Segue... dal post precedente
Nei post precedenti abbiamo parlato di emozioni, bisogni, comunicazione non violenta e importanza di un buon allenamento emotivo.
Abbiamo ormai chiaro l'importanza di conoscere e riconoscere le emozioni che si muovono dentro noi e dentro i nostri bambini, emozioni che ci rimandano ai nostri bisogni.
Abbiamo ben chiaro l'utilità d'imparare a nominare le emozioni, per poterle gestire al meglio. Tuttavia, se per noi adulti è più facile riconoscere e nominare una nostra emozioni, per i bambini non è così.
Sappiamo, infatti, che per un bambino non è facile riconoscere e soprattutto dare un nome all'emozione provata, poiché il suo cervello è ancora in fase di crescita, quindi utilizza il solo modo che conosce per esprimerla e cioè attraverso un'azione.
Es: è triste o ha paura o è arrabbiato, che cosa fa? Passa all'azione: piange, urla o fa capricci, eccetera.
Con l'aiuto di questi due autorevoli psicologi, approfondiamo l'argomento.
LA REBT di Albert Ellis
Al contrario di molte altre Scuole,
Il presupposto da cui parte Ellis è che, se noi riusciamo a pensare in modo razionale, la forza traumatica di qualunque evento si svuota del suo potenziale ansiogeno. Infatti, varie forme di disagio psicologico ed emotivo non vengono determinate dalle caratteristiche dell'evento attivante in sé, ma dai pensieri, spesso distorti e irrazionali, per mezzo dei quali lo interpretiamo e gli assegniamo un significato esageratamente disturbante.
Gli assunti principali della REBT. possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
→Un modo di pensare inadeguato (illogico, distorto, irrazionale) porta a problemi emotivi e comportamentali.
→Problemi emotivi e comportamentali possono essere superati imparando a sostituire pensieri irrazionali con pensieri razionali.
Da www.educazione-emotiva.it
Per sintetizzare, ci verrebbe da dire che dobbiamo imparare a "pensare positivo" e "far imparare a pensare positivo" attraverso pensieri R A Z I O N A L I, che in questo modo privano ogni situazione-evento-fatto del loro elemento ansiogeno. Ma facciamo un passettino in più.
→Al punto A si considera l' evento attivante la situazione
vissuta dall'individuo.
→Al punto C troviamo la sua reazione emotiva e comportamentale.
→Fra A e C interviene il punto B, ossia la propria rappresentazione mentale della realtà, il proprio modo di pensare, ovvero di interpretare e valutare, dentro la propria testa, ciò che è avvenuto al punto A.
Ciò non vuol dire che non proverà più emozioni spiacevoli, ne farà senz'altro esperienza di tanto in tanto, ma anziché essere sopraffatto da esse, sarà in grado di dominarle.
L'Educazione Razionale Emotiva riconosce che le emozioni, anche quelle negative, hanno un loro valore legato alla sopravvivenza della specie. Così come il dolore fisico ci comunica che qualcosa sta nuocendo al nostro corpo, anche il disagio emotivo funge da segnale che ci avverte dell'opportunità di mobilitare le nostre risorse per fronteggiare la situazione.
Se però questo disagio emotivo si fa troppo intenso ne saremo sopraffatti e non saremo più in grado di attivare, in modo efficace, le nostre risorse personali.
→Consapevolezza dell'insorgere di uno stato d'animo negativo.
→Riconoscimento dei pensieri che precedono e accompagnano il manifestarsi di tale stato d'animo.
→Individuazione dei pensieri nocivi o irrazionali.
→Correzione e trasformazione di tali pensieri disfunzionali attraverso il ragionamento.
→Ricorso continuo a nuovi modi di pensare più adeguati al fine di sperimentare reazioni emotive e comportamentali più funzionali alla situazione.
L'EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA IN PRATICA di Mario Di Pietro
Attuare un processo di alfabetizzazione emotiva significa
insegnare al bambino l'A.B.C delle mie emozioni. Il
modello dell'emozione adottato nell'ambito dell' educazione emotiva include i
tre elementi che intervengono in qualsiasi manifestazione emotiva.
→Al punto C troviamo la sua reazione emotiva e comportamentale.
→Fra A e C interviene il punto B, ossia la propria rappresentazione mentale della realtà, il proprio modo di pensare, ovvero di interpretare e valutare, dentro la propria testa, ciò che è avvenuto al punto A.
Ciò non vuol dire che non proverà più emozioni spiacevoli, ne farà senz'altro esperienza di tanto in tanto, ma anziché essere sopraffatto da esse, sarà in grado di dominarle.
