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martedì 8 settembre 2015

Ellis e Di Pietro. REBT e Educazione Razionale Emotiva. Emozioni Parte 5°

Segue...  dal post precedente

Nei post precedenti abbiamo parlato di emozioni, bisogni, comunicazione non violenta e importanza di un buon allenamento emotivo.
Abbiamo ormai chiaro l'importanza di conoscere e riconoscere le emozioni che si muovono dentro noi e dentro i nostri bambini, emozioni che ci rimandano ai nostri bisogni.
Abbiamo ben chiaro l'utilità d'imparare a nominare le emozioni, per poterle gestire al meglio. Tuttavia, se per noi adulti è più facile riconoscere e nominare una nostra emozioni, per i bambini non è così.
Sappiamo, infatti, che per un bambino non è facile riconoscere e soprattutto dare un nome all'emozione provata, poiché il suo cervello è ancora in fase di crescita, quindi utilizza il solo modo che conosce per esprimerla e cioè attraverso un'azione.
Es: è triste o ha paura o è arrabbiato, che cosa fa? Passa all'azione: piange, urla o fa capricci, eccetera.
Con l'aiuto di questi due autorevoli psicologi, approfondiamo l'argomento.

LA REBT di Albert Ellis
La Terapia Comportamentale Razionale Emotiva (REBT) è una teoria psicologica che negli ultimi quarant'anni ha avuto un notevole influsso sulla psicoterapia.
Al contrario di molte altre Scuole, la REBT ha alla base principi semplici, straordinariamente efficaci e facilmente trasmissibili. Al punto che i terapeuti sono soliti fornire ai pazienti sintesi semplificate della teoria REBT perché già queste conoscenze di per sé formano un'ottima base per il processo terapeutico.
Il presupposto da cui parte Ellis è che, se noi riusciamo a pensare in modo razionale, la forza traumatica di qualunque evento si svuota del suo potenziale ansiogeno. Infatti, varie forme di disagio psicologico ed emotivo non vengono determinate dalle caratteristiche dell'evento attivante in sé, ma dai pensieri, spesso distorti e irrazionali, per mezzo dei quali lo interpretiamo e gli assegniamo un significato esageratamente disturbante.
Gli assunti principali della REBT. possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
Nella maggior parte dei casi il modo in cui ci sentiamo (emotivamente) e il modo in cui ci comportiamo sono la risultante di ciò che pensiamo.
Un modo di pensare inadeguato (illogico, distorto, irrazionale) porta a problemi emotivi e comportamentali.
Problemi emotivi e comportamentali possono essere superati imparando a sostituire pensieri irrazionali con pensieri razionali. 
Da www.educazione-emotiva.it

Per sintetizzare, ci verrebbe da dire che dobbiamo imparare a "pensare positivo" e "far imparare a pensare positivo" attraverso pensieri R A Z I O N A L I, che in questo modo privano ogni situazione-evento-fatto del loro elemento ansiogeno. Ma facciamo un passettino in più.
L'EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA IN PRATICA di Mario Di Pietro
Attuare un processo di alfabetizzazione emotiva significa insegnare al bambino l'A.B.C delle mie emozioni. Il modello dell'emozione adottato nell'ambito dell' educazione emotiva include i tre elementi che intervengono in qualsiasi manifestazione emotiva.
Al punto A si considera l' evento attivante la situazione vissuta dall'individuo.
Al punto C troviamo la sua reazione emotiva e comportamentale.
Fra A e C interviene il punto B, ossia la propria rappresentazione mentale della realtà, il proprio modo di pensare, ovvero di interpretare e valutare, dentro la propria testa, ciò che è avvenuto al punto A. 
L'A B C delle emozioni, se insegnato precocemente al bambino, costituisce il primo passo per una vera e propria vaccinazione emotiva, in quanto viene fornito uno strumento che lo metterà in grado di comprendere le proprie reazioni emotive negative per poterle successivamente trasformare.
Ciò non vuol dire che non proverà più emozioni spiacevoli, ne farà senz'altro esperienza di tanto in tanto, ma anziché essere sopraffatto da esse, sarà in grado di dominarle.

