Bambini sempre più protetti e genitori sempre più in balia dei figli. Regole che lasciano il passo a "sì" frequenti e un senso di autorità in calo. Il quadro tracciato da Tilde Giani Gallino, ordinaria di Psicologia dello Sviluppo all'Università di Torino, è a dir poco sconfortante e ci consegna l'immagine di una generazione di futuri adolescenti ancora più insicuri.
"Oggi, purtroppo, ci troviamo di fronte a una generazione di genitori che sbaglia molto nell'educazione dei figli. Non voglio generalizzare, ma ci sono genitori che si preoccupano e si dedicano troppo ai figli , facendo spesso il loro male... Oggi vediamo padri e madri molto più tolleranti e sempre pronti a comprare giocattoli ai propri figli. Il bambino arriva a credersi il "re di casa", tutto gli è concesso: difficilmente gli si pone un freno...
Possiamo presupporre che ci troveremo adolescenti sempre più "liberi", senza uno spirito critico e incapaci di accettare le regole... Tilde Giani Gallino"
Da Frate Indovino febbraio 2019. Intervista di Laura di Teodoro
Dopo questa premessa è ben capibile la fatica delle insegnanti che a scuola devono "dare" ai bambini e bambine regole, che disciplinano e regolano la giornata e la vita scolastica.
Cosa succede a quei bimbi abituati a ottenere tutto ciò che vogliono e che non sono abituati a sentirsi dire un salutare "no"?
Succede che scoppiano in scenate di ira incontrollata: si graffiano, si buttano a terra per farsi del male o prendono di mira il primo che capita loro accanto, lo picchiano, lo morsicano, lo graffiano, lo spintonano oppure lanciano oggetti, giochi, matite, seggioline o sferrano calci violenti alle ante degli armadietti o alla porta dell'aula, rovesciano barattoli di pennarelli o dicono parolacce, picchiano la maestra con pugni e calci, scoppiano in pianti gridati, urlati che durano anche più di mezz'ora, senza una lacrima (nella mia esperienza, il record è di una bimba di tre anni che per un pupazzetto che un bimbo le aveva sottratto - era il legittimo proprietario - ha urlato ininterrottamente per cinquanta minuti, persino i bambini le dicevano di smetterla e lei gridava ancora più forte).
Come si comportano le insegnanti in questo caso?
Anzitutto rimanendo calme, poi mettendo immediatamente in sicurezza i compagni attorno a lui (l'insegnante deve rispondere per l'incolumità di altri ventisette alunni) e lo stesso "monello";
a volte può essere necessario contenerlo fra le braccia, a volte, invece, è meglio lasciarlo libero controllando sempre che non si getti a terra in malo modo da potersi fare del male o che non cerchi di "scappare" (l'insegnante non può lasciare incustoditi ventisette bimbi per rincorrerne uno e non può lasciare il "monello" incustodito).
Nel frattempo, per tranquillizzare tutti gli altri bimbi che potrebbero spaventarsi se non abituati a scene di capricci esagerati, l'insegnante potrà dialogare con loro, con tono di voce tranquillizzante e per nulla scosso, e far comprendere che l'atteggiamento del "monello" non è da prendere a esempio. Piano piano il "monello" ridimensionerà sia il tono delle urla che delle azioni e... finalmente si quieterà.
Quello è il momento di un "a tu per tu" fra l'insegnante e il "monello", dove l'insegnante cercherà di far comprendere che non servono quegli atteggiamenti e che nonostante quegli atteggiamenti le regole restano le regole e vanno quindi rispettate. L'insegnante si premurerà altresì di rafforzare tutte quelle doti positive del "monello": "so che se tu vuoi sei davvero capace di rispettare le regole e adesso fai vedere a tutti i tuoi compagni come sei bravo...".
L'atteggiamento positivo del "monello" sarà sottolineato dall'insegnante a tutti i compagni e sarà seguito da un bell'applauso collettivo.
Purtroppo questi atteggiamenti sono sempre più all'ordine del giorno e purtroppo coinvolgono a rotazione sempre più alunni, quindi il lavoro dell'insegnante è davvero grande, a volte immane, ricordiamolo, ma, soprattutto, urge un cambiamento di rotta da parte dei genitori, che devono assumersi la responsabilità educativa dei propri figli.
