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martedì 20 marzo 2018

Educhiamo il "tiranno"

Per chi lo desidera, e ha voglia, prima di leggere questo post faccia una capatina a questo Post così illuminante per poter comprendere al meglio quanto scritto di seguito.
Il problema dei capricci è all'ordine del giorno, anzi sembra che di anno in anno questo aspetto del comportamento dei bambini diventi davvero una vera urgenza educativa.

                             Da Educare alla maturità. di Don Chino Pezzoli -2009-
"... Ci siamo accorti che i ragazzi cresciuti con il tutto e subito, senza regole, sono i più fragili, sono i meno contenti, sono anche infelici perché le regole hanno un valore immenso e la capacità di creare dei limiti, di porre dei paletti, di mettere in atto l’impianto evolutivo. Se un figlio non è messo in difficoltà sarà sempre un eterno bamba. Cari genitori ed educatori, se non mettete dei paletti, se non date delle regole, se non dite dei no, questi ragazzi non scopriranno mai i loro limiti, perché è attraverso i no che apprendono che nella vita non si può fare tutto quello che si vuole.

Il troppo “avere” fa crescere insoddisfatti i nostri ragazzi. Sono molti ormai quelli che crescono insoddisfatti perché caricati di cose, di divertimento.

Non dare limiti pensando che il ragazzo cresca libero è un errore in quanto cresce complessato perché il limite, la regola, il no, sono per un ragazzo delle barriere, ostacoli da superare.

Le regole nella vita di un bambino o ragazzo sono le prime difficoltà che incontra che precedono le difficoltà che non saranno dettate dalle regole ma dalla vita stessa.

Se un ragazzo non è abituato a superare le graduali difficoltà che i genitori pongono nell'educazione, nell'adolescenza, di fronte alla difficoltà scuola, a un affetto da costruire, a un lutto da elaborare, scapperà, perché non allenato ad affrontare i problemi. Non ha in sé l’energia sufficiente per essere vincente. Si sa che la vita è bella ma è anche difficile.

Ecco perché bisogna dare ai ragazzi alcune regole, sia perché abbiano una vita ordinata, ma soprattutto siano preparati ad affrontare le difficoltà della vita.

L’esperienza c’insegna che chi s’afferma nella società, non è chi è cresciuto nella bambagia, ma chi si è allenato a saltare i diversi ostacoli o difficoltà...

Sono molti i ragazzi e le ragazze che stanno male. Possiedono spesso un’overdose di immagini, un impianto soprattutto virtuale nella testa e hanno degli agiti artificiali, impersonali. Mancano di modelli di riferimento, di esempi e punti di riferimento che diano loro sicurezza speranza e futuro.

Si presentano con una insufficiente autostima perché noi adulti non siamo capaci di stimolarli, farli essere sé stessi, chiedergli sempre di più. Serpeggia, infatti, un permissivismo che non li prepara a lottare contro gli ostacoli della vita .

Le regole sono importanti per preparare atleti vincenti di fronte alle difficoltà, al dolore che la vita riserva a tutti". Da Educare alla maturità. di Don Chino Pezzoli -2009-
N.B. Vi invito a leggere Relazioni di Don Chino Pezzoli Scuola Genitori 2009. Lo trovate in rete.

Dopo le autorevoli parole di questo grande Educatore mi permetto di aggiungere qualche mia considerazione.
I bambini tiranni sono, di fatto, bambini svantaggiati, nonostante la loro prepotenza e onnipotenza che esercitano in casa, soprattutto con mamma e papà.
Svantaggiati perché in lotta col mondo intero; nella scuola, per esempio, sono bambini che non sanno fare amicizia, che vengono messi da parte dai coetanei stessi, per via del loro comportamento capriccioso e molesto.
Svantaggiati perché, talmente concentrati su di sé, non sanno disporsi alle nuove scoperte e novità con la libertà di azione necessarie.
Svantaggiati perché poco inclini all'attenzione e di conseguenza al fare esperienze positive in ambito scolastico.
Svantaggiati perché, nonostante magari una vivace intelligenza, non sanno mettere a frutto i loro talenti.
Svantaggiati perché eternamente insoddisfatti.
Svantaggiati perché eternamente insicuri.
Genitori, non gloriatevi di figli che vi tiranneggiano, sappiate che il bambino desidera essere contenuto, soprattutto da voi che siete per loro il punto di riferimento più importante. Semmai lasciate che tiranneggino, anche se sarebbe opportuno una simile linea educativa da parte di tutta la famiglia, nonni e zii, ma non voi genitori. 
Il bambino arriverà a un certo punto a domandarsi perché non ha mai ricevuto, al momento opportuno, dei bei no e di questo, siatene certi, ve ne farà una colpa.



sinforosa castoro

9 commenti:

  1. E' sempre stata la mia preoccupazione n.1 nell'ipotesi di diventare padre: bisogna essere fermi e allo stesso tempo però rassicuranti nel porre regole e divieti ai bambini piccoli. La famosa ferma dolcezza (o dolce fermezza?).

