì, aspetta un attimo, dopo mi racconti. Ma, bambini, a scuola Santa Lucia ha portato qualcosa?».
«Ma sìììì, vieni a vedere, vieni» e mi trascinano nell'angolo dove ci sono pacchi e pacchetti di animali e costruzioni, nuove di zecca.
«Siete contenti?».
«Sììì, sai che l'asinello ha sporcato dappertutto con il fieno? Tutto per terra!».
«È uno sbrodolone, poverino, sarà stato un po' stanco».
«Sì, era stanco».
E corrono via a giocare.
sinforosa castoro
domenica 14 dicembre 2014
Pregate ininterrottamente
"Fratelli siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!" I Tessalonicesi 5,16-24
- Siamo alla terza domenica di Avvento e la Parola del Signore ci esorta, attraverso la voce del Battista (vi consiglio di leggere il Vangelo di oggi: Gv. 1,6-8. 19-28) e quella di San Paolo ai cristiani di Tessalonica, di essere lieti, sempre.
- Certo, San Paolo sa benissimo che per tutti noi, e per ciascuno di noi, ci sono giorni sì e giorni no, ci sono problemi e sofferenze, lutti e lontananze, incomprensioni e delusioni, tuttavia ci esorta a essere sempre lieti nel Signore. Per essere lieti, nonostante tutto, l'apostolo ci invita a pregare ininterrottamente e a rendere grazie a Dio. Ci invita anche a vagliare ogni cosa e a tenere ciò che è buono e ad astenerci da ogni genere di male. Chiediamo l'aiuto di Maria, che è donna orante, prudente, e senza ombra di peccato.
sinforosa castoro
sabato 13 dicembre 2014
Camminare nella vita
Il grande segreto è camminare attraverso la vita senza essere consumati. E questo è possibile a chi non si appoggia su persone o su avvenimenti ma, in ogni circostanza, si riporta a sé stesso e cerca in sé stesso il senso ultimo delle cose.
martedì 9 dicembre 2014
Primi mesi di scuola
Un post di Mammavvocato mi stimola a trattare alcuni "problemi" legati ai primi mesi di frequenza dei bimbi treenni. È del tutto normale che i bambini "piccoli" facciano storie al momento dell'ingresso alla scuola, l'importante è che durante la giornata scolastica non abbiano a piangere o reclamare la mamma in continuazione e quindi, care mamme, chiedete alle insegnanti come va il vostro bimbo durante la giornata. È frequente che bambini che piangono al momento dell'ingresso alla scuola o addirittura al momento del distacco, dopo due minuti dalla separazione dalla mamma, incominciano a vivere la loro giornata scolastica in modo sereno e libero; questa conferma da parte delle insegnanti dovrebbe rilassare la mamma (ricordo a tutti che i bambini assorbono, come carte assorbenti, le nostre emozioni).
Generalmente a questa età è auspicabile far manipolare e far sperimentare. I bambini manipolano farine, sabbia, paste modellabili, giochi, costruzioni. Sperimentano l'uso di pennarelli a punta grossa, acquerelli, tempere; non perché le maestre "fanno di meno", ma perché a quest'età il bambino ha proprio necessità di queste esperienze per poter passare alle fasi successive di sviluppo. A volte capita che ci siano genitori che elogiano il figlio perché sa contare - a parte che un conto è saper contare come si fa con una bella filastrocca e un altro è avere la concezione di quantità, concetto che arriva molto più in là negli anni - e magari non sa usare le mani per manipolare o mangiare autonomamente.
Sul fatto poi che ci siano bambini che raccontano tutto, magari dando la loro versione, e altri che non dicono un bel niente, anche questo è del tutto normale, tranquilla, mamma. Ci vuole pazienza e rispetto per i loro tempi, che non sono quelli della mamma , del papà o delle insegnanti, e pian pianino (magari anche dopo due anni) il bambino racconterà.
A proposito, se a qualche mamma interessa, l'etichetta linguaggio grafico-pittorico 3-6 anni potrebbe esservi di aiuto.
sinforosa castoro
Generalmente a questa età è auspicabile far manipolare e far sperimentare. I bambini manipolano farine, sabbia, paste modellabili, giochi, costruzioni. Sperimentano l'uso di pennarelli a punta grossa, acquerelli, tempere; non perché le maestre "fanno di meno", ma perché a quest'età il bambino ha proprio necessità di queste esperienze per poter passare alle fasi successive di sviluppo. A volte capita che ci siano genitori che elogiano il figlio perché sa contare - a parte che un conto è saper contare come si fa con una bella filastrocca e un altro è avere la concezione di quantità, concetto che arriva molto più in là negli anni - e magari non sa usare le mani per manipolare o mangiare autonomamente.