Per chi volesse approfondire vi rimando a questi post:
Le regole;
Un tiranno fra le mura domestiche;
Capricci;
Il prepotente
Tutto e subito
Educhiamo il tiranno
Mamme scuola e capricci
sinforosa castoro
"Oggi, purtroppo, ci troviamo di fronte a una generazione di genitori che sbaglia molto nell'educazione dei figli. Non voglio generalizzare, ma ci sono genitori che si preoccupano e si dedicano troppo ai figli , facendo spesso il loro male... Oggi vediamo padri e madri molto più tolleranti e sempre pronti a comprare giocattoli ai propri figli. Il bambino arriva a credersi il "re di casa", tutto gli è concesso: difficilmente gli si pone un freno...
Possiamo presupporre che ci troveremo adolescenti sempre più "liberi", senza uno spirito critico e incapaci di accettare le regole... Tilde Giani Gallino"
Da Frate Indovino febbraio 2019. Intervista di Laura di Teodoro
Dopo questa premessa è ben capibile la fatica delle insegnanti che a scuola devono "dare" ai bambini e bambine regole, che disciplinano e regolano la giornata e la vita scolastica.
Cosa succede a quei bimbi abituati a ottenere tutto ciò che vogliono e che non sono abituati a sentirsi dire un salutare "no"?
Succede che scoppiano in scenate di ira incontrollata: si graffiano, si buttano a terra per farsi del male o prendono di mira il primo che capita loro accanto, lo picchiano, lo morsicano, lo graffiano, lo spintonano oppure lanciano oggetti, giochi, matite, seggioline o sferrano calci violenti alle ante degli armadietti o alla porta dell'aula, rovesciano barattoli di pennarelli o dicono parolacce, picchiano la maestra con pugni e calci, scoppiano in pianti gridati, urlati che durano anche più di mezz'ora, senza una lacrima (nella mia esperienza, il record è di una bimba di tre anni che per un pupazzetto che un bimbo le aveva sottratto - era il legittimo proprietario - ha urlato ininterrottamente per cinquanta minuti, persino i bambini le dicevano di smetterla e lei gridava ancora più forte).
Come si comportano le insegnanti in questo caso?
Anzitutto rimanendo calme, poi mettendo immediatamente in sicurezza i compagni attorno a lui (l'insegnante deve rispondere per l'incolumità di altri ventisette alunni) e lo stesso "monello";
a volte può essere necessario contenerlo fra le braccia, a volte, invece, è meglio lasciarlo libero controllando sempre che non si getti a terra in malo modo da potersi fare del male o che non cerchi di "scappare" (l'insegnante non può lasciare incustoditi ventisette bimbi per rincorrerne uno e non può lasciare il "monello" incustodito).
Nel frattempo, per tranquillizzare tutti gli altri bimbi che potrebbero spaventarsi se non abituati a scene di capricci esagerati, l'insegnante potrà dialogare con loro, con tono di voce tranquillizzante e per nulla scosso, e far comprendere che l'atteggiamento del "monello" non è da prendere a esempio. Piano piano il "monello" ridimensionerà sia il tono delle urla che delle azioni e... finalmente si quieterà.
Quello è il momento di un "a tu per tu" fra l'insegnante e il "monello", dove l'insegnante cercherà di far comprendere che non servono quegli atteggiamenti e che nonostante quegli atteggiamenti le regole restano le regole e vanno quindi rispettate. L'insegnante si premurerà altresì di rafforzare tutte quelle doti positive del "monello": "so che se tu vuoi sei davvero capace di rispettare le regole e adesso fai vedere a tutti i tuoi compagni come sei bravo...".
L'atteggiamento positivo del "monello" sarà sottolineato dall'insegnante a tutti i compagni e sarà seguito da un bell'applauso collettivo.
Purtroppo questi atteggiamenti sono sempre più all'ordine del giorno e purtroppo coinvolgono a rotazione sempre più alunni, quindi il lavoro dell'insegnante è davvero grande, a volte immane, ricordiamolo, ma, soprattutto, urge un cambiamento di rotta da parte dei genitori, che devono assumersi la responsabilità educativa dei propri figli.
Per chi volesse approfondire vi rimando a questi post:
Le regole;
Un tiranno fra le mura domestiche;
Capricci;
Il prepotente
Tutto e subito
Educhiamo il tiranno
Mamme scuola e capricci
Dalla rete. Tilde Giani Gallino |
sinforosa castoro
I no fanno benissimo! Condivido questa riflessione.
RispondiEliminaParlavo oggi con un mio amico di una cosa: io ho avuto il videoregistratore a 16 anni, perché da bambino era vietato da miei.
Infatti non volevano che stessi troppo davanti alla televisione e quindi il videoregistratore poteva magari spingermi a stare di più davanti allo schermo televisivo.