L'Educazione Razionale Emotiva riconosce che le emozioni, anche quelle negative, hanno un loro valore legato alla sopravvivenza della specie. Così come il dolore fisico ci comunica che qualcosa sta nuocendo al nostro corpo, anche il disagio emotivo funge da segnale che ci avverte dell'opportunità di mobilitare le nostre risorse per fronteggiare la situazione.
Se però questo disagio emotivo si fa troppo intenso ne saremo sopraffatti e non saremo più in grado di attivare, in modo efficace, le nostre risorse personali.
L'intento
dell'Educazione Razionale-Emotiva non è quindi eliminare ogni emozione
spiacevole, ma minimizzare l'impatto che tali emozioni hanno sulla vita
dell'individuo, favorendo nel contempo la massimizzazione di emozioni positive
Solitamente un programma di Educazione Razionale Emotiva si
sviluppa attraverso tre fasi.
- Innanzitutto si cerca di aiutare il bambino a riconoscere, a identificare le proprie emozioni, a essere consapevole di come si sente quando prova un certo disagio emotivo.
- Poi si tratta di aiutarlo a identificare il rapporto esistente fra modo di sentirsi e modo di pensare e a rendersi conto che se si sente in un certo modo è perché pensa secondo determinate modalità.
- Infine, si cercherà di aiutare il bambino ad intervenire su quei meccanismi mentali che sono alla base di emozioni disfunzionali, operando una trasformazione all'interno della propria mente e quindi cambiando qualcosa nel proprio dialogo interno, ossia nel modo in cui parla a sé stesso quando interpreta e valuta ciò che gli accade. E` ciò che con un termine tecnico viene chiamata ristrutturazione cognitiva.
Ciò
non significa reprimere le proprie emozioni, ma trasformarle agendo sul
meccanismo che determina l'insorgere e il perdurare di stati emotivi negativi.
Come abbiamo visto tale meccanismo è dentro la nostra testa ed è costituito dai
nostri stessi pensieri. Acquisire la capacità di fronteggiare le emozioni
negative significa quindi imparare a riconoscere e a trasformare i propri
pensieri irrazionali
Tale processo implica le seguenti fasi:
→Riconoscimento dei pensieri che precedono e accompagnano il manifestarsi di tale stato d'animo.
→Individuazione dei pensieri nocivi o irrazionali.
→Correzione e trasformazione di tali pensieri disfunzionali attraverso il ragionamento.
→Ricorso continuo a nuovi modi di pensare più adeguati al fine di sperimentare reazioni emotive e comportamentali più funzionali alla situazione.
Da www.educazione-emotiva.it
Ma facciamo un passettino in più e andiamo alla pratica. Parliamo di giochi.
Ricordate il bel giochetto fatto in occasione della festa del papà? Ecco il link:
http://sinforosacastoro.blogspot.it/2014/03/caro-papa-se-tu-fossi-saresti.html
Ora, per far conoscere, riconoscere e nominare le emozioni, r eplichiamo questo gioco con la parola emozione, facendo ripensare al momento in cui si è vissuta. Es: Stamattina quando il tuo amico ti ha portato via il gioco hai urlato, perché? Cos'hai provato?
E quindi:
Se la tua emozione fosse un animale sarebbe...
Se la tua emozione fosse un fiore sarebbe...
Se la tua emozione fosse un colore sarebbe...
Se la tua emozione fosse un frutto sarebbe...
Se la tua emozione fosse un dolce sarebbe...
Se la tua emozione fosse una forma sarebbe...
Se la tua emozione fosse un personaggio delle fiabe sarebbe... eccetera, eccetera, eccetera.
Che ve ne pare?
Vi assicuro che questo gioco piacerà tantissimo e si presterà per far sì che i bambini comincino a familiarizzare con le proprie emozioni e farle uscire in un modo del tutto nuovo e più consapevole.
Se poi faremo esprimere queste loro risposte attraverso il disegno, l'attività pittorica, drammatica, musicale, be' avremmo un buon punto di partenza per poter realizzare con loro un buon allenamento emotivo e una buona educazione razionale emotiva pratica.
sinforosa castoro
Ma facciamo un passettino in più e andiamo alla pratica. Parliamo di giochi.
Ricordate il bel giochetto fatto in occasione della festa del papà? Ecco il link:
http://sinforosacastoro.blogspot.it/2014/03/caro-papa-se-tu-fossi-saresti.html
sinforosa castoro
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