Sul fatto poi che ci siano bambini che raccontano tutto, magari dando la loro versione, e altri che non dicono un bel niente, anche questo è del tutto normale, tranquilla, mamma. Ci vuole pazienza e rispetto per i loro tempi, che non sono quelli della mamma , del papà o delle insegnanti, e pian pianino (magari anche dopo due anni) il bambino racconterà.
A proposito, se a qualche mamma interessa, l'etichetta linguaggio grafico-pittorico 3-6 anni potrebbe esservi di aiuto.
sinforosa castoro
domenica 7 dicembre 2014
Preparate la via
Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. II Pietro 3,8.
Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio secondo quanto è scritto nel profeta Isaia: «Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada."Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"». Venne Giovanni che battezzava nel deserto predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. E tutto il paese della Giudea e tutti quelli di Gerusalemme accorrevano a lui ed erano da lui battezzati nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di pelo di cammello, con una cintura di cuoio intorno ai fianchi, e si nutriva di cavallette e di miele selvatico. E predicava, dicendo: «Dopo di me viene colui che è più forte di me; al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari. Io vi ho battezzati con acqua, ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo». Mc. 1,1-8
sinforosa castoro
Inizio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio secondo quanto è scritto nel profeta Isaia: «Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada."Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"». Venne Giovanni che battezzava nel deserto predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. E tutto il paese della Giudea e tutti quelli di Gerusalemme accorrevano a lui ed erano da lui battezzati nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di pelo di cammello, con una cintura di cuoio intorno ai fianchi, e si nutriva di cavallette e di miele selvatico. E predicava, dicendo: «Dopo di me viene colui che è più forte di me; al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari. Io vi ho battezzati con acqua, ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo». Mc. 1,1-8
- Il tempo che ci è concesso è quello necessario per la nostra conversione. Conversione del cuore, dei sentimenti e desideri, delle azioni e atteggiamenti. Cerchiamo di usare bene ogni singolo attimo che il Signore ci concede.
sinforosa castoro
sabato 6 dicembre 2014
venerdì 5 dicembre 2014
giovedì 4 dicembre 2014
La mia collega parte seconda
Cara Maestra Maria nel tuo scritto ho percepito non solo la sofferenza e l'insofferenza che racconti, ma anche una specie di rimpianto per quella tua collega che fu. È probabile che gli anni passati nella scuola - oggi sono davvero tanti, quarantadue e più - ed eventuali problemi personali, uniti a un carattere già "suscettibile", come tu descrivi, abbiamo cambiato in peggio quella persona che tu hai sempre considerato anche amica. Certo sei stata molto paziente nel cercare di dare un'immagine positiva anche quando positiva non era, poi, è naturale, si soccombe. Purtroppo, di persone come quella tua collega ce ne sono tantissime e in ogni ambiente lavorativo, e questo, inevitabilmente, condiziona tutto l'andamento del lavoro. In ambito scolastico poi è ancora peggio, perché i bambini, come dice bene una lettrice in risposta al post, assorbono gli umori degli adulti, e quando questi sono di rivalsa, invidia, rabbia, scontentezza perenne, non possono che fare male, ma la psicologia ci viene in aiuto nel dare un nome a questi sintomi; forse quella tua collega dovrebbe farsi aiutare da qualche specialista nell'affrontare i suoi problemi e magari risolverli, perché, non dimentichiamolo, la prima a star male penso proprio sia stata lei. Ritornando al discorso, la scuola è un po' come una famiglia e la coppia delle insegnanti diventa un punto di riferimento importante per i bambini. Quanto più c'è serenità e collaborazione fra le insegnanti, tanto più i bambini respirano un'aria positiva, serena. Ora, sono contenta per te e per la vostra scuola, pare che la nuova collega abbia spazzato via tutte le nebbie e il sole brilli di nuovo su di voi, a volte basta davvero poco. Auguro a te e alle tue colleghe tanti anni gioiosi in compagnia dei vostri bambini. Mi raccomando, vieni ancora a trovarmi e raccontaci, se vuoi.
sinforosa castoro
sinforosa castoro
mercoledì 3 dicembre 2014
lunedì 1 dicembre 2014
La mia collega
Cari lettori, che ne dite?