E' un no che mi ha fatto benissimo :)
Bravissimi i tuoi genitori, Riccardo, e bravo tu a riconoscere il "no" educativo. buona serata e grazie.
Eliminasinforosa
Ti capisco perfettamente e ne so qualche cosa anch'io, anche se, alla primaria, i bimbi sono un pò più grandi e, quindi, strillano meno ma il problema emerge in altri modi. Saluti.
RispondiEliminaLo so, cara Mirtillo, quelli che sono capricci all'infanzia sono prese di posizione alla Primaria, sono rifiuti decisi alla Secondaria e via discorrendo. Per questo che c'è una vera urgenza educativa. Quanti genitori se ne rendono conto? Grazie e buona serata.
Eliminasinforosa
Cara Sinforosa, purtroppo ci troviamo di fronte a una realtà sconcertante, tutti quei si! Fanno molto male, ahimè le nuove generazioni dovranno cambiare altrimenti non ci sarà famiglia.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
hai detto bene, Tomaso, non ci saranno nemmeno uomini e donne capaci di prendersi responsabilità nei confronti della società, del lavoro, della famiglia... purtroppo. Buona serata e grazie.
Eliminasinforosa
Io credo.. noi, mio marito ed io, abbiamo sempre creduto che un no ben motivato con parole semplici e comprensibili valga più di un sì detto per accondiscendenza o per far cessare tropi capricci.
RispondiEliminaA parte che nostra figlia non è mai stata capricciosa, però quando abbiamo detto no le abbiamo sempre spiegato il motivo. Abbiamo sempre cercato di parlare con lei in modo che ne capisse il motivo.
ERavamo però entrambi dell'idea che se papà diceva no era no anche per la mamma e viceversa. Poi, tra di noi altro discorso ma di fronte a lei eravamo sempre d'accordo.
Un bambino troppo protetto sarà nsicuro come dici tu ma un bambino troppo viziato non saprà mai afffrontare un no e nella vita se ne ricevono tanti!"
Ciao Sinforosa
Cara Patricia, Valeria è stata fortunata ad avervi come genitori. Hai detto esattamente che si dovrebbe attuare in famiglia, purtroppo oggi, più di qualche decennio fa, è più comodo-veloce-facile dire sempre e solo "sì", non comprendendo quanto questo atteggiamento faccia male al figlio. Grazie e buona serata.
Eliminasinforosa
Come genitore condivido il tuo post.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ne era sicura, Cavaliere. Buona serata e grazie.
Eliminasinforosa
Anche se non sono genitore, ritengo fondamentali i no. A me in qualità di figlia hanno fatto benissimo. Ottimo post Sinforosa.
RispondiEliminaGrazie Mariella. Buona serata.
Eliminasinforosa
Alla scuola superiore è lo stesso, anche se le forme sono diverse. Per un'insufficienza una ragazza ha strillato nel corridoio x 10 minuti... E quante cose deve saper fare un insegnante... Mi sa che dopo il post sui giovani d'oggi farò quello sui genitori d'oggi. Ne ho da raccontare...
RispondiEliminaCi credo, Dolcezze. Scommetto che i genitori che alla scuola dell’infanzia non vogliono sentirsi dire che il loro figlio è un po’ un “monello” e che trovano mille scuse per giustificarlo, sono i medesimi che alle superiori non accettano una meritata insufficienza e vengono a fare questioni. Buona serata e grazie.
Eliminasinforosa
Bellissimi questi tuoi post a tema, Sinforosa! Li trovo interessantissimi ed utilissimi. Ne approfitto e li giro mano a mano nel gruppo di mamme. Forse faranno fiorire qualcosa di buono in genitori oramai al vento.
RispondiEliminaGrazie Irene. Il tema educativo mi sta molto a cuore e avendolo vissuto per più di quarant'anni nella scuola e più di trenta da genitore, mi rendo sempre più conto che è essenziale iniziare da subito a dare regole chiare, semplici e facilmente comprensibili. Il bambino desidera essere "contenuto", questo gli dà sicurezza, certo lui tenta di uscire dai binari e testa la situazione, ma nel contempo desidera essere guidato con serenità e fermezza. Buona serata.
Eliminasinforosa
Educare è difficilissimo perché chi svolge questo lavoro deve avere una visione della vita libera e sgombra di pregiudizi. L'educazione non deve seguire le mode ma insegnare valori e comportamenti che ti fanno stare bene e aiutano gli altri a sentirsi meglio.