    Oggi poi mi sembra più difficile, ai nostri tempi eravamo anche più ingenui secondo me e quindi più facilmente raggirabili nel momento in cui ci doveva essere imposta una regola :)

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    1. È indubbio che fare il genitore sia il “mestiere” più difficile al mondo ma è anche il più bello e straordinario. I figli sono la realtà più appagante che una persona possa sperimentare, non è facile, certo, ma si può fare, serenamente, accettando i propri limiti, i propri sbagli, ma sempre con la consapevolezza che non c’è niente di più bello che crescere individui che sappiano camminare con le proprie gambe in modo serio e responsabile: una straordinaria avventura lunga una vita. Buona serata, Riccardo, e grazie per essere passato.
      sinforosa

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  2. Verissimo quel che dici: io amo i limiti, che poi amo anche superare. Ma devono esserci.
    Ne ho avuti anche io, e giustamente di volta in volta si potevano superare, o per sempre o come extra. Credo sia la base dell'educazione.
    Tutto e subito? È sbagliatissimo. I limiti, le regole, riescono anche a dare un ritmo alla nostra vita, viviamo meglio.
    Ecco che altrimenti si diventa tiranni.
    E come dici, i tiranni hanno tutto da perdere. Saranno infelici. Messi da parte. Si autodistruggeranno. Oddio, quasi spererei che ci fossero sempre più tiranni, così per colpa di genitori sciocchi a restare a galla saranno solo persone che meritano :D

    Moz-

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    1. I limiti, a differenza di ciò che si possa pensare, non limitano bensì educano alla vera libertà e quello che dici, Miki, lo condivido appieno. Grazie per essere passato e buona serata.
      sinforosa

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  3. Forse l'errore, almeno era il mio, dire no quando serviva un sì.
    Quando ho capito il pasticcio ho dovuto ricominciare da capo.
    Ciao Sinforosa.

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    1. Purtroppo non c’è una scuola per imparare a fare il genitore e si impara facendo, la cosa importante, secondo me, è riconoscere eventuali errori e ripartire, proprio come dici di aver fatto tu. Sei stato senz’altro un ottimo genitore. Buona serata, Gus, e grazie per essere passato.
      sinforosa

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  4. Cara Sinforosa, naturalmente trovo giustissime le parole di Don Pezzoli e le tue considerazioni a fine post.
    Pensa che io, avendo i miei figli delle particolari esigenze, dei limiti e delle alterazioni purtroppo anche a livello compotamentale, spesso mi sono sentita dire da altri che sono troppo rigida con loro, che "in fondo poi..."
    Ma in fondo cosa?? rispondo io!
    E' ovvio che se capisco che in certi loro comportamenti "scorretti" c'è lo zampino del disturbo dello spettro autistico non posso pretendere che cambino atteggiamento da un momento all'altro e anche il rimprovero o la punizione avranno una modalità diversa e uno scopo più specifico, cioè contenere gli atteggiamenti anche non voluti deliberatamente o che loro non riescono a controllare bene purtroppo.
    Ma poi io vedo chiaramente quando loro fanno capricci e basta, come tutti gli altri bambini di questo mondo, quando fanno i prepotenti ecc. E lì non c'è disturbo che tenga: devono capire che io e il papà siamo l'autorità, che assolutamente li amiamo ma che si seguono le nostre regole, percghè noi vogliamo il loro bene.
    Non sono tutti uguali i bambini, ma tutti hanno un DIRITTO fondamentale secondo me: quello di essere EDUCATI. E senza regole non si educa nessuno, mi pare.
    Mestiere difficilissimo quello di genitore... ma anche come dicevi tu bellissimo e straordinaro perchè ci consente di avvaire alla vita i figli e dar loro le ali con cui poi spoccare il volo da soli.
    Se avessi voglia di dargli un'occhiata, mi permetto di segnalrti un mio vecchio post scritto in ricordo della mia mamma e collegato al discorso sul ruolo di genitore:

    http://caralilli.blogspot.it/2017/04/ricordo-un-giorno.html

    Un abbraccio, buona giornata!

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    Risposte
    1. Cara Maris, le tue parole riassumono bene le parole del post, oltretutto dal punto di vista di un genitore attento e scrupoloso come sei tu; brava mamma! Buon pomeriggio.
      sinforosa

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  5. Cara Valeria, in questo tuo commento hai detto tantissimo, hai detto dell’importanza delle regole, dei no detti al momento opportuno, del valore del rispetto reciproco, ma hai anche sottolineato l’atteggiamento dei genitori con il primo figlio, con il secondo... e chissà perché il secondo figlio è tanto diverso dal primo e col secondo si lasciano andare un po’ le redini? Sovente ho riflettuto anch’io su questa realtà e mi sono data una risposta. Purtroppo nessun genitore nasce tale e impara facendo, sbagliando, correggendo il tiro e quindi è normale, anche se non giusto, avere un atteggiamento e aspettative diverse nei confronti del primogenito rispetto ai figli che vengono dopo, questo è lo scotto dell’essere primogenito/a. Buona serata, Valeria, un abbraccio e buona domenica delle palme.
    sinforosa

    RispondiElimina

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