Ottobre mese missionario
GESÙ PRIMO EVANGELIZZATORE
7. Molto spesso nel corso del Sinodo, i Vescovi hanno ricordato questa verità: Gesù medesimo, Vangelo di Dio (15), è stato assolutamente il primo e il più grande evangelizzatore. Lo è stato fino alla fine: fino alla perfezione e fino al sacrificio della sua vita terrena. Evangelizzare: quale significato ha avuto questo imperativo per Cristo? Non è certo facile esprimere, in una sintesi completa, il senso, il contenuto, i modi dell'evangelizzazione, quale il Cristo la concepiva e l'ha realizzata. D'altra parte questa sintesi non potrà mai essere terminata. Ci basti ricordare alcuni aspetti essenziali.
L'ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO
8. Evangelizzatore, il Cristo annunzia prima di tutto un Regno, il Regno di Dio, il quale è tanto importante, rispetto a lui, che tutto diventa «il resto», che è «dato in aggiunta» (16). Solo il Regno è dunque assoluto e rende relativa ogni altra cosa. Il Signore si compiace di descrivere, sotto innumerevoli forme diverse, la felicità di appartenere a questo Regno, felicità paradossale fatta di cose che il mondo rifiuta (17); le esigenze del Regno e la sua Magna Charta (18), gli araldi del Regno (19), i suoi misteri (20); i suoi piccoli (21), la vigilanza e la fedeltà richieste a chiunque attende il suo avvento definitivo (22).
L'ANNUNCIO DELLA SALVEZZA LIBERATRICE
9. Come nucleo e centro della Buona Novella, il Cristo annunzia la salvezza, dono grande di Dio, che non solo è liberazione da tutto ciò che opprime l'uomo, ma è soprattutto liberazione dal peccato e dal Maligno, nella gioia di conoscere Dio e di essere conosciuti da lui, di vederlo, di abbandonarsi a lui. Tutto ciò comincia durante la vita del Cristo, è definitivamente acquisito mediante la sua morte e la sua risurrezione, ma deve essere pazientemente condotto nel corso della storia, per essere pienamente realizzato nel giorno della venuta definitiva del Cristo, che nessuno sa quanto avrà luogo, eccetto il Padre (23).
A PREZZO DI UNO SFORZO CROCIFIGGENTE
10. Questo Regno e questa salvezza, parole-chiave dell'evangelizzazione di Gesù Cristo, ogni uomo può riceverli come grazia e misericordia, e nondimeno ciascuno deve, al tempo stesso, conquistarli con la forza -appartengono ai violenti, dice il Signore (24) -con la fatica e la sofferenza, con una vita secondo il Vangelo, con la rinunzia e la croce, con lo spirito delle beatitudini. Ma, prima di tutto, ciascuno li conquista mediante un totale capovolgimento interiore che il Vangelo designa col nome di «metánoia», una conversione radicale, un cambiamento profondo della mente e del cuore (25).
PREDICAZIONE INSTANCABILE
11. Questa proclamazione del Regno di Dio, il Cristo la compie mediante la predicazione
instancabile di una parola, di cui non si trova l'eguale in nessuna altra parte: «Ecco una dottrina nuova insegnata con autorità!» (26); «Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca» (27); «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!» (28). Le sue parole svelano il segreto di Dio, il suo disegno e la sua promessa, e cambiano perciò il cuore dell'uomo e il suo destino.
CON SEGNI EVANGELICI
12. Ma egli attua parimente questa proclamazione attraverso innumerevoli segni, che formano Io stupore delle folle e, nel contempo, le trascinano verso di lui per vederlo, ascoltarlo e lasciarsi trasformare da lai: malati guariti, acqua cambiata in vino, pane moltiplicato, morti che ritornano alla vita. E tra tutti, il segno al quale egli dà una grande importanza: i piccoli, i poveri sono evangelizzati, diventano suoi discepoli, si riuniscono «nel suo nome» nella grande comunità di quelli che credono in lui. Perché il Gesù che dichiarava: «Devo annunziare la buona novella del Regno di Dio» (29), è lo stesso Gesù di cui Giovanni Evangelista diceva che era venuto e doveva morire «per riunire insieme i figli di Dio dispersi» (30). Così egli compie la rivelazione, completandola e confermandola con ogni manifestazione che fa di se medesimo, mediante le parole e le opere, i segni e i miracoli, e più particolarmente mediante la sua morte, la sua risurrezione e l'invio dello Spirito di Verità (31).