RispondiEliminaBen detto, Gus, e oggi è ancora più difficile perché, purtroppo, le varie agenzie educative parlano linguaggi sovente contrapposti Grazie e buona serata.
Eliminasinforosa
Bellissimo post cara, come sempre!
RispondiEliminaSi concordo in pieno lavorando appunto in una scuola posso dirti che e' cosi'!
Buona serata...
Grazie a te, di cuore. Buona serata.
Eliminasinforosa
Un tempo(non poi così lontano)la maestra era solo una (la seconda mamma)e quello che diceva la maestra era "vangelo" per il bambino e degno di rispetto(e naturalmente di educata critica)da parte dei genitori che,per primi,erano e sempre saranno valido esempio per i propri figli.La società e la scuola sono cambiate e ogni cambiamento ci si augura sia in meglio, ma i valori e le buone maniere saranno sempre la base per una società civile.Le parole che genitori e figli si dicono,le azioni e i gesti che compiono insieme creano quel bagaglio di esperienze da cui ogni bimbo attinge e prende esempio per comportarsi fuori casa.Ogni insegnante ha un super potere:quello di arricchire o migliorare l'educazione familiare,ma sempre
RispondiEliminacoltivando il bene ,semplicemente,con i gesti e le parole giuste,con la più ampia fiducia nel futuro
Franca
Cara Franca, il tuo commento arricchisce non poco questo post di per sè già corposo. Grazie per questa puntuale lettura della situazione attuale di famiglia e scuola, una situazione davvero critica, perché il più delle volte non c’è convergenza di obiettivi, purtroppo. Buona giornata.
Eliminasinforosa
Il guaio non è contenere il "monello", quanto la reazione dei genitori appena scopriranno che al loro viziatissimo figlio è stato vietato di fare il comodo proprio!
RispondiEliminaSe fossero genitori obiettivi capirebbero, e a volte succede, il più delle volte, invece, il genitore tende a giustificare il proprio figlio contro ogni evidenza. Buona giornata e grazie per il tuo contributo.
Eliminasinforosa
I "No" aiutano tantissimo a crescere se ben piazzati e all'occorenza...mentre le botte quelle mai! Comunque ormai mi sembra che il mondo sia pieno di genitori che non sanno dire no e che difendono a spada tratta i figli a qualunque costo...Mi piace molto dal punto di vista pedagogico il fatto che quando il "monello" rispetta le regole infrante lo si premi con un bel applauso appagante! :)
RispondiEliminaCerto, Federica, i “no” sono tanto più salutari quanto più pronunciati con serenità e fermezza e man mano il bimbo cresce vanno assolutamente motivati. Perché i genitori difendono a spada tratta i loro figli? Le motivazioni sono davvero tante, possiamo prenderne in considerazione almeno due: oggigiorno il figlio è spesso percepito come “proprietà privata” da tutelare e difendere, come tale tutto gli è dovuto. E poi, diciamocelo, è molto meno faticoso dire sempre “sì”, è molto più faticoso dire “no”, perché il “no” comporta dialogo, confronto, scontro...
EliminaGrazie per il tuo commento e serena giornata.
sinforosa
I agree, now a days parents are over protective for their children!
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Too, yes. Protection is a natural and good attitude. They should, however, recognize their children's mistakes and correct them. Thanks and happy day.
Eliminasinforosa
Sono perfettamente d'accordo con questa analisi. L'iperprotettivita fa male e non abitua a pensare che la vita non dice sempre di sì. In questo modo si è più fragili rispetto alle negatività.
RispondiEliminaE, infatti, una delle conseguenze a lungo termine di questa iperprotettività è la fragilità emotiva dinanzi agli inevitabili ostacoli della vita. Grazie Macchiaiolo per il tuo intervento e buona giornata.
Eliminasinforosa
Mah personalmente avendo figli acquisiti, li ho bellamente viziati, insegnando cmq loro l'educazione e regole di comportamento. Devo dire che non me ne sono pentita. A scuola sceneggiate non ne hanno mai fatte. Forse erano altri tempi, chissà.
RispondiEliminaUna cosa devo dire però: 40 anni e più, nonostante i miei studi, non pensai mai di insegnare.
Abbraccio siempre
... forse erano altri tempi... sì, forse erano davvero altri tempi.
EliminaAl di là delle difficoltà, credimi, è un lavoro fantastico: i bambini ci insegnano a vivere. Grazie Farfalla, buona giornata.
sinforosa
Questo è un problema veramente veramente enorme. "Ai miei tempi" c'era un profondo rispetto per gli insegnanti, non si facevano mai capricci a scuola perché è questo che i genitori ci insegnavano.
