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giovedì 17 settembre 2015

IRC. Insegnamento religione cattolica nella scuola dell'Infanzia

Ricordate i post riguardanti le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione? 
http://sinforosacastoro.blogspot.it/2014/09/indicazioni-nazionali-per-il-curricolo.html
e post seguenti, ebbene, ora completiamo con le indicazioni nazionali circa l'insegnamento della religione cattolica, per chi vuole avvalersi, è ovvio. 

Integrazioni alle Indicazioni nazionali relative all'insegnamento della religione cattolica 
(DPR 11 febbraio 2010)

Scuola dell’infanzia
Le attività in ordine all'insegnamento della religione cattolica, per coloro che se ne avvalgono, offrono occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei bambini, aprendo alla dimensione religiosa e valorizzandola, promuovendo la riflessione sul loro patrimonio di esperienze e contribuendo a rispondere al bisogno di significato di cui anch'essi sono portatori. Per favorire la loro maturazione personale, nella sua globalità, i traguardi relativi all’Irc sono distribuiti nei vari campi di esperienza. Di conseguenza ciascun campo di esperienza viene integrato come segue:

Il sé e l’altro. Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
Il corpo e il movimento. Riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
Immagini, suoni e colori. Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
I discorsi e le parole. Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti biblici, ne sa narrare i contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione significativa anche in ambito religioso.
La conoscenza del mondo. Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza.
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione.





 L'arca di Noè.




Un po' di storia
1968 La Scuola materna diventa Statale (L.444 1968).
1969 Negli Orientamenti dell'attività educativa nelle scuole materne statali (D.P.R. 10 settembre 1969 N. 647) si evidenzia l'importanza di insegnare ai bambini  l'universalità dei valori della religione cattolica e l'importanza di far sviluppare in loro riflessioni su temi spirituali.


1985 L'insegnamento della religione cattolica (IRC) diventa facoltativo (L.121/1985 di applicazione del concordato del 1984).
1991 Negli Orientamenti dell'attività educativa nelle scuole materne (D.P.R 3 giugno 1991) si introducono i cosiddetti Campi di esperienza: "III - INDICAZIONI CURRICOLARI Art. 2.- Campi di esperienza educativa. Con questo termine si indicano i diversi ambienti del fare e dell'agire del bambino e quindi i settori specifici ed individuabili di competenza nei quali il bambino conferisce significato alle sue molteplici attività, sviluppa il suo apprendimento, acquisendo anche le strumentazioni linguistiche e procedurali, e persegue i suoi traguardi formativi, nel concreto di una esperienza che si svolge entro confini definiti e con il costante suo attivo coinvolgimento" Dagli Orientamenti. 
Quindi, per uno sviluppo armonico del bambino, si prende atto che l'IRC si apre a tutti gli ambiti dei vari campi di esperienze facendo "uscire" la dimensione spirituale..
2003 Nelle Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell'Infanzia (L.53 28 marzo 2003) al Campo di esperienza Il sé e l'altro, al N. 7 si esplica "Soffermarsi sul senso della nascita e della morte, delle origini della vita e del cosmo, della malattia e del dolore, del ruolo dell’uomo nell'universo, dell’esistenza di Dio, a partire dalle diverse risposte elaborate e testimoniate in famiglia e nelle comunità di appartenenza" 
Dalle Indicazioni.
2007 Nelle Indicazioni per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione (D.M. 139 settembre 2007), al Campo di esperienza Il sé e l'altro, si esplica "I bambini formulano le grandi domande esistenziali e sul mondo e cominciano a riflettere sul senso e sul valore morale delle loro azioni, prendono coscienza della propria identità, scoprono le diversità e apprendono le prime regole necessarie alla vita sociale. Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura, la vita e il suo evolversi ed estinguersi, l’ambiente che lo circonda, le relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e della loro fede; è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione attraverso i media, partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità. Sente di appartenere alla sua famiglia, alla sua comunità, alla sua scuola; si accorge di essere uguale e diverso nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o escludere. Si chiede dove era prima di nascere e se e dove finirà la sua esistenza e quella di chi gli è caro, quale sia l’origine del mondo; si interroga su Dio e si confronta con l’esperienza religiosa...".
"Traguardi per lo sviluppo della competenza. ... Il bambino, pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli altri, dei valori, delle ragioni e dei doveri che determinano il suo comportamento. Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini, si rende conto che esistono punti di vista diversi e sa tenerne conto. È consapevole delle differenze e sa averne rispetto..."
Dalle Indicazioni.
E siamo arrivati alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione del 2012 (D.M. N. 254 16 novembre 2012di cui abbiamo ampiamente parlato.



sinforosa castoro

3 commenti:

  1. Hai ragione, l'ora di religione a scuola non ha come fine il suscitare la fede in Gesù Cristo. L'ora di religione a scuola è scoprire e conoscere la storia della salvezza, che passa attraverso l'Antico e il Nuovo Testamento e così il bambino si avvicina alle figure storiche (Adamo, Eva, Noè, Mosè...) a quelle del Vangelo (l'Angelo, Maria, Gesù, Giuseppe... ), agli avvenimenti e alle parole dette da Gesù, alla Chiesa e alle figure di Santi. Insomma, l'ora di religione è più che altro "cultura", già nella nostra scuola, ma soprattutto nelle scuole di ordini superiori alla scuola dell'infanzia, nell'ora di religione si parla anche di altre religioni, mentre al catechismo si parla della fede nel nostro Dio trinitario: Padre, Figlio e Spirito Santo e tutto ciò che concerne la cristianità e l'essere cristiano.
    Ciao ciao
    sinforosa

    RispondiElimina
  2. Be', il tuo parroco ha un po' ragione. Com'è possibile che non si trovino persone, anche mamme e papà, oltre a giovani, che non si rendano disponibili per insegnare il catechismo? Certo è un impegno, ci vuole anche una preparazione, ma sai che soddisfazione? Perché non ti proponi tu? Hai le qualità.
    Forza e coraggio
    sinforosa

    RispondiElimina
  3. Purtroppo è così. Magari farò un post sul Catechismo.
    Ciao ciao Valeria.
    sinforosa

    RispondiElimina

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