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domenica 10 marzo 2013

Padre ho peccato

Il Vangelo della IV° domenica di Quaresima, la domenica della gioia, ci presenta una "famosa" parabola, quella del Figliol prodigo o più correttamente quella del Padre Misericordioso.
Il tema del perdono difficilmente lo associamo alla gioia e invece chi, come me del resto, ha sperimentato più volte nella vita la grazia del perdono, del ritorno alla casa del Padre, sa quanta gioia procura l'essere-il sentirsi perdonati da un Dio che è anzitutto un Padre.
Nella parabola, per ben nove volte ricorre la parola padre e, per paradosso, per ben cinque volte è pronunciata dal figlio minore, quello "scapestrato", quello che ha vissuto da dissoluto sperperando la fortuna del padre, mentre il figlio maggiore, quello che ha sempre obbedito a ogni comando del padre - viene da pensare per dovere e non per amore - non nomina mai la parola padre; il rapporto che ha col padre è più di sudditanza, di servilismo che filiale.
Sappiamo tutti come si conclude la parabola: il figlio che, pentito, ritorna, il padre che gli va incontro, lo perdona e gli fa festa, e il fratello che non capisce il motivo di si tanta gioia.
Il Padre, da parte sua, ama senza chiedere nulla in cambio: ama il figlio perduto e ritrovato e il figlio che, nonostante condivida tutto di lui, non lo ama come dovrebbe amare un figlio.
Mamme, papà, cerchiamo di amare i nostri figli, soprattutto quando, grandi, prendono la loro strada, come quel Padre.
E tutti noi che siamo "dentro" la Chiesa, condividendo in tutto e per tutto l'amore di Dio, cerchiamo di "esserci" come figli, per amore e non per dovere; abbiamo l'umiltà del secondogenito nel  riconoscerci  sempre bisognosi del Suo perdono.
Coloritura di una scheda riguardante i Sacramenti: il Sacramente del Perdono. G. B. anni 5
Buona Domenica
sinforosa castoro

6 commenti:

  1. Vieni a trovarmi c'è un premio per te nel mio blog.
    Sara

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    1. Verrò senz'altro. Grazie per essere passata di qua.
      ciao
      sinforosa castoro

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  2. Chi ama i bambini ama la "PARTICELLA DI DIO" CREATO/CREATORE UN TUTT'UNO,cari saluti e tanta serenità nell'Anima. Orlando Serpietri.

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    Risposte
    1. Grazie Orlando, i bambini sono davvero "particelle di Dio".
      Io sono fortunata perché quelli con cui ho a che fare sono ancora in un'età dove il divino, in loro, affiora distintamente, poi, purtroppo, crescendo, a poco a poco perdono quell'innocenza (vedi commento della collega qui sotto); per questo dobbiamo far di tutto perché conservino quell'anelito che Dio ha dato a ciascuno di noi. L'educazione è un impegno di una vita intera.
      ciao
      sinforosa castoro

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  3. Ieri non ho avuto più tempo nè modo di scriverti ciò che penso. Ero appena ritornata dalla chiesa quando ho letto il tuo bellissimo commento.
    In fondo, tutti i sentiamo come il figlio minore che sperpera denaro e vagabonda nell'ignoto e solo Lui può riportarci nella retta via, ma... all'improvviso la parola "perdono" lo associo a "timore". Il frate continuava a dire che qualsiasi cosa noi facciamo, il Padre nostro non ci abbandonerà mai perchè siamo suoi figli. Il perdono è uno strumento importantissimo per il cristiano che non vive in uno stato di continua angoscia per il male commesso. Eppure mi chiedo: il troppo perdono non porta ad un'educazione libertina e stregolata? Sono cresciuta avendo anche un po' di timore, lo stesso che mi faceva arrossire e vergognare, che mi ha forgiata e resa un'adulta educata e rispettosa del prossimo e di tutto ciò che mi sta attorno. Insegnando nella scuola primaria noto quanto ineducati ed irriverenti possono essere i bambini: non salutano se entrano od escono dalla scuola, non tengo a cura le proprie cose (figuriamoci quelle altrui), li sgridi e non arrossiscono nè si vergognano, anzi... ti rispondono sfidandoti. Non ci dobbiamo meravigliare se stiamo crescendo una generazione di frustrati e di depressi. Forse ciò che manca è un ritorno alle "vecchie" maniere, è un ripristinare i "vecchi" valori.

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  4. Cara collega, posso chiamarti così anche se tu sei alla primaria, vero?
    Anzitutto, benvenuta. Come dici bene tu, spesso ci sentiamo "figlio minore" e cioè ribelli nei confronti di Dio, ma io non escludo che forse ancor più spesso siamo come il figlio maggiore, in fondo lui, il figlio maggiore, aveva timore del padre: «ho sempre fatto tutto ciò che comandavi», gli dice. Non credi che questo genere di affermazioni sia più un linguaggio tra servo e padrone piuttosto che tra un padre e un figlio? Se Lui è nostro Padre dobbiamo trattarlo come tale, con quella confidenza che non ci fa essere timorosi ma fiduciosi del suo amore illimitato.
    Come dici bene tu, oggigiorno non è facile fare la maestra, da una parte i genitori sempre pronti a vedere la pagliuzza nell'occhio dell'altro bambino/a che non la trave nell'occhio del proprio bambino, tanto per stare in tema evangelico, e dall'altra i bambini che vogliono dalla maestra quell'attenzione che troppo spesso a casa non hanno più. Nonostante noi insegnanti ci dedichiamo anima e corpo a questi bambini, se alla base non c'è la famiglia, la scuola, alla fin fine, può ben poco. Io però sono fiduciosa, dobbiamo esserlo.
    ciao e buona scuola
    sinforosa castoro

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