RispondiEliminaCara Nyu, presumo che tu sia una giovane donna e quindi non sono passati tanti anni, eppure è proprio come hai detto tu, fino a due decenni fa, per esempio, l'educazione dei figli verteva sul rispetto, oggi questo valore pare sia superato. Grazie Nyu per il tuo contributo e sereno pomeriggio.
Eliminasinforosa
ho letto solo il titolo (ho poco tempo stamani).
RispondiEliminaè indubbio. anche troppi no fanno male. detto semplicemente: occorre soprattutto essere molto chiari (e coerenti: parole e azioni). ciao
Certo, Antony, anche i troppi "no" fanno male.
EliminaIl troppo e il niente danno lo stesso risultato, questo sia chiaro come principio di base. Buon lavoro e grazie. Sereno pomeriggio.
sinforosa
sì, occorrono contenuti: presenza, chiarezza, serietà, coerenza, ecc.
Eliminabuon giorno
Sì
Eliminalieto giorno
EliminaGrazie altrettanto a te.
Eliminasinforosa
A volte mi infastidisce l'atteggiamento di certi genitori che difendono i figli a spada tratta anche quando sarebbe necessario dir di no. Spesso sono persino aggressivi e petulanti. Perciò son contento che mia figlia quest'anno consegua la maturità e che non dovrò più andare ai colloqui.
RispondiEliminaAnzitutto complimenti per la maturanda.
EliminaHai perfettamente ragione, Sergente Elias, sapessi questi genitori quanto infastidiscono noi maestre! Buon pomeriggio e grazie.
sinforosa
E' molto più facile dire sì che dire no spiegandone il perchè...
RispondiEliminaProprio così, Gianna, e chissà quante volte lo hai sperimentato come insegnante. Ciao e grazie. Buon pomeriggio.
Eliminasinforosa
I genitori che non solo difendono a spada tratta i loro figli ma aggrediscono i loro insegnanti, forse domani saranno le prime vittime di un figlio bullo, violento, intollerante che magari li scaricherà in un ricovero quando invecchieranno.
RispondiEliminaCiao felice giornata, un abbraccio
enrico
Ma sai, Enrico, che ho proprio detto queste parole a una riunione di genitori? Alcuni sono rimasti un po' scioccati e basiti dalle mie dure parole, ma era per dare una "scossa" a tutte quelle mamme e papà che si gloriano di avere figli e figlie che in casa "comandano" loro. Buon pomeriggio e grazie per le tue parole.
Eliminasinforosa
Ciao Valeria. Penso che Michelle sia nella fase del "rifiuto" e penso che sia del tutto normale. Le basi le hai date e su questo non ci piove. Mi chiedi come fare nel caso in cui lei "si arrabbia e scappi in camera sua", ma hai già risposto da tu: "Io poi la lascio sbollire e poi torno a parlarle".
RispondiEliminaProprio così, le si lascia la possibilità di arrabbiarsi e quando tutto è più calmo e rasserenato le si parla, le si spiega ciò che magari prima non ha voluto ascoltare, le si fa capire che le si vuole tanto, tanto bene, e lei lo sentirà, lo sente. Un abbraccio, di cuore, a tutte e due.
sinforosa
Cara Sinforosa, i tuoi post su questo tema e su argomenti simili, riguardanti l'educazione dei figli, sono sempre molto attenti e centrati sul problema.
RispondiEliminaI genitori di ultima generazione avranno molto di cui pentirsi e rammaricarsi più in là negli anni. Sembrano frasi fatte ma è proprio così: ancora non si rendono conto che saranno la causa dei mali dei figli e di conseguenza anche della propria infelicità e del senso di impotenza che giungerà poi.
Vedo cose assurde tra genitori miei coetanei verso i bambini-ragazzi coetanei dei miei monelli...
Cara Maris, tu che hai grandi capacità educative, parlane con quei genitori che individui come incompetenti o eccessivamente iperprotettivi nei confronti dei loro figli, non c’è come lo scambio di opinioni per far prendere coscienza di un problema, che magari per loro, “quei” genitori, non lo è affatto. Un abbraccio e grazie per il tuo contributo.
Eliminasinforosa
Post davvero molto interessante, sinforosa! Condivido queste riflessioni!
RispondiEliminaGrazie, Angela, buona serata.
RispondiEliminasinforosa