Carissima Sinforosa,
ho letto il tuo post e mi piace, come quello precedente, tuttavia non è sempre facile. Io sono una maestra come te e per anni ho avuto una collega che ho sempre considerato anche amica. Non so se a lei ho dato qualcosa, lei certamente mi ha dato molto, all'inizio però, poi mano mano gli anni passavano era diventata sempre più scontenta, polemica. In verità queste caratteristiche le aveva sempre manifestate, ma io cercavo di farle "cambiare discorso" e allora ci si divertiva e si era capaci anche di ridere. Gli ultimi anni invece sono stati molto, molto faticosi. Iniziava già dal mattino ad avercela col mondo intero: con il vestito della collega, col modo di parlare della collega, col modo di fare della collega, con l'attività che faceva la collega, con gli addobbi delle aule che faceva la collega, con la realizzazione delle feste che organizzavano le colleghe, con i regalini per mamma e papà fatti fare dalle colleghe, col comportamento della collega quando... Insomma, ogni parola, azione, atteggiamento era da lei criticato e giudicato, chissà perché, sempre negativamente. Io cercavo di prendere le difese di questa o quella collega dicendo che ognuno ha il diritto di fare, parlare e pensare come vuole, ma queste mie parole erano il pretesto per mandarla su tutte le furie e il bello è che a quel punto andavo anch'io su tutte le furie. Lei mi mandava letteralmente fuori dei gangheri. Le critiche, ovviamente, erano anche per me. Ero addirittura arrivata a inibire gli atteggiamenti spontanei di affetto dei bambini nei miei confronti per non irritarla. Qualche anno fa è andata in pensione e, nonostante tutto, ero preoccupata: chissà come sarebbe stato con la nuova collega? Ebbene, la nuova collega mi ha fatto rinascere. E’ una collega, gioiosa, attiva, positiva, con lei si può parlare liberamente e in serenità, non c’è bisogno di calibrare le parole, non si rischia di essere fraintesi e buttare in piedi una discussione infinita. Insomma, in classe, ma anche nella scuola – a detta di tutte le colleghe – si respira un’aria leggera. Si comunica, si scherza, si collabora, si fa a gara nell'apprezzare le doti altrui. Ho rivisto la collega in pensione e mi ha chiesto come andava. Nonostante sapessi già la sua reazione, non ho voluto negarle che la collega è veramente in gamba. Come da copione lei ha cominciato a lanciare critiche a me, alla collega, alla scuola. Pazienza, non glielo detto per offenderla, ma solo per rispondere liberamente alla sua domanda. Ciao Maestra Sinforosa
Maestra Maria su Fare spazio all'altro
Carissima Sinforosa,
ho letto il tuo post e mi piace, come quello precedente, tuttavia non è sempre facile. Io sono una maestra come te e per anni ho avuto una collega che ho sempre considerato anche amica. Non so se a lei ho dato qualcosa, lei certamente mi ha dato molto, all'inizio però, poi mano mano gli anni passavano era diventata sempre più scontenta, polemica. In verità queste caratteristiche le aveva sempre manifestate, ma io cercavo di farle "cambiare discorso" e allora ci si divertiva e si era capaci anche di ridere. Gli ultimi anni invece sono stati molto, molto faticosi. Iniziava già dal mattino ad avercela col mondo intero: con il vestito della collega, col modo di parlare della collega, col modo di fare della collega, con l'attività che faceva la collega, con gli addobbi delle aule che faceva la collega, con la realizzazione delle feste che organizzavano le colleghe, con i regalini per mamma e papà fatti fare dalle colleghe, col comportamento della collega quando... Insomma, ogni parola, azione, atteggiamento era da lei criticato e giudicato, chissà perché, sempre negativamente. Io cercavo di prendere le difese di questa o quella collega dicendo che ognuno ha il diritto di fare, parlare e pensare come vuole, ma queste mie parole erano il pretesto per mandarla su tutte le furie e il bello è che a quel punto andavo anch'io su tutte le furie. Lei mi mandava letteralmente fuori dei gangheri. Le critiche, ovviamente, erano anche per me. Ero addirittura arrivata a inibire gli atteggiamenti spontanei di affetto dei bambini nei miei confronti per non irritarla. Qualche anno fa è andata in pensione e, nonostante tutto, ero preoccupata: chissà come sarebbe stato con la nuova collega? Ebbene, la nuova collega mi ha fatto rinascere. E’ una collega, gioiosa, attiva, positiva, con lei si può parlare liberamente e in serenità, non c’è bisogno di calibrare le parole, non si rischia di essere fraintesi e buttare in piedi una discussione infinita. Insomma, in classe, ma anche nella scuola – a detta di tutte le colleghe – si respira un’aria leggera. Si comunica, si scherza, si collabora, si fa a gara nell'apprezzare le doti altrui. Ho rivisto la collega in pensione e mi ha chiesto come andava. Nonostante sapessi già la sua reazione, non ho voluto negarle che la collega è veramente in gamba. Come da copione lei ha cominciato a lanciare critiche a me, alla collega, alla scuola. Pazienza, non glielo detto per offenderla, ma solo per rispondere liberamente alla sua domanda. Ciao Maestra Sinforosa
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