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giovedì 14 settembre 2017

A scuola dalla mattina alla sera

Noi insegnanti capiamo benissimo le esigenze lavorative delle famiglie tuttavia capiamo ancor di più le esigenze di un bambino all'inizio del suo percorso scolastico.
Un bambino può anche aver frequentato l'asilo nido, questo, però, non significa che non abbia bisogno di tempo per adattarsi alla nuova realtà, ma purtroppo sembra che i genitori se ne dimentichino.
In questi primi giorni di scuola è stato raccomandato più volte a mamme a papà di andarci piano con la frequenza completa, eppure proprio l'altro ieri, dopo un solo giorno che il bambino si è fermato a pranzo, un papà ha dichiarato che da lunedì il suo bimbo si fermerà fino alle ore 17.30. Che ne dite? Dopo soli cinque giorni di frequenza, non è un po' troppo far frequentare a un bimbo di tre anni dalle 8.30 del mattino fino alle 17.30 di sera? Nove ore fuori di casa, neanche un lavoratore ne fa così tante. E se pensiamo che molti di questi bimbi arrivano a scuola alle 7.45 del mattino, be' lascio a voi immaginare l'immaginabile.



sinforosa castoro

14 commenti:

  1. Io manco li terrei aperti gli asili fino a dopo pranzo: perché per molti genitori la scuola è un comodo parcheggio.
    Non va bene così.
    Vuoi lavorare? Non fare figli se non puoi gestirli.

    Moz-

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    1. Per molti genitori la scuola, soprattutto la scuola dell' infanzia, è proprio considerata un parcheggio, noi insegnanti siamo consapevoli anche di questo e personalmente non mi sento defraudata del mio ruolo di educatrice e insegnante, tuttavia un po' di rispetto nei confronti del bambino nei primi giorni di scuola ci vorrebbe.
      Buona giornata Miki.
      sinforosa

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  2. Cara Sinforosa, io in Italia ho una nipote che fa l'insegnante, ebbene l'anno scorso le ho fatto visita e ti giuro che non avrei mai creduto quante responsabilità e lavoro a una insegnante.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Si, Tomaso, tantissime, se pensi che abbiamo la responsabilità di ben 28 bambini dai tre anni, magari non ancora compiuti, ai sei anni! E dobbiamo rendere conto al genitore del minimo graffietto come se a casa il bimbo giocando al parco giochi o con i fratelli non litigasse mai! Quanta pazienza, con i bambini? No, con la stragrande maggioranza dei genitori di oggi.
      Buona giornata.
      sinforosa

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  3. Ciao Sinforosa! Ho avuto esperienza con due figli e con loro è andata bene, nel senso che erano felici di passare il pomeriggio a scuola con gli amichetti e tornavano belli riposati dopo un bel sonnellino. Certo la cosa è stata graduale, i primi mesi andavo a riprenderli prima di pranzo e sono stati loro a voler provare a fare l'orario pomeridiano.
    Ti ringrazio per la visita al mio blog ;.)
    Sy

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    1. Ciao Silvia e benvenuta. In poche righe hai tracciato come dovrebbe essere l' inserimento e la frequenza nella scuola dell' infanzia e quando proprio non si può aspettare che siano i bimbi a chiedere più frequenza, almeno farlo in modo graduale: prima di pranzo, dopo pranzo, alla chiusura, al pre-scuola, al post-scuola.
      Brava mamma.
      sinforosa

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  4. Viviamo in una società senza valori. La famiglia è un peso.
    Ciao Sinforosa.

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    1. Per molti genitori è proprio così e mi credi se ti dico che noi maestre li individuiamo a colpo d'occhio? Così come individuiamo a colpo d'occhio genitori iperprotettivi, bambini con difficoltà...
      Ciao Gus e buona giornata.
      sinforosa

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  5. Non mi meraviglia affatto. Per un uomo fare un figlio è racilissimo, a volte nemmeno ce se ne accorge. Per la donna molto meno facile, però appena il piccolo arriva alla fatidica età buona per farlo entrare in asilo lo si sbatte dentro possibilmente tutto il giorno, come fosse un pacchetto postale. Che senso dare a simili comportamenti oggidì sempre più comuni?
    Nessuno, I genitori debbono lavorare entrambi, altrimenti non si campa. Il bimbetto è un bell'impiccio. Mi chiedo come pensino di dargli un'educazione sufficiente, di fargli sentire il valore della famiglia, di farlo diventare grande in grado di difendersi da tutte le insidie della vita.
    Sante maestre, sante bidelle.
    Ma che razza di mondo!

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    1. Anche tu, nella tua franchezza, hai toccato un nervo dolente. La scuola può fare molto ma se alle spalle non c'è la famiglia è un lavoro che vanifica. I figli non sono un peso, ma nemmeno prolungamento del genitore, proprietà privata del genitore. Chissà perché oggigiorno la via di mezzo fra queste due opzioni fa così fatica a emergere?
      Buona giornata e grazie.
      sinforosa

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  6. purtroppo però non ci sono nemmeno agevolazioni per i genitori... se lavorano... come devono fare?

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    1. Ciao Luisa, benvenuta, io non metto in dubbio l' esigenza del genitore, ma qui si sta parlando del periodo tanto delicato e importante dell' inserimento alla scuola. I genitori potrebbero organizzarsi almeno per tre settimane prendendo ferie o una tata, insomma, facendo di tutto perché il bambino si abitui gradualmente alla nuova realtà. Quanti di noi fanno fatica nell' affrontare un nuovo lavoro, un nuovo ambiente, nuovi colleghi, nuovi ritmi di vita? Ebbene, anche i bambini, anzi loro ancora di più perché non hanno la capacità di comprendere le proprie emozioni. Grazie e buona giornata.
      sinforosa

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  7. Quanta pazienza avete... I genitori probabilmente non mettono in conto troppe situazioni relative alla crescita dei propri figli.
    Le esigenze lavorative hanno la priorità assoluta, spesso è vero che non si ha scelta, ma in qualche modo penso si debba provvedere (aiuto di familiari o assunzione di baby sitter).
    Porelli voi, mi ripeto -_-

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    1. Buongiorno Glò, quello che dici è quello che ci auspichiamo. Certo che le famiglie hanno le loro esigenze ed è più che giusto venire incontro a queste esigenze ma prima di tutto c'è il benessere del bambino e come dici bene tu, almeno per i primi tempi, la famiglia dovrebbe trovare soluzioni alternative per permettere al figlio di abituarsi al nuovo.
      Buon sabato e grazie.
      sinforosa

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