Papa Paolo VI
GESÙ PRIMO EVANGELIZZATORE
7. Molto spesso nel corso del Sinodo, i Vescovi hanno ricordato questa verità: Gesù medesimo, Vangelo di Dio (15), è stato assolutamente il primo e il più grande evangelizzatore. Lo è stato fino alla fine: fino alla perfezione e fino al sacrificio della sua vita terrena. Evangelizzare: quale significato ha avuto questo imperativo per Cristo? Non è certo facile esprimere, in una sintesi completa, il senso, il contenuto, i modi dell'evangelizzazione, quale il Cristo la concepiva e l'ha realizzata. D'altra parte questa sintesi non potrà mai essere terminata. Ci basti ricordare alcuni aspetti essenziali.
L'ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO
8. Evangelizzatore, il Cristo annunzia prima di tutto un Regno, il Regno di Dio, il quale è tanto importante, rispetto a lui, che tutto diventa «il resto», che è «dato in aggiunta» (16). Solo il Regno è dunque assoluto e rende relativa ogni altra cosa. Il Signore si compiace di descrivere, sotto innumerevoli forme diverse, la felicità di appartenere a questo Regno, felicità paradossale fatta di cose che il mondo rifiuta (17); le esigenze del Regno e la sua Magna Charta (18), gli araldi del Regno (19), i suoi misteri (20); i suoi piccoli (21), la vigilanza e la fedeltà richieste a chiunque attende il suo avvento definitivo (22).
L'ANNUNCIO DELLA SALVEZZA LIBERATRICE
9. Come nucleo e centro della Buona Novella, il Cristo annunzia la salvezza, dono grande di Dio, che non solo è liberazione da tutto ciò che opprime l'uomo, ma è soprattutto liberazione dal peccato e dal Maligno, nella gioia di conoscere Dio e di essere conosciuti da lui, di vederlo, di abbandonarsi a lui. Tutto ciò comincia durante la vita del Cristo, è definitivamente acquisito mediante la sua morte e la sua risurrezione, ma deve essere pazientemente condotto nel corso della storia, per essere pienamente realizzato nel giorno della venuta definitiva del Cristo, che nessuno sa quanto avrà luogo, eccetto il Padre (23).
A PREZZO DI UNO SFORZO CROCIFIGGENTE
10. Questo Regno e questa salvezza, parole-chiave dell'evangelizzazione di Gesù Cristo, ogni uomo può riceverli come grazia e misericordia, e nondimeno ciascuno deve, al tempo stesso, conquistarli con la forza -appartengono ai violenti, dice il Signore (24) -con la fatica e la sofferenza, con una vita secondo il Vangelo, con la rinunzia e la croce, con lo spirito delle beatitudini. Ma, prima di tutto, ciascuno li conquista mediante un totale capovolgimento interiore che il Vangelo designa col nome di «metánoia», una conversione radicale, un cambiamento profondo della mente e del cuore (25).
PREDICAZIONE INSTANCABILE
11. Questa proclamazione del Regno di Dio, il Cristo la compie mediante la predicazione
instancabile di una parola, di cui non si trova l'eguale in nessuna altra parte: «Ecco una dottrina nuova insegnata con autorità!» (26); «Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca» (27); «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!» (28). Le sue parole svelano il segreto di Dio, il suo disegno e la sua promessa, e cambiano perciò il cuore dell'uomo e il suo destino.
CON SEGNI EVANGELICI
12. Ma egli attua parimente questa proclamazione attraverso innumerevoli segni, che formano Io stupore delle folle e, nel contempo, le trascinano verso di lui per vederlo, ascoltarlo e lasciarsi trasformare da lai: malati guariti, acqua cambiata in vino, pane moltiplicato, morti che ritornano alla vita. E tra tutti, il segno al quale egli dà una grande importanza: i piccoli, i poveri sono evangelizzati, diventano suoi discepoli, si riuniscono «nel suo nome» nella grande comunità di quelli che credono in lui. Perché il Gesù che dichiarava: «Devo annunziare la buona novella del Regno di Dio» (29), è lo stesso Gesù di cui Giovanni Evangelista diceva che era venuto e doveva morire «per riunire insieme i figli di Dio dispersi» (30). Così egli compie la rivelazione, completandola e confermandola con ogni manifestazione che fa di se medesimo, mediante le parole e le opere, i segni e i miracoli, e più particolarmente mediante la sua morte, la sua risurrezione e l'invio dello Spirito di Verità (31).
Papa Paolo VI
sinforosa castoro
Cara Sinforosa, bello questo post, veramente domenicale!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
È solo l' inizio, peraltro ricchissimo di insegnamenti, del documento, sarebbe opportuno leggerlo tutto. Buon inizio di settimana.
Eliminasinforosa
Semplicemente penso che un figlio non può accontentarsi del fatto che il padre esiste ma lui non può ascoltarlo, abbracciarlo e amare.
RispondiEliminaA mio figlio io non ho dato un libro (vecchio testamento)e detto: "Leggilo e impara come devi comportarti". Ho, invece, assicurato la mia presenza pe spiegargli con l'esempio come si deve vivere.
Grazie Gus. Buon inizio di settimana.
Eliminasinforosa