L'Educazione Razionale Emotiva riconosce che le emozioni, anche quelle negative, hanno un loro valore legato alla sopravvivenza della specie. Così come il dolore fisico ci comunica che qualcosa sta nuocendo al nostro corpo, anche il disagio emotivo funge da segnale che ci avverte dell'opportunità di mobilitare le nostre risorse per fronteggiare la situazione.
Se però questo disagio emotivo si fa troppo intenso ne saremo sopraffatti e non saremo più in grado di attivare, in modo efficace, le nostre risorse personali.
L'intento dell'Educazione Razionale-Emotiva non è quindi eliminare ogni emozione spiacevole, ma minimizzare l'impatto che tali emozioni hanno sulla vita dell'individuo, favorendo nel contempo la massimizzazione di emozioni positive
Solitamente un programma di Educazione Razionale Emotiva si sviluppa attraverso tre fasi.
  • Innanzitutto si cerca di aiutare il bambino a riconoscere, a identificare le proprie emozioni, a essere consapevole di come si sente quando prova un certo disagio emotivo.
  • Poi si tratta di aiutarlo a identificare il rapporto esistente fra modo di sentirsi e modo di pensare e a rendersi conto che se si sente in un certo modo è perché pensa secondo determinate modalità.
  • Infine, si cercherà di aiutare il bambino ad intervenire su quei meccanismi mentali che sono alla base di emozioni disfunzionali, operando una trasformazione all'interno della propria mente e quindi cambiando qualcosa nel proprio dialogo interno, ossia nel modo in cui parla a sé stesso quando interpreta e valuta ciò che gli accade. E` ciò che con un termine tecnico viene chiamata ristrutturazione cognitiva. 
 Probabilmente nessuno penserebbe di poter insegnare a un bambino a nuotare se egli stesso non fosse neanche in grado di rimanere a galla in una piscina. Sarebbe quindi un'impresa altrettanto ardua per un insegnante cercare di far apprendere ai propri alunni come fronteggiare le emozioni negative, se egli prima non avesse acquisito una certa padronanza in tale abilità. Per questo un piano di attuazione di un programma di educazione emotiva dovrebbe sempre iniziare con un lavoro che l'insegnante fa su sé stesso.
Ciò non significa reprimere le proprie emozioni, ma trasformarle agendo sul meccanismo che determina l'insorgere e il perdurare di stati emotivi negativi. Come abbiamo visto tale meccanismo è dentro la nostra testa ed è costituito dai nostri stessi pensieri. Acquisire la capacità di fronteggiare le emozioni negative significa quindi imparare a riconoscere e a trasformare i propri pensieri irrazionali
Tale processo implica le seguenti fasi:
Consapevolezza dell'insorgere di uno stato d'animo negativo.
Riconoscimento dei pensieri che precedono e accompagnano il manifestarsi di tale stato d'animo.
Individuazione dei pensieri nocivi o irrazionali.
Correzione e trasformazione di tali pensieri disfunzionali attraverso il ragionamento.
Ricorso continuo a nuovi modi di pensare più adeguati al fine di sperimentare reazioni emotive e comportamentali più funzionali alla situazione. 
Da www.educazione-emotiva.it
Per sintetizzare, ci verrebbe da dire che, anzitutto, dobbiamo impararlo noi, genitori/insegnanti, l'A.B.C delle mie emozioni, solo così possiamo fare imparare questo mini-alfabeto ai nostri bambini. 
Ma facciamo un passettino in più e andiamo alla pratica. Parliamo di giochi.
Ricordate il bel giochetto fatto in occasione della festa del papà? Ecco il link:
http://sinforosacastoro.blogspot.it/2014/03/caro-papa-se-tu-fossi-saresti.html

Ora, per far conoscere, riconoscere e nominare le emozioni, replichiamo questo gioco con la parola emozione, facendo ripensare al momento in cui si è vissuta. Es: Stamattina quando il tuo amico ti ha portato via il gioco hai urlato, perché? Cos'hai provato? 
E quindi:
Se la tua emozione fosse un animale sarebbe...
Se la tua emozione fosse un fiore sarebbe...
Se la tua emozione fosse un colore sarebbe...
Se la tua emozione fosse un frutto sarebbe...
Se la tua emozione fosse un dolce sarebbe...
Se la tua emozione fosse una forma sarebbe...
Se la tua emozione fosse un personaggio delle fiabe sarebbe... eccetera, eccetera, eccetera.
Che ve ne pare? 
Vi assicuro che questo gioco piacerà tantissimo e si presterà per far sì che i bambini comincino a familiarizzare con le proprie emozioni e farle uscire in un modo del tutto nuovo e più consapevole. 
Se poi faremo esprimere queste loro risposte attraverso il disegno, l'attività pittorica, drammatica, musicale, be' avremmo un buon punto di partenza per poter realizzare con loro un buon allenamento emotivo e una buona educazione razionale emotiva pratica.



sinforosa